Avere un tetto sopra la testa dovrebbe essere un diritto di tutti. Una casa nella quale tornare non dovrebbe essere un privilegio e invece i numeri dicono tutt’altro, raccontano di una povertà dilagante: 38.163 sfratti nel 2021, quasi 10mila famiglie fuori casa. I dati del 2021 sono influenzati dalla gestione pandemica della questione sfratti sia da parte dei tribunali che delle prefetture. Napoli versa in condizioni critiche, ma la prima Regione per provvedimenti di sfratto è il Lazio con 5.986 (+8,6%) davanti a Lombardia con 5.778 (+48%) e Campania con 3.775 (+34,6%). E’ la Lombardia invece a guidare invece la ‘classifica’ delle Regioni con il più alto numero di famiglie allontanate fisicamente da casa con 1.358, il Piemonte con 1.159 (+92%) e la Toscana con 948 (+132,9%).

Le regioni con meno sfratti sono Valle d’Aosta, Molise e Basilicata. Tra le grandi città a Milano l’anno scorso si registrato 1.706 nuove sentenze (+95,2%) ma solo 86 sfratti eseguiti, a Torino 2.087 (+13,4%) e 829 allontanamenti con la forza pubblica mentre a Roma con 5.240 sentenze, il 90% di quelle dell’intero Lazio, 600 famiglie hanno dovuto abbandonare la propria casa. Al Sud guidano Napoli (2.918 sentenze e 362 allontanamenti), Bari (1.038 e 180) e Palermo (1.021 e 121). Una fotografia allarmante della realtà napoletana: emergenza casa vuol dire emergenza sociale. «E’ un cocktail velenoso costituito da tre ingredienti micidiali: caro affitti, insostenibile per i redditi medio bassi (anche di fasce crescenti di lavoro dipendente); assenza di case popolari a canone sociale (650.00 domande che rimangono senza risposta per l’assenza di una politica sociale della casa); aumento della povertà che colpisce particolarmente il settore dell’affitto (su quasi due milioni di nuclei in povertà assoluta, circa 900 mila sono in affitto, il 45% del totale mentre rappresentano solo il 18% del totale della popolazione residente) – commenta Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini – Un cocktail micidiale che aumenta esponenzialmente il suo grado di tossicità a causa dell’aumento delle bollette e dei generi di prima necessità che pesano assai di più sui redditi bassi. Un cocktail micidiale che avvelena il ventre profondo delle aree urbane del nostro Paese, mettendone a rischio la coesione sociale, indifferentemente nelle grandi aree metropolitane come nelle restanti città».

Il diritto ad abitare è uno dei tanti temi essenziali sui quali la politica sembra non riuscire a intervenire: le vele di Scampia, i bipiani di Ponticelli, sono solo alcuni esempi di alloggi popolari che andrebbero riqualificati e l’altissimo tasso di povertà in Campania e a Napoli è un’emergenza che non si può più rimandare. «Servono misure urgenti e risposte immediate, a partire dalla prossima legge finanziaria – conclude De Cesaris – cabine di regia, presso tutte le Prefetture con potere di graduare le esecuzioni al fine di garantire il passaggio da casa a casa; istituzione di due fondi nazionali direttamente per le città per acquisire e prendere in affitto alloggi liberi degli enti pubblici e anche di soggetti privati per aumentare lo stock a disposizione da assegnare agli sfrattati».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.