Il manifesto di attacco alla riforma
Anm contro la riforma Cartabia con un ‘manifesto’ su Repubblica: i giornali inquisiti in aiuto delle toghe
“Una riforma sbagliata”. È il titolo dell’annuncio che l’Associazione nazionale magistrati ha deciso di far pubblicare, a pagamento, questa settimana su alcuni quotidiani.
Lo scopo dell’iniziativa del sindacato delle toghe è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui “pericoli” della riforma della giustizia, approvata l’altro giorno alla Camera, per l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati. I giornali prescelti, da quanto si è potuto apprendere leggendo il resoconto dell’assemblea sezionale straordinaria di Roma del 27 aprile, sono in prima battuta quelli del gruppo Gedi. Ieri, infatti, l’annuncio prendeva l’intera pagina 15 della Stampa.
La scelta dei quotidiani su cui pubblicare l’annuncio da parte dell’Anm ha destato molta sorpresa per un duplice motivo. Da un lato il “tradimento” nei confronti del Fatto Quotidiano, giornale notoriamente vicino alle Procure e sui cui scrivono molti magistrati; e dall’altro perché la Procura di Roma ha messo da tempo nel mirino proprio i vertici di Gedi. I due pm romani ipotizzano una maxi truffa, circa 40 milioni di euro, nei confronti delle disastrate casse dell’Inps. Il reato sarebbe stato commesso tramite “fittizzi demansionamenti di dirigenti a quadro”, “illeciti riscatti di annualità pregresse”, “utilizzo come collaboratori esterni di dipendenti già posti in prepensionamento”. Le persone iscritte nel registro degli indagati sarebbero un centinaio, ad iniziare dall’ex amministratrice delegata del gruppo Monica Mondarini, ora transitata alla Cir di Carlo De Benedetti.
La Procura di Roma non ha dubbi sulla solidità del quadro accusatorio e nei mesi scorsi ha chiesto ed ottenuto dal gip Andrea Fanelli, in base alla legge 231 del 2001 che disciplina la responsabilità amministrativa delle società, un sequestro preventivo per 30 milioni di euro nei confronti di Gedi. Il rischio concreto è che i giornalisti che hanno beneficiato di trattamenti agevolati siano ora costretti a restituire le somme percepite. Va precisato che l’attuale proprietà di Gedi, la holding Exor di cui è presidente e amministratore delegato John Elkann, è estranea alle contestazioni, trattandosi di fatti avvenuti nella precedente gestione. Exor, comunque, è anche la controllante della società Juventus Football Club, anche lei sotto il tiro dei magistrati. Ad indagare, questa volta, sono i pm torinesi Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello.
L’inchiesta, denominata “Prisma”, ipotizza per i manager della società sportiva il reato di falso in bilancio, in particolare per gli stipendi percepiti dai calciatori dopo l’accordo post-Covid. Al momento l’Anm non ha comunicato a quale prezzo gli siano state vendute le pagine da Gedi e se siano stati praticati sconti sul listino.
Sconti che potrebbero far sospettare che il trattamento di favore sia dovuto alla complessa situazione penale. La campagna mediatica dell’Anm, definita da molti commentatori, “surreale”, avrà un momento clou questa mattina con l’Assemblea nazionale dell’Anm aperta ai responsabili giustizia dei partiti per coinvolgerli nella discussione sulla riforma.
All’iniziava avevano dato ieri l’adesione la Lega, che parteciperà con Giulia Bongiorno, il Pd con Anna Rossomando, Azione con Enrico Costa. Non parteciperà, invece, Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia alla Camera. Il quale ha dichiarato: “Giudico i contenuti del documento pubblicato sulla Stampa lunari. Le critiche ai principi meritocratici e aziendalisti, che con tanta fatica stiamo tentando di introdurre nel settore giustizia, denotano una insopportabile arretratezza culturale della magistratura organizzata”.
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