Biden ha promesso di porre fine alle carceri private, alla cauzione in contanti, alle pene minime obbligatorie, alla pena di morte, e di ridurre la popolazione carceraria di oltre la metà. Ecco il parere degli esperti su quello che Biden potrà effettivamente fare. Dopo “Black Lives Matter”, una riforma della polizia ha dominato il dibattito nel Paese. Ma Biden ha potere diretto solo sull’Fbi e altre agenzie di sicurezza “minori”.  Gli Stati Uniti hanno circa 18.000 corpi di polizia “locale”, tutti con propri regolamenti. Biden non potrebbe fare altro che offrire finanziamenti a chi applichi nuovi metodi, o tagliarli a chi non lo facesse. Questa strategia “economica” ha funzionato in passato, ma oggi solo il 3% del budget del governo è rivolto alle forze dell’ordine locali, quindi imporre i cambiamenti con questo sistema non è facile. Biden potrebbe riattivare un sistema di monitoraggio sul comportamento scorretto da parte delle forze dell’ordine che Trump aveva bloccato. Avrebbe bisogno dell’appoggio del Congresso per fissare per legge uno standard nazionale per l’uso della forza. Al Congresso i Democratici sono in maggioranza alla Camera, ma il Senato è in bilico, e solo dopo un ballottaggio il 5 gennaio si saprà se l’attuale situazione si sbloccherà. Biden ha promesso di “ridurre la reclusione minorile quasi a zero”.

Trump ha smantellato una serie di protezioni previste per i minori. Biden proporrà che i precedenti penali dei minori vengano cancellati, vieterà che i minori vengano detenuti in strutture per adulti, e contrasterà gli arresti per i cosiddetti “reati di status”: reati che non sarebbero tali se uno fosse un adulto, come il bere alcolici e l’assenza ingiustificata da scuola. Quanto alla pena di morte, Biden può abrogarla dal sistema federale (e solo da quello) se il Congresso vota una legge in tal senso. Trump aveva forzato la ripresa delle esecuzioni federali, ferme da 17 anni, facendone effettuare sette in pochi mesi. Un nuovo procuratore generale potrebbe fermarle. Biden potrebbe, alcuni dicono “dovrebbe”, spingersi oltre, e proclamare una moratoria sulle esecuzioni federali, cosa che Obama aveva più volte promesso, ma mai fatto. Una tale azione simbolica influenzerebbe i processi abolizionisti in fieri in diversi stati.

Biden vorrebbe porre fine alla “cauzione in contanti”, che ha definito una “moderna prigione per debitori”. Il Presidente però ha poca influenza diretta sulla cauzione, dal momento che è usata raramente nel sistema federale. Potrebbe chiedere al Congresso di approvare leggi che offrano sovvenzioni agli stati per adottare alternative. La vicepresidente Harris aveva proposto una legge simile nel 2017. Biden vorrebbe eliminare le pene minime obbligatorie. A partire dal 1984, il Congresso ha approvato dozzine di leggi “emergenziali” che, impedendo ai giudici di applicare attenuanti, fissano “a prescindere” le pene per un’ampia gamma di reati. Decine di migliaia di persone stanno scontando condanne federali molto lunghe, anche all’ergastolo, per reati che la sensibilità di oggi ritiene “minori”. Biden e Harris hanno promesso di interrompere questo meccanismo, e di rivedere le condanne arretrate, soprattutto quelle per “reati di droga non violenti”.

Biden e Harris sono contrari alle prigioni private. Trump però, poco prima della scadenza del suo mandato, ha rinnovato per 10 anni molti dei contratti con le ditte private, contratti che per Biden sarebbero difficili da rescindere. L’alternativa è “lasciare vuoti quei posti”. Anche i centri di detenzione per immigrati clandestini sono spesso affidati ai privati. Ridurre il numero di detenuti “normali” e “immigrati” è possibile ma, dicono gli esperti, potrebbe avere un “costo politico” rilevante. Più in generale, Biden si è impegnato a stanziare 20 miliardi di dollari da investire per privilegiare la prevenzione sulla repressione. L’idea è di concedere fondi solo agli stati che creino “comprovati ed efficaci” programmi sociali di prevenzione.