“Il laboratorio edile nel carcere di Poggioreale è un progetto pratico, in grado di soddisfare il fabbisogno formativo dei detenuti e che li rende subito appetibili per il mondo del lavoro. Una risposta pratica e concreta alle esigenze dei detenuti e dell’Amministrazione Penitenziaria”. Così Carlo Berdini, direttore del carcere di Poggioreale ha definito il progetto che a breve partirà nel penitenziario. Un modo per garantire il reinserimento e il riscatto attraverso la possibilità di accedere al mondo del lavoro con competenza e professionalità. Il ‘Laboratorio edile’ nascerà nel carcere di Poggioreale grazie a un accordo sottoscritto tra il ministero della Giustizia, dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – direzione Casa Circondariale ‘Giuseppe Salvia’ Poggioreale e il CFS, ente paritetico dell’edilizia napoletana che sintetizza volontà e obiettivi dell’Ance Napoli e dei sindacati edili Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl.

Dunque il cantiere è aperto nel carcere. Il laboratorio edile per i detenuti si declinerà attraverso un percorso formativo di 160 ore con un fitto programma settimanale, che prevede 40 ore in aula e 120 ore di pratica in un campo scuola curato da professionisti scelti dal Cfs, affiancati da un tutor ‘interni’ individuati dai vertici della casa circondariale. L’intesa, nata dalla consapevolezza che “la formazione è efficace non solo se aumenta le competenze, ma soprattutto se modifica gli atteggiamenti e i comportamenti”, avrà durata annuale, è rinnovabile e ha l’obiettivo di promuovere la “cultura della regolarità, della sicurezza sul lavoro e il reinserimento sociale”.

Il primo laboratorio vedrà la partecipazione di 15 detenuti ma è replicabile nel tempo per garantire a quante più persone possibile l’accesso a questa possibilità. “Sappiamo che l’edilizia è un mercato importante in Italia e in via di ripresa – continua Berdini – Il progetto consentirà ai detenuti di acquisire una formazione da rivendere nel mondo esterno in maniera immediata. Tutto questo sul piano del futuro, ma c’è un aspetto importante anche per il presente. Dopo il corso, i detenuti potranno subito essere assunti dall’Amministrazione penitenziaria per la manutenzione interna del carcere. Questo ci aiuterà molto a risolvere una delle situazioni più problematiche di Poggioreale che è quella edilizia. Parliamo ovviamente di manutenzione ordinaria, non dei grandi interventi strutturali. In questo modo immediatamente possiamo avere delle squadre di manutenzione ordinaria già operative e questo sarà di grande aiuto. Poi una volta usciti, potranno confrontarsi con maggiore rapidità al mondo del lavoro”.

“Il progetto nasce da una volontà forte di dare un contributo reale a rendere più inclusiva la nostra attività di formazione – dice Roberta Vitale, Presidente del Centro Formazione e Sicurezza – Ci occupiamo di sicurezza sui posti di lavoro e formazione professionale in ambito edilizio. Questo per noi è un importante progetto per dare un contributo concreto per lo sviluppo della nostra società. È il modo migliore per dare un futuro a chi sta scontando una pena ma ha tutto il diritto di avere una prospettiva per il loro futuro lavorativo”.

In base all’accordo, l’istituto penitenziario assicurerà la rilevazione dei fabbisogni per le attività formative, il monitoraggio e la divulgazione dei risultati, oltre a garantire i tutor e i materiali per la realizzazione delle attività. Il Cfs assicurerà, invece, un contributo finanziario per l’organizzazione del laboratorio e la partecipazione di esperti e del proprio personale. Per il carcere di Poggioreale, uno dei più affollati d’Europa, si tratta di una iniziativa importantissima per il miglioramento anche della condizione detentiva presente. “Non è una goccia nell’oceano ma una vera e propria irrigazione nel campo del recupero delle persone – dice Massimo Sannino, Segretario Filca Cisl Campania – Noi puntiamo molto al lavoro. Crediamo che con il lavoro non si sbaglia. La riqualificazione, il progetto, ha una grandissima importanza per il prosieguo della vita. Contiamo di dare un senso alla loro permanenza con una qualifica specifica in un settore, quello dell’edilizia, che potrà dare grandi soddisfazioni subito e per il loro progetto di vita”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.