Mascherine obbligatorie all’aperto e tampone anche per i vaccinati che vogliono partecipare ai grandi eventi. Nuove restrizioni al vaglio del Governo Draghi che, sempre più preoccupato dall’aumento dei contagi in Italia, mira a fermare la diffusione della variante Omicron che negli altri Paese dell’Europa, e in particolare modo nel Regno Unito, ha provocato una nuova impennata di contagi.

A lanciare l’ipotesi dell’obbligo del tampone per accedere ai grandi eventi anche per i vaccinati è il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts Franco Locatelli: “E’ un’ipotesi da considerare se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare” precisa. Che l’incidenza dei casi legati ad Omicron crescerà anche in Italia, gli esperti ne sono ormai convinti, anche se al momento la prevalenza della variante e’ ferma allo 0,19%.

Sull’obbligo di mascherina all’aperto, Locatelli spiega: “Qualcuno nel governo ci aveva già provato con l’ultimo decreto, quello che ha prorogato lo stato d’emergenza, ma la misura non e’ passata in Cdm. Anche perché si tratterebbe di un provvedimento di facciata: molti sindaci e presidenti di Regione lo hanno già introdotto con proprie ordinanze e, soprattutto, la normativa in vigore già prevede l’obbligo all’aperto in caso di assembramenti o situazioni in cui non e’ possibile mantenere il distanziamento.

D’altronde la linea del premier Mario Draghi è quella di mantenere il “vantaggio” – in termini di minore diffusione di Omicron – dell’Italia rispetto agli altri Paesi, e proteggere il Sistema sanitario nazionale. Una presa di posizione netta, anche per quanto riguarda gli arrivi dall’estero, ribadita dal presidente del Consiglio ai colleghi capi di Stato e di Governo riuniti per il Consiglio europeo. Grazie ai “numeri elevati” della campagna di vaccinazione (l’83-85% di immunizzati, 500mila terze dosi effettuate, sottolinea il premier) il nostro Paese “per ora” non la tragica impennata di contagi che da giorni altre capitali internazionali sono costrette a registrare. La stretta, che prevede fino al 31 gennaio l’obbligo di un test negativo in partenza per chi proviene dai Paesi Ue e, in aggiunta, una quarantena di 5 giorni per chi non è vaccinato, quindi, è necessaria – dice ai leader come aveva già fatto in Parlamento di fronte a deputati e senatori – per non tornare a dover pagare un prezzo che è già stato troppo alto, con 135.000 morti e la caduta del 9% del Pil.

Bruxelles continua a chiedere un approccio coordinato nelle misure di contrasto al Covid, che non ostacoli la libera circolazione tra gli Stati o i viaggi all’interno dell’Ue e le conclusioni del Consiglio europeo lo mettono nero su bianco. Draghi concorda, ma rilancia.

Redazione

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