È puro rock quello che Vasco Rossi ha regalato nelle due serate di venerdì e sabato nella Capitale. Due tappe che hanno infiammato gli oltre 120.000 presenti all’Olimpico. Il suo pubblico. La sua Roma. È infatti lunga trent’anni la storia d’amore tra Vasco e la città, come ha dichiarato lui stesso lo scorso novembre quando ha ricevuto la più alta onorificenza cittadina, la Lupa Capitolina: «Roma ti ho conquistato».

Il leitmotiv del concerto è chiaro sin dal primo brano, Dillo alla Luna: un invito a guardare in faccia la verità e a non credere a tutto quello che ci viene raccontato. Messaggio che verrà ripetuto più volte durante tutto il concerto che proseguirà per oltre 2 ore e mezzo in uno spettacolo no-stop, che è un’esplosione di rock ed energia. Scenografico anche il palco con i megaschermi a forma della sua iconica V e la pedana centrale che entra direttamente al centro del prato per avvicinarlo ai suoi fans.

È decisamente in forma l’artista di Zocca e il suo è un concerto di divertimento, provocazione, ironia. È “Il supervissuto” come si definirà lui stesso, termine che è diventato il titolo della docu-serie il cui trailer è stato proiettato prima dell’inizio dello spettacolo e che andrà in onda sulla piattaforma streaming di Netflix il prossimo autunno.

Lui che veste i panni della rock star solo su un palco («Quando scendi devi tornare la persona che sei, altrimenti sei fuori di testa»), lui della generazione «senza santi né eroi» in maniera autoironica proietta la sua immagine di un Vasco-Che Guevara e si traveste da eroe della serata guidando il suo pubblico verso la “liberazione”.

Quella dei sentimenti, delle emozioni. Il concerto di Vasco è infatti un vero momento di aggregazione per tutte le migliaia di fans in cui tutti – e lui per primo – si svestono delle corazze sentendosi liberi di mostrarsi con le proprie fragilità, i propri dubbi.

Ma anche con la voglia di scatenare quella gioia di vivere e di godere come succede con l’ormai rituale liturgia che infiamma il pubblico appena si accennano le prime note di Rewind e in cui si può mostrare il proprio corpo senza temere giudizi. Lo spettacolo del Kom è un appuntamento che lui e il suo popolo aspettano ogni estate per rinnovarsi i voti di amore reciproco. Il tour a giugno è un appuntamento. Ogni anno, scherzava, era il suo ultimo concerto.

Ma ormai non ci credeva neanche lui e ora promette di farne fin quando il suo fisico glielo permetterà. Tanto che, dall’alto dei suoi continui sold-out, ironizza di voler prenotare San Siro l’anno prossimo addirittura per tutto il mese di luglio. Lui unico vero rocker italiano che per i suoi 40 anni di carriera si è regalato un record mondiale che detiene tuttora: suo il concerto con il più alto numero di biglietti venduti per una sola data, quella del 1° luglio 2017.

Manifesto futurista della nuova umanità, XI Comandamento, C’è chi dice no, Gli spari sopra… Rock puro che infiamma lo stadio. Ma il rock si sa, regala le ballad più belle, e dopo Ogni volta – forse il suo brano più intimista scritto per la morte del padre – ecco Vivere un vero inno ad affrontare le sfide senza mai arrendersi «anche se sei morto dentro».

Nella sua trama musicale di disillusione e speranza Vasco Rossi è l’unico libero di prendere posizione politica contro tutti indistintamente: Meloni, Salvini, i comunisti, i 5 Stelle, che raccontano «Favole, favole, favole» così come Berlusconi «Pace all’anima sua» senza rischiare di essere qualunquista o populista. Il suo è un grido contro la rassegnazione, contro l’indifferenza. Con la sua musica vuole risvegliare le coscienze e dargli consapevolezza.

Ecco il perché del suo incipit: «Guardala in faccia la verità, anche se è dura» con cui ha aperto il concerto. E lo fa con un’esibizione in cui c’è poco spazio questa volta per virtuosismi dei suoi pur talentuosi musicisti a favore di un suono energico e asciutto.

Dopo il medley di una ventina di minuti non può mancare Sally con le sue mille sfaccettature dell’animo umano. Ma l’Olimpico risuona con una voce sola sulle note di Vita Spericolata, inno generazionale in cui, da 40 anni, Vasco invita a vivere la propria vita intensamente. Siamo alle note finali e il Blasco saluta con l’ingenua e delicata curiosità di Albachiara ormai tradizionale chiusura dei suoi concerti, insieme agli immancabili fuochi d’artificio.

Vasco ringrazia con un abbraccio virtuale il suo popolo a cui da’ appuntamento alla prossima volta, al prossimo giugno: «Perché siamo i più belli! Siete i più belli e ce la faremo tutti… sempre!».

Giulia Corsi

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