Eccolo Gratteri, è qui, sempre in pista. Sul piano mediatico (che è quello che a lui interessa di più) il processo Rinascita Scott non sta andando benissimo. I giornali e le Tv se ne fregano un po’. Lui ha portato a casa il risultato di essersi scelto da solo il giudice, perché la giudice assegnata dal tribunale aveva la fama di giudice troppo seria e rigorosa: l’ha fatta cambiare. In Italia può succedere.

Però le Tv sembrano un po’ scettiche su questo processo. E questo gli fa male. Occorre un rilancio immediato. E il rilancio si chiama Operazione di Basso Profilo: di buono c’ha il numero dei poliziotti impegnati (300, per 13 arresti) gli elicotteri (10), e due nomi. Francesco Talarico, assessore regionale, e Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc. C’è qualcosa contro di loro? No, questo no.

C’è solo un pranzo che non piace a Gratteri. Con un boss mafioso? No, con un imprenditore che Gratteri considera losco. Ci sono intercettazioni che incastrano Cesa? No, no, solo qualche intercettazione che lo scagiona. E Talarico? Voleva fare il deputato e quindi, siccome è calabrese, probabilmente ha chiesto l’aiuto della ‘ndrangheta. Lo ha avuto? Non si sa, però non è stato eletto.

Niente di nuovo. Tra i magistrati (che sono anche, talvolta, persone spiritose), queste operazioni, in gergo, vengono chiamate “gratterate“. I magistrati sanno benissimo come sono andate sin qui le inchieste di Gratteri (tutti flop) e sanno che anche le inchieste future, a occhio, avranno successo solo in termini di vendita dei libri in libreria.
Stavolta però c’è una novità. Il sospetto, legittimo, dell’inchiesta ad orologeria. Cesa è il capo dell’Udc che nei giorni scorsi ha impedito all’Udc di dare la fiducia al governo Conte. E Conte, ora, sta cercando in tutti i modi di trovare nuovi voti a suo favore, perché sennò Mattarella gli mette un diktat. Conte vuole l’Udc. È assurdo sospettare che Cesa sia stato chiamato a pagare – con l’incolpazione per associazione a delinquere (con l’aggravante mafiosa) – la sua posizione intransigente? Troppa malizia? Mica tanto. La politica, in Italia, da molti anni, funziona così.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.