Il Fatto Quotidiano ha ricevuto un finanziamento di due milioni e mezzo garantito al 90 per cento dallo Stato. Cioè garantito dal governo Conte. Lo ha ottenuto utilizzando uno degli ultimi decreti del governo, quelli che hanno come scopo il salvataggio delle nostre imprese colpite dal virus e dal lockdown. In realtà i giornali sono tra i meno colpiti dal lockdown, ma Il Fatto, probabilmente potendo contare su una certa simpatia a Palazzo Chigi, è riuscito a intrufolarsi e a mettere in tasca i soldi. Spesso ci era capitato di leggere che Il Fatto è contrario agli aiuti pubblici all’editoria. Noi no. Noi siamo favorevoli agli aiuti pubblici. Però non li riceviamo. Il Fatto è contrario e li riceve. Succede…

La notizia del colpaccio del giornale di Travaglio (che segue la conquista della Presidenza dell’Eni da parte di una delle amministratrici del giornale) l’ha data Nicola Porro nel suo blog. In toni abbastanza divertiti, Porro ha fatto notare che Il Fatto esce da un’annata nera, sul piano economico, avendo chiuso il 2019 con un passivo di un milione e mezzo, e fa parte di un settore dell’imprenditoria non molto florido in questa fase, e che dunque, in condizioni politicamente neutre, sarebbe molto molto difficile per chiunque ottenere un prestito per di più di questa notevole entità. E allora?

Beh, magari se sei un giornale normale il prestito non te lo do, se invece sei il giornale della magistratura e per di più, ora, il giornale di Palazzo Chigi, perché non farti un favore? È il nuovo corso, ragazzi: Eni, Unicredit e vedrete che presto verrà anche qualche altra cosa. Curioso che, in questo clima, Il Fatto si sia scagliato contro la Fiat che aveva anche lei chiesto di potere usufruire del decreto. “Figli e figliastri…”. Noi comunque facciamo a Travaglio e ai suoi ragazzi i nostri auguri sinceri. Non siamo affatto invidiosi. Poi, sai, se non c’è rilevanza penale…

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.