L'escalation e le trattative
Zelensky non ha ansia di parlare con Putin, ma il dialogo sarà necessario per finire la guerra
Vaghi cenni alla disponibilità di un dialogo con il Cremlino da parte del presidente ucraino Zelensky. Contraddetti da altre sue dichiarazioni che condizionano la possibilità di un dialogo al ritiro dei russi dalle terre ucraine occupate finora e quindi, di fatto, la negano. L’Ucraina non è ansiosa di parlare con la Russia di Vladimir Putin, ma deve affrontare la realtà e sarà necessario per porre fine alla guerra: ha detto Zelensky durante un discorso a un think tank indonesiano (fonte Reuters). «Ci sono cose da discutere con il leader russo. Non sto dicendo che il nostro popolo è ansioso di parlare con lui, ma dobbiamo affrontare la realtà. Cosa vogliamo da questo incontro? Rivogliamo le nostre vite. Rivogliamo la vita di un Paese sovrano all’interno del proprio territorio, ma la Russia non sembra essere pronta per seri colloqui», ha detto.
Poi se l’è presa con l’Occidente che con Putin parla. Già negli ultimi due giorni, in corrispondenza ad un’intensificazione dei bombardamenti russi sul Donbass, il governo ucraino si era lamentato di non ricevere abbastanza aiuto dall’Occidente. La Nato non fa nulla per aiutarci è stato detto dal presidente degli esteri ucraino Kuleba. Frase che ha indispettito alcuni suoi interlocutori esteri, vista la quantità di armi mandata dai paesi Nato all’Ucraina. Zelensky ieri pomeriggio ha poi scritto su Twitter di aver parlato con Draghi: «Ho parlato con Draghi, dobbiamo sbloccare i porti. Ci aspettiamo ulteriore supporto per la difesa dai nostri partner». «Il catastrofico svolgersi degli eventi potrebbe ancora essere fermato se il mondo trattasse la situazione in Ucraina come tale. Se i potenti del mondo non flirtassero con la Russia, ma insistessero davvero per porre fine alla guerra». ha detto Zelensky lamentandosi del fatto che l’Unione Europea «da settimane non riesca a concordare il sesto pacchetto di sanzioni».
«Putin non rinuncia ai suoi piani. Questa guerra si trascinerà. Che sia settembre o ottobre, o la fine dell’anno, dipende dalla nostra resistenza, dallo stato delle nostre forze di difesa e dall’aiuto che ci danno». ha detto poi Skibitskyi, dirigente dell’intelligence di Kiev in un’intervista a Radio Svoboda. Dall’altra parte Mosca continua a dichiararsi aggredita. L’Occidente ha dichiarato una «guerra totale» alla Russia, «nessuno adesso lo nasconde» ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, (fonte l’agenzia di stampa russa Tass). La pressione di «un certo numero di stati ostili» è «praticamente un’aggressione» ha detto Vladimir Putin annunciando che Mosca «sostiene l’iniziativa di estendere all’Iran l’accordo di libero scambio dell’Unione economica euroasiatica.
«L’Occidente sta cercando di cancellare il nostro Paese, di rimuoverlo dalla mappa del mondo» ha poi aggiunto il primo ministro russo Mikhail Mishustin.«Vengono imposte sanzioni finanziarie, economiche, umanitarie, la discriminazione e le pressioni continuano nei campi della scienza, dello sport, della cultura, e sui nostri compatrioti all’estero», ha aggiunto il premier (sempre fonte Tass). Il tasso di approvazione del presidente russo è schizzato al 78,4% dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina tre mesi fa, quando era al 70,4%: è quanto emerge da un sondaggio del Centro di ricerca sull’opinione pubblica russa (Vciom) pubblicato oggi. Lo riporta l’agenzia Interfax. Il sondaggio, realizzato la settimana scorsa su un campione di 1.600 adulti, indica inoltre che l’81,3% dei russi ha fiducia in Putin rispetto al 73% di prima dell’invasione.
Mentre continuano i bombardamenti sul Donbass, le forze filorusse dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk hanno rivendicato di avere preso il totale controllo della città di Krasny Lyman, nella regione di Kramatorsk. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass. Schizzano intanto i prezzi del trasporto aereo. I dati diffusi dalla Banca del Giappone (Boj), la banca centrale giapponese, hanno lanciato l’allarme sull’aumento record dei prezzi, in particolare del trasporto aereo internazionale di merci, che rischia di portare un danno senza precedenti alla terza economia manifatturiera mondiale fondata sull’export di beni.
L’analisi della banca centrale giapponese evidenzia una crescita dei prezzi del settore del 64,3% su base annua, determinata principalmente dal cambio di rotte imposto dalla guerra in Ucraina, che ha reso impossibile sorvolare lo spazio aereo russo. Anche i prezzi dei servizi di trasporto merci via mare sono aumentati del 50,1 per cento, riflettendo l’impennata delle tariffe di trasporto dovuta essenzialmente alla debolezza dello yen.
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