Mentre è in corso l’ottavo e decisivo scrutinio per la conferma a presidente della Repubblica di Sergio Mattarella, iniziano a volare stracci nella maggioranza del governo Draghi. Non solo il caso Giorgetti e il presunto passo indietro da ministro dello Sviluppo Economico perché “mi ha detto che se uno ci mette l’anima e risolve i problemi, lavora e poi gli altri ministri, di notte, gli smontano il lavoro magari ci rimane male. Ma Giorgetti – precisa Matteo Salvini – è un ottimo ministro, non solo della Lega, ma di tutta l’Italia. E continuerà il suo lavoro. Abbiamo solo chiesto un incontro con Draghi per chiarire alcune cose”.

Il segretario del Carroccio prova a fare chiarezza sulla giornata di ieri e, nel corso della maratona Mentana in onda su La7, ricostruisce quanto avvenuto. “Conte e Letta mi hanno proposto una rosa di cinque nomi, tra cui quello della Belloni. Ho detto ‘grazie per la proposta, datemi due ore’, poi sono tornato e uno di quei 5 aveva il sostegno della Lega. Poi a notte, ho capito che chi me lo aveva proposto aveva cambiato idea. Non so perché Letta ha cambiato idea”.

Salvini spiega che la donna a capo dei servizi segreti italiani non è stata una sua idea: “Mi è stata proposta dai segretari di PD e 5 Stelle durante l’incontro di ieri. I miei non andavano bene a prescindere. Alla Belloni non ci avevo pensato, donna di grande prestigio, non è venuta da me, ammetto il limite. Me l’hanno proposta Conte e Letta quando sono entrato in quella stanza per l’incontro”.

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Salvini spiega poi di aver proposto in mattinata il “nome della Cartabia ma non andava bene nemmeno lei. Alle 10.36 di stamani ho detto: è più serio chiedere al presidente Mattarella se è disponibile a sacrificarsi e ripensarci. Ho fatto di tutto per evitare di chiedergli questo sacrificio e dare a italiani primo presidente donna ma non ce l’ho fatta”.

Sulla candidatura di Belloni, Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa del Movimento 5 Stelle, spiega: “Ieri ho bloccato l’asse giallo verde nero su Belloni”, ovvero Movimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia. Poi critica l’atteggiamento di Letta: “Con Enrico ci siamo mossi insieme in questi giorni, mi è piaciuto un po’ meno su Belloni perché avrebbe dato l’ok… poi sono uscito io e sono usciti tutti: parte di Forza Italia, Leu, gran parte del Pd e Di Maio che ieri avevo chiamato, mi aveva detto che non sapeva che fare e poi invece è uscito”.

Sulle frizioni interne al Movimento 5 Stelle dopo le dichiarazioni di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, che ieri sera ha criticato il modus operandi utilizzato per scegliere e bruciare nel giro di poche ore candidati, Conte ha tergiversato, sottolineando poi che ci sarà tempo per chiarire queste cose, soprattutto nei confronti della base del Movimento. “Sono state ore febbrili, finora non c’è stato modo di chiarire il significato di alcune uscite” ma “ci sarà tempo per chiarire tutto con la comunità del Movimento 5 Stelle”.

Poi rincara e spiega che la trattativa sulle candidature femminili è stata condotta a tre: “Ero stato delegato dal Pd a trattare con Salvini. Poi io ho chiesto al segretario Letta di affiancarmi in quegli incontri”.

Sulla Belloni si era sbilanciato anche Beppe Grillo, garante del Movimento 5 Stelle, che ieri sera, probabilmente dopo aver ricevuto garanzie dallo stesso conte, aveva pubblicato un tweet dando per scontata l’elezione della prima donna alla presidenza della Repubblica.

Redazione

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