Dopo le polemiche, i veleni e le accuse incrociate tra Davide Casaleggio e la dirigenza del Movimento 5 Stelle, in particolare l’ex capo politico Luigi Di Maio, mezzo Rousseau finisce in soffitta. Diversi servizi della piattaforma web legata al Movimento da ieri sono infatti sospesi fino al prossimo dicembre. Gestione delle liste elettorali in ottica comunali 2021 in stand-by, cala la serranda sul portale Lex iscritti per far partecipare gli attivisti alle proposte di legge e il fondo per la tutela legale dei consiglieri comunali è congelato. Insomma, tutto bloccato dall’oggi al domani. Ma non basta: ci sono un ufficio di Milano disdetto e attività annullate. Saltano i prossimi incontri della scuola interna per formare i portavoce e l’evento di domani Villaggio Rousseau – Le Olimpiadi, con dibattiti e convegni aperti ai cittadini. Le altre parti del portale (la tutela legale e la certificazione degli iscritti, il team di comunicazione, il voto online e il supporto al fondatore Beppe Grillo e al capo politico Vito Crimi) rimangono in piedi.

«In assenza delle entrate previste non risultano più sostenibili le spese necessarie per supportare specifici servizi e attività. Continuiamo ad augurarci che chi ha responsabilità di far rispettare le regole la eserciti», si legge in un comunicato dell’associazione Rousseau pubblicato sul Blog delle Stelle. Anche se non li nomina nel mirino di Casaleggio ci sono da tempo diversi parlamentari grillini che non avrebbero pagato le loro quote alla sua associazione. I vertici non sarebbero intervenuti e ora la scelta della sospensione sarebbe stata obbligata. L’altro ieri, però, sono emerse indiscrezioni sulla bozza del nuovo statuto di cui molti deputati e senatori pentastellati si vorrebbero dotare: un documento in cui non ci sarebbe alcun riferimento alla piattaforma Rousseau (che gestisce i dati degli eletti), forse da discutere al prossimo “congresso”, gli Stati generali. I maligni, quindi, parlano della sospensione come una ripicca del figlio del guru grilino scomparso nel 2016 contro chi vorrebbe accompagnarlo alla porta.

«Sui presunti mancati pagamenti devono parlare Crimi e Casaleggio – commenta a Il Riformista la deputata M5S Patrizia Terzoni – È come tra due aziende, con una che fornisce servizi a un’altra: i due capi si devono confrontare». Ma i morosi ci sono o no? «Dipende da quello che si vuole intendere – spiega – Un conto sono i bonifici, un conto sono le rendicontazioni. Anche io ho fatto i miei bonifici, ma non ci sono le ultime rendicontazioni. Quindi potrebbero esserci i bonifici, ma non le rendicontazioni. Tuttavia io non conosco i dati, li ha Casaleggio». Sul “congresso”, poi, la deputata chiarisce: «La vicenda della sospensione dei servizi e gli Stati generali sono due cose distinte, non credo verranno rimandati».

Proprio in quell’occasione si dovrà discutere del ruolo di Casaleggio, della piattaforma e della direzione politica da dare al Movimento. Soprattutto dopo le affermazioni di Alessandro Di Battista che, poco dopo aver incontrato il gestore dei servizi online, a La 7 ha paragonato i grillini all’Udeur di Clemente Mastella, parlando dell’accordo con il Pd come «la morte nera». «Sul no all’alleanza strutturale concordo – lo supporta Terzoni- io sono stata contraria anche alle alleanze locali con i partiti». Intanto Max Bugani, ex socio di Casaleggio e ora consigliere comunale a Bologna, ha detto a La Repubblica che il M5S è «come la Costa Concordia», aggiungendo che «attaccare Rousseau è gravissimo, perché ci ha consentito di creare un sogno». L’ha toccata piano, direbbe qualcuno.