Scii, riaperture, allentamenti? Niente affatto. Serve un lockdown duro secondo Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova e fautore di quello che era stato definito il “modello Veneto” nella prima ondata del coronavirus nel 2020. “Bisognava fare il lockdown a dicembre, prevenendo tutto questo, mentre ora siamo nei guai. Come se ne esce? Con un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele”, ha detto a La Stampa.

Polemiche intanto sull’ordinanza del ministero della Salute che ha prorogato la chiusura fino al 5 marzo. Incompatibile la ripresa della stagione sciistica con la situazione epidemiologica che rischia di far schizzare in alto la curva dei contagi. La decisione causa i primi malumori nel governo: i ministri della Lega sono contrari e chiedono ristori. Mal di pancia anche di governatori di Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia.

Prima di Crisanti era arrivato l’allarme del consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi a spingere alla chiusura totale. “Va chiuso tutto e va lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti. Dove si trovano le varianti brasiliana e sudafricana servono lockdown stile Codogno, non le zone rosse che sono troppo morbide”, ha aggiunto Crisanti. E quindi ha paragonato la situazione in altri Paesi: “La Germania continua il lockdown, la Francia pure, l’Inghilterra anche, solo noi pensiamo a sciare e a mangiar fuori. Tutti vogliamo una vita normale, ma non si realizza se non si controlla la pandemia”.

L’allarme è causato dalla diffusione delle varianti di coronavirus: “Il rischio attuale è la diffusione della variante inglese, che se non si ferma subito aumenterà di molto la circolazione del virus e di conseguenza il rischio ulteriore di altre varianti, tra cui alcune che potrebbero resistere ai vaccini”.

Un passaggio più politico, sulla conferma del ministro Roberto Speranza alla Salute nel governo Draghi, e sulla campagna vaccinale. “Credo sia stato giusto confermare Speranza, perché conosce le carte. Però conta molto chi lo consiglia e lì forse qualcosa va cambiato. Non può rimanere tutto com’è – ha detto Crisanti – Le politiche adottate fin qui sono state sempre di rincorsa al virus, mentre è venuto il momento di anticiparlo. Sarò distratto, ma ho scoperto solo ieri delle strutture con la primula: uno spreco di soldi pubblici, mentre bisogna organizzare scuole, cinema, teatri e palestre”.

Antonio Lamorte

Autore