L'inchiesta sul presunto stupro
Caso Grillo, il garante 5 Stelle vuole un’inchiesta sulla vita della ragazza che accusa Ciro: ma si spacca il fronte della difesa
La controffensiva della famiglia Grillo. Il garante del Movimento 5 Stelle e il figlio Ciro, indagato per stupro di gruppo assieme a tra amici ai danni di una 19enne italo-svedese, fatti che sarebbe accaduti nella villa in Sardegna del comico genovese nell’estate del 2019, cambiano strategia.
Dopo l’autogol del video di Beppe Grillo in difesa del figlio, ‘disconosciuto’ non solo da uno degli amici indagati di Ciro ma anche da alcuni ‘big’ del Movimento, tra cui il sottosegretario Giancarlo Cancelleri, ora Grillo avrebbe dato mandato a un medico legale di fare una perizia sulla presunta vittima dello stupro.
A scriverlo oggi è Repubblica, che rivela come Grillo avrebbe affidato l’incarico a Marco Salvi: un nome noto per aver lavorato ai casi del killer Donato Bilancia e all’omicidio di Carlo Giuliani al G8 di Genova del 2001.
Il professionista, tramite foto e video di quella notte, avrebbe quindi il compito di definire quanto Silvia in quella notte del 17 luglio a Porto Cervo fosse ubriaca o capace di intendere e di volere. Salvi, nelle intenzioni di Grillo, dovrà fornire un ritratto della personalità e dei comportamenti della presunta vittima, una mossa considerata l’arma in più per la difesa di Ciro e degli altri tre indagati, che in realtà sembra essere un nuovo fattore di polemiche.
In realtà i familiari dei ragazzi indagati, secondo quanto scrive Il Fatto Quotidiano, dopo la ‘sparata social’ di Beppe Grillo avrebbero chiesto di modificare o “quantomeno ridiscutere” la strategia difensiva e comunicativo. L’obiettivo sarebbe quello di rendere pubblico il filmato del presunto stupro, oggetto di due diverse e opposte interpretazioni: per i quattro indagati sarebbe la prova della mancata violenza sulla 19enne, che sarebbe stata consenziente; per l’accusa invece la dimostrazione dell’avvenuta violenza sessuale di gruppo.
Ma il fronte difensivo dei quattro giovani indagati, dopo il riesplodere mediatico del caso, si sta dividendo sempre più. Dopo Vittorio Lauria, che in una intervista audio concessa a Non è l’Arena si è dissociato dal video di Beppe Grillo in difesa del gruppo, è arrivato anche il turno di Francesco Corsiglia.
Il 22enne nel raccontare la sua versione dei fatti a Gregorio Capasso, procuratore di Tempio Pausania, si è smarcato da Ciro Grillo e dagli altri due amici: quella notte, ha spiegato, non ha mai preso parte al sesso di gruppo con la 19enne italo-svedese, per l’accusa uno stupro, pur ammettendo di aver avuto un “rapporto consensuale” con la ragazza.
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