Scatta la sovversione
Anm eversiva nel silenzio dei partiti e del Quirinale, ma c’è una fronda nella magistratura

I magistrati entrano in sciopero sfidando la Costituzione, il Parlamento, il buonsenso, la saldezza dello Stato di diritto. È un potere dello Stato che decide di affrontare in piazza un altro potere dello stato. E di delegittimarlo. E di affermare il principio secondo il quale l’indipendenza del giudice, sancita dalla Costituzione, va intesa come diritto dell’intera magistratura ad essere svincolata da qualunque controllo democratico e da qualunque limitazione, e ad avere il potere di legiferare su se stessa senza che il Parlamento possa immischiarsi. È una vera e propria sfida eversiva di una gravità molto alta e forse senza precedenti.
Lo sciopero è stato indetto dall’Anm, che è considerato il partito politico delle toghe, ma in particolare delle Procure, la quale Anm ha scritto nel primo articolo del suo statuto che lo scopo dell’associazione è difendere il “potere giudiziario”. Dunque è la stessa Anm che rivendica il proprio status, cioè l’essere un potere. E nel momento nel quale ci si dichiara potere diventa veramente complicato capire come possa essere considerato legittimo, non solo lo sciopero di un potere, ma persino la stessa esistenza dell’Anm. Nessun potere ha una associazione che lo legittima e lo difende e che combatte contro gli altri poteri che minacciano di ridurne l’assolutezza. Il diritto di sciopero non c’entra niente. C’entra l’invasione di campo, la pretesa autoritaria e antidemocratica.
La cosa più preoccupante è che questa azione sovversiva è stata proclamata nel corso di una assemblea alla quale hanno partecipato quasi tutti i partiti rappresentati in Parlamento. L’unico esponente politico che ha rifiutato di partecipare, perché considerava illegittima la riunione, è stato l’onorevole Zanettin di Forza Italia. Silenzio dei partiti, silenzio del Quirinale. Non è difficile immaginare cosa avrebbe fatto Cossiga di fronte a una sfida così clamorosa: avrebbe mandato i carabinieri… E sarebbe stata la cosa giusta.
Per fortuna, in questo momento molto triste per i nostri assetti democratici, giunge notizia che qualcosa si muove. Dentro la magistratura, finalmente, è nata una fronda. Che si oppone alla riforma, perché la considera una riformina piccola piccola che non cambia niente, e si oppone all’Anm. Per ora si tratta di alcune centinaia di magistrati che sono usciti allo scoperto. Ma possono aumentare. La vera speranza è questa: che alla fine alzi la testa quella parte seria e onesta della magistratura che odia le correnti e non è interessata al potere assoluto.
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