Un avviso ai naviganti chiaro come poche altre volte. Mario Draghi nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al terzo decreto Aiuti risponde con un secco “no” alla domanda e all’ipotesi di un nuovo mandato a Palazzo Chigi, la carta che da settimane si sta giocando in particolare il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi.

Ma è secco il ‘no’ anche ai dubbi sulle sanzioni contro la Russia di Putin, che proprio in questi giorni è alle prese con una pesante controffensiva ucraina che sta liberando decine di chilometri quadrati di territori un tempo occupati dalle forze militari di Mosca.

Le sanzioni, la Russia e gli ‘avvisi’

Sanzioni che “funzionano”, spiega il premier, “altrimenti non si capirebbero certi comportamenti recenti del presidente Putin e bisogna continuare su quel fronte. E continuare sul fronte di sostegno all’Ucraina per la guerra di liberazione da chi ha invaso il paese. Questa è stata la linea del mio governo”.

Quindi la prima bordata contro chi sulle sanzioni ‘tentenna’, per usare un eufemismo, come il leader della Lega Matteo Salvini. “All’interno del centrodestra ci sono tanti punti di vista. Quello di Salvini prevale? Non lo posso dire questo. È una visione (quella di Salvini ndr) che il governo attuale non condivide”, le parole di Draghi.

Poi l’affondo durissimo, con parole inconsuete per il presidente del Consiglio. Draghi parla infatti di una democrazia italiana “forte” che “non si fa abbattere dai nemici esterni e dai loro pupazzi prezzolati”. Il riferimento è ovviamente è al caso del dossier degli 007 americani su presunti fondi russi ai partiti stranieri.

Denaro che, stando a quanto riferito da Gabrielli al Copasir, non è arrivato nelle tasche di partiti nostrani. Ma d’altra parte il premier ricorda anche come “negli ultimi 20 anni la Russia ha effettuato una sistematica opera di corruzione in molti paesi europei e negli Stati Uniti, non c’è niente da stupirsi sono cose note

E sempre sul ruolo della Russia arriva l’altro messaggio durissimo del premier quando, parlando delle previsioni sul futuro dell’Italia, dalla lealtà all’Alleanza atlantica alle stime sulla crescita, il premier si lascia andare e spiega di non condividere “ la visione negativa di chi vede che il pnrr così non va bene”, ma soprattutto di “chi parla di togliere le sanzioni e parla di nascosto con i russi, c’è gente che lo fa e c’è gente che non lo fa”.

Il centrodestra e Orban

Ma è un Draghi particolarmente ‘politico’ quello che parla in conferenza stampa, con un intervento che spazia anche sui legami tra Meloni, Salvini e l’Ungheria di Viktor Orban, con i rappresentati all’Europarlamento dei due partiti sovranisti che hanno votato contro il documento che condanna la svolta illiberale del governo di Budapest. 

Draghi non ha problemi a dire “noi abbiamo” una diversa idea di Europa, “difendiamo lo Stato di diritto i nostri alleati sono la Germania, la Francia che difendono lo stato di diritto. C’è da domandarsi come uno si sceglie i partner? Certamente sulla basa di una comunanza ideologica ma anche sulla base della tutela degli interessi degli italiani. Bisogna chiedersi chi mi aiuta a proteggere gli italiani meglio? Chi conta di più tra questi partner? Datevi voi le risposte”, le parole del premier in conferenza.

Il supporto all’Ucraina (e Conte)

Quindi quello che appare come un attacco contro il suo predecessore a Palazzo Chigi, quel Giuseppe Conte che sull’Ucraina è stato accusato da più parti di aver praticato diverse giravolte. Il premier non lo nomina, ma il messaggio è chiaro:  Nei rapporti internazionali bisogna essere trasparenti. Ci vuole coerenza, non giravolte per cui si vota l’invio delle armi e poi si dice ‘no, non sono d’accordò. Oppure, ancora peggio – aggiunge Draghi – non si può inorgoglirsi dell’avanzata Ucraina dopo che si è votato contro… Si voleva forse che l’Ucraina si difendesse a mani nude?“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia