Agguato di camorra a Napoli dove nella mattinata di giovedì 24 giugno, poco dopo le 11, un uomo è stato ucciso in strada a colpi d’arma da fuoco mentre era alla guida di uno scooter. L’omicidio è avvenuto in via Teano tra i quartieri di Miano e Piscinola (area nord). La vittima si chiamava Antonio Avolio, aveva 30 anni ed era già noto agli archivi delle forze dell’ordine.
E’ stato ammazzato da un commando entrato in azione probabilmente a bordo di un altro scooter che avrebbe affiancato l’Honda Sh sul quale viaggiava Avolio esplodendo due colpi d’arma da fuoco (calibro 9×21), uno di questi ha raggiunto il 30enne alla zona cervicale: la pallottola è entrata dalla guancia sinistra e sembrerebbe essere uscita dalla nuca. Nel 2016 fu arrestato per estorsione e nel 2020 è stato scarcerato dal penitenziario di Tolmezzo (Udine).
I primi ad accorrere sul luogo dell’omicidio sono stati i carabinieri della stazione di Secondigliano che hanno sentito distintamente le due esplosioni. A circa 100 metri, proprio in via Teano, erano impegnati in un servizio per lo sgombero di alcune case occupate. Sul luogo dell’omicidio, invece, nessuno ha sentito gli spari. Omertà che non aiuta le indagini dei carabinieri della Compagnia Stella e del Nucleo Investigativo di Napoli, a lavoro per ricostruire la dinamica di un omicidio che rientra nelle fibrillazioni in corso da diverso tempo nei quartieri Miano e Piscinola per raccogliere l’eredità del clan Lo Russo.
Tensioni si registrano anche in altre, numerose zone della città: dai Quartieri Spagnoli (dove la scorsa settimana due persone sono state ferite per errore nel corso di un agguato) a Pianura (dove è in corso uno scontro per lo spaccio di droga) passando per l’area est (Ponticelli, Barra, San Giovanni) dove nelle scorse settimane i clan si sono fatti sentire a suon di bombe e stese.
Il ferimento di Di Caprio
Il 10 giugno scorso Salvatore Di Caprio, 37enne già noto alle forze dell’ordine e arrestato nel 2013 nell’ambito di un maxi-blitz contro il clan Di Lauro, è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco al polpaccio sinistro e si è recato in ospedale su uno scooter guidato da un conoscente che si è prontamente dileguato. Agli agenti della Squadra Mobile ha riferito di essere stato ferito da sconosciuti a Miano, quartiere a nord di Napoli, senza però fornire ulteriori indicazioni utili per i rilievi degli investigatori.
Il precedente omicidio tra Miano e Piscinola
Lo scorso 22 aprile in una caffetteria di via Vittorio Veneto a Miano, i killer ammazzarono Salvatore Milano, 60enne già arrestato in un blitz contro il clan Lo Russo nel 2010. L’uomo risiedeva a Scampia e lo scorso settembre venne già ferito a colpi d’arma da fuoco in circostanze mai chiarite. Si presentò nella notte tra il 13 e il 14 settembre all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli per una ferita d’arma da fuoco alla spalla. Ai carabinieri intervenuti nel nosocomio flegreo raccontò di essere stato ferito da un commando mentre si trovava all’interno della propria auto a Giugliano, comune a nord della città, nel corso di un tentativo di rapina.
La faida per l’eredità del clan Lo Russo
Nella zona compresa tra i quartieri Miano e Piscinola è in corso negli ultimi anni lo scontro tra due gruppi malavitosi (Cifrone-Tipaldi e Balzano-Scarpellini) in campo per raccogliere l’eredità del clan Lo Russo, segnato dall’avvio della collaborazione con la giustizia di quasi tutti i suoi elementi apicali. Lo scorso 24 febbraio si è verificato un altro agguato. Cinque i proiettili esplosi, tre quelli andati a segno e che hanno raggiunto la vittima, mentre si trovava in auto, ad entrambe le braccia. Bernardo Torino, 34enne con precedenti per rapina, è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli ed è stato assistito dai sanitari del presidio ospedaliero e le sue condizioni non sono ritenute gravi.
Ai carabinieri del Nucleo Operativo del Vomero intervenuti, l’uomo ha racconto di essere stato vittima di una rapina avvenuta in corso Marianella, all’altezza del civico 68, nel quartiere Piscinola. Ad agire, secondo la sua versione, due uomini in sella a uno scooter che hanno affiancato l’auto sulla quale viaggiava esplodendo tre colpi d’arma da fuoco dopo aver fallito il tentativo di impossessarsi dell’orologio. Informazioni dettagliate che hanno trovato riscontro effettivo perché nel luogo indicato i militari hanno trovato l’auto di Torino con tre fori nella fiancata. A terra sono stati trovati cinque bossoli. Tuttavia a non convincere i carabinieri della Compagnia Vomero è la versione fornita dal 34enne, cugino di Luigi Torino, a sua volta figlio di Salvatore Torino, alias ’o cassusaro (chi prepara o vende le gazzose), in passato legato al clan Lo Russo di Miano, area a nord di Napoli, prima di creare un proprio gruppo camorristico e dar vita alla faida contro il clan di Giuseppe Misso per la conquista del Rione Sanità nel 2006. Il figlio, Luigi Torino, venne ferito in un agguato di camorra lo scorso 14 giugno 2019 e, secondo le ultime informative delle forze dell’ordine, è attualmente vicino a uno dei due gruppi malavitosi in campo per raccogliere l’eredità del clan Lo Russo, segnato dall’avvio della collaborazione con la giustizia di quasi tutti i suoi elementi apicali. In questo scenario potrebbe rientrare il ferimento di Bernardo Torino. E’ questa la pista seguita dagli investigatori.
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