Verso le amministrative
Bene Tansi e il Pd che hanno smascherato de Magistris e i suoi

Ho trovato bella, profonda e, per molti versi, condivisibile l’intervista realizzata da Francesca Sabella a Carlo Tansi per il Riformista. In pochi mesi il leader di Tesoro Calabria, nonché geologo del Cnr e responsabile della Protezione civile, è riuscito a far emergere l’inconsistenza politica, il vuoto progettuale e l’ambiguità strategica di Luigi de Magistris che, nel disperato tentativo di non precipitare nell’oblio politico dopo la tutt’altro che esaltante esperienza da sindaco di Napoli, tentava di guidare un improbabile cartello per proporsi come presidente della Calabria, terra dove ha esercitato per anni le funzioni di pubblico ministero con modalità stigmatizzate da molti. Proprio in quella regione, infatti, sono nate e cresciute le associazioni delle vittime di de Magistris.
Spesso sono stato critico nei confronti del Partito democratico e della sua opposizione non sempre netta e chiara verso l’attuale amministrazione comunale di Napoli. In troppe occasioni, infatti, i democratici si sono presentati come alternativi, salvo poi mostrarsi indulgenti verso le scelte di Dema e stringere con quest’ultimo alleanze strategiche (dalla piena intesa nella Città metropolitana al cartello per l’elezione di Sandro Ruotolo alle suppletive al Senato, nel collegio del Vomero, senza dimenticare il recentissimo voto congiunto per portare un esponente dem al vertice della Commissione mobilità del Comune). Oggi bisogna riconoscere al Pd e ai suoi dirigenti (Francesco Boccia e il campano Stefano Graziano in primis) di averci visto giusto: in Calabria si è recuperata la candidatura autorevole di un giovane e molto apprezzato consigliere regionale come Nicola Irto, ponendo fine a ogni suggestione di intese innaturali con l’attuale sindaco di Napoli che, mentre da un lato si proponeva anche a Cosenza e dintorni come campione dell’antipolitica e indomito avversario del cosiddetto “blocco unico degli affari”, dall’altro non disdegnava – anzi, moltiplicava – le occasioni d’interlocuzione e i tentativi d’intesa con Pd e centrosinistra. È stato lucido e attento Tansi ad avvedersene e a far saltare il banco.
Cala così, mestamente, il sipario su un percorso politico intessuto di sterile populismo, vacua verbosità e ambiguità sul piano strategico e delle alleanze, a partire proprio da Napoli: con una coalizione ufficiale egemonizzata dalla cosiddetta sinistra antagonista che accettava i ripetuti, citati accordi col Pd e perfino il voto determinante sul bilancio dei consiglieri comunali eletti con il centrodestra. Game over. Finalmente si chiude una pagina triste della nostra storia politico-amministrativa che aveva suscitato, in larga parte della nostra comunità, grandi speranze, salvo poi trascinare la città sull’orlo del baratro, con un bilancio “scassato” e servizi pubblici a cittadini e imprese ridotti ai minimi livelli di efficienza. Sarà compito dei nostri giovani, delle migliori energie intellettuali, dei partiti e dei movimenti civici saper cogliere l’opportunità offerta dalle prossime elezioni amministrative, in programma all’inizio dell’autunno, per invertire la rotta rovinosa imboccata nell’ultimo decennio e cominciare finalmente a costruire la Napoli del terzo millennio.
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