“Se il Pd candida Conte, la candidatura riformista noi la troveremo in ogni caso ma non sarà Giuseppe Conte. Perché il Pd può fare quello che crede, ma regalare il seggio sicuro (a quel punto forse non più sicuro?) al premier del sovranismo, all’uomo che ha firmato i Decreti Salvini, all’avvocato che non vedeva differenza tra giustizialismo e garantismo significherebbe subalternità totale. È un seggio parlamentare, non è un banco a rotelle! Se davvero sarà Conte il candidato del Pd, ci attende una bellissima campagna elettorale nel collegio di Roma Centro” scrive Matteo Renzi. A Italia Viva si aggiunge anche Carlo Calenda contro la possibilità che Giuseppe Conte sia il candidato unitario di Pd e Cinque Stelle nel voto per le elezioni suppletive del 16 gennaio alla Camera per il collegio di Roma 1.

Roberto Gualteri, a sua volta subentrato nelle suppletive del marzo scorso a Paolo Gentiloni lascia libero il seggio e Calenda non esclude di scendere in campo personalmente per contrastare Conte. “È incredibile – scrive su Twitter il leader di Azione sconfitto da Gualtieri nella corsa per il Campidoglio – il livello di sottomissione del Pd al Movimento Cinquestelle. Incredibile. Non esiste alcun Ulivo 2.0 ma semplicemente un patto di potere tra due classi dirigenti prive di coraggio, spinta ideale e coerenza. Contrasteremo questa scelta”.

La proposta indecente al leader M5s è arrivata dal Pd. I motivi sono tanti. Uno è anche il fatto che, se Conte venisse eletto, sarebbe in Aula al momento delle elezioni del presidente della Repubblica. E i continui sommovimenti all’interno dei gruppi parlamentari del M5s dimostrano quanto ci sia il bisogno della presenza anche fisica e costante del leader. In più agevola il lavoro di confronto con i leader degli altri partiti della coalizione, a partire dal segretario del Pd Enrico Letta, che come noto è deputato eletto al collegio di Siena un paio di mesi fa e peraltro proprio sostenuto da un’alleanza che andava da Renzi al M5s. Letta al momento non ha detto niente.

“Candidare Conte nel collegio che Gentiloni e il Pd di Renzi vinsero nel 2018 contro M5s-destra, e dove la Lista Calenda è arrivata prima alle comunali di due mesi fa – gli fa eco Michele Anzaldisignifica mettere a rischio quel seggio. Serve una candidatura riformista, altrimenti vince il centrodestra”.

Il predecessore di Letta, Nicola Zingaretti, fautore insieme a Goffredo Bettini del patto con Conte, ieri all’incontro per la presentazione del libro alla fiera Nazionale della piccola e media editoria ha sottolineato che è: “Opportunità da valutare. Conte candidato alle suppletive al collegio di Gualtieri come simbolo dell’alleanza giallo-rossa? Deciderà nei prossimi giorni chi deve decidere. Io dico solo una cosa del perché penso sia un’opportunità da valutare: noi dobbiamo costruire un’alleanza che si prepara alle elezioni per vincere le elezioni. Chi vuole costruire un’alleanza pensa all’Italia e al suo benessere, chi la piccona pensa, illudendosi, solo a se stesso e a ‘lucrare’ punti di posizione per poi magari trattare”.

Riccardo Annibali

Autore