L’obiettivo dev’essere ripartire, determinando un allineamento di tutti i fattori utili al conseguimento di questo risultato. Il sistema deve rilanciarsi in termini di domanda e competitività, adeguandosi ai cambiamenti che il Covid ha generato. Il primo elemento che appare fondamentale, soprattutto per alcuni settori, è la realizzazione di un reale processo di digitalizzazione, con l’obiettivo di accrescere l’efficienza delle capacità produttive delle imprese, rendendole più competitive sui mercati. In caso contrario si rischia di rimanere fuori da un nuovo contesto completamente rinnovato, in cui le nuove professionalità legate sia all’innovazione che alla green economy saranno molto richieste dalle aziende, costituendo una formidabile occasione di occupazione soprattutto per i giovani. Innovazione, digitalizzazione e green economy sono i drivers su cui puntare per ripartire.

Questi elementi si legano a filo doppio alle difficoltà occupazionali che affliggono la nostra terra, che soffre più di altre realtà per quel che concerne i dati legati alla disoccupazione giovanile. Questi dati, infatti, insieme a quelli negativi riguardanti il drastico calo dell’occupazione femminile, ci preoccupano in maniera particolare. Per questo pensiamo che sia necessario puntare sulla formazione di nuove professionalità tali da trainare la crescita complessiva del nostro territorio. Creare nuove opportunità di lavoro significa, da un lato, ridare fiducia alle imprese per favorire gli investimenti e, dall’altro, rendere i territori nuovamente attrattivi per gli imprenditori italiani e stranieri. Per realizzare tutto ciò è necessario un reale processo di semplificazione della macchina burocratica.

Gli imprenditori non chiedono agevolazioni, ma di poter essere messi nelle condizioni migliori per poter investire e creare lavoro, trovandosi di fronte uno Stato “amico”. Le attività delle aziende sono fondate sulla programmazione. Di conseguenza, ogni giorno perso è un danno economico enorme. Chi investe vuole regole chiare e tempi certi. È importante, per l’imprenditore, potersi interfacciare con interlocutori ben definiti e non imbattersi in una moltitudine di enti chiamati a pronunciarsi rispetto a un’iniziativa di impresa. A volte gli stessi enti pubblici trovano difficoltà a individuare le procedure corrette per dare il placet alle opere da realizzare. Da troppo tempo, purtroppo, si parla di semplificazione amministrativa, ma in realtà in questi anni non si è fatto nulla. Anzi, potremmo dire che la situazione è addirittura peggiorata. In questo momento non ci si può permettere di non attrarre investimenti o di lasciare che imprenditori operanti sul nostro territorio vadano a produrre altrove, magari in Paesi dell’Unione europea con politiche industriali più favorevoli rispetto all’Italia.

Il discorso legato alla necessità impellente di semplificare la burocrazia chiama in causa anche il Recovery Fund, un’opportunità storica per lo sviluppo dell’intero Paese, quindi per la Campania e per la provincia di Caserta. Il Piano approntato dall’Ue, infatti, finanzia solo i progetti esecutivi, pertanto è necessario essere veloci ed efficienti nell’approvazione dei provvedimenti. Se impieghiamo troppo tempo per svolgere questi passaggi perdiamo il treno del Recovery, concedendo un vantaggio competitivo ai concorrenti europei. Se si considera che, per esempio, in Italia occorrono dieci anni per realizzare una grande opera e tre quarti di questo tempo viene speso per le questioni burocratiche che precedono l’avvio dei cantieri, appare evidente come sia necessaria una drastica inversione di tendenza.

Altro elemento prioritario e non più eludibile per il rilancio dell’economia è quello della riduzione del cuneo fiscale. C’è una sperequazione enorme tra il reddito effettivo ricevuto dai lavoratori e il costo sostenuto dalle aziende. Dopo tanti anni di promesse disattese è fondamentale intervenire sul cuneo fiscale favorendo una condizione che elevi il reddito reale dei dipendenti. In tal modo si rafforzerebbe la domanda di beni di consumo, rilanciando l’economia nel suo complesso. Vorrei che tutti comprendessero come il successo di un’azienda generi un più elevato gettito fiscale e quindi una maggiore crescita del territorio in cui essa opera. Spero che questo concetto possa trovare presto una concreta applicazione anche attraverso un doveroso passaggio legislativo.

Lo Stato, da solo, non può farcela e il privato, nel rilancio del Paese, dev’essere considerato un alleato e non un nemico. Bisogna ripartire, dunque, per avviare una nuova stagione di sviluppo. Ci sono difficoltà, è inutile negarlo, ma non siamo certo all’anno zero. Solo lavorando tutti insieme – imprese, istituzioni e corpi intermedi – riusciremo a dar vita a un concreto processo di ripresa.