Elly Schlein ci ha ripensato, così per la terza volta consecutiva e con alle spalle un rinvio di mesi, l’assemblea dei parlamentari Pd che doveva dare il via libera agli uffici di presidenza del gruppo parlamentare, è saltata di nuovo. Al Nazareno è in corso una sorta di psicodramma che ruota attorno al deputato Piero De Luca, proposto alla riconferma come vicecapogruppo dem alla Camera dei Deputati.

Naturalmente è in discussione il segnale di pacificazione che in questo modo Elly manderebbe al padre, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e che il cerchio magico della nuova segreteria non vorrebbe concedere. ‘Stiamo rasentando il ridicolo, un nuovo rinvio poi per incarichi che riguardano solo noi. Pensavamo di essere entrati in un nuovo mondo ed invece anche questa volta siamo dentro ad un mondo vecchissimo, il solito vecchio mondo delle nostre correnti’, mormorava un senatore stamattina una volta appreso da un messaggio Whatsapp del nuovo rinvio.

Per sintetizzare l’ultimo dissidio in casa dem: la sinistra pretende lo scalpo di Piero De Luca e non gradisce particolarmente neanche il nome del senatore Alfredo Bazoli, l’avvocato bresciano che dovrebbe prendere il posto di Alessandro Alfieri, il ventriloquo di Lorenzo Guerini, che nel frattempo ha traslocato in segreteria.
Così l’accordo che aveva confezionato la capogruppo franceschiniana Chiara Braga (e con De Luca e Bazoli dentro) raggiunto dopo una sequenza infinita di liti e di riunioni, è saltato nuovamente. La sinistra che conta al Nazareno ha bloccato tutto, chiedendo a gran voce discontinuità sui nomi, mandando in totale confusione l’intero partito.

“È una pochade di infimo livello, recitata da attori amatoriali, che ripetono a pappagallo copioni che non hanno neanche capito. Non si rendono conto che questi continui rinvii minano la residua credibilità sul cosiddetto nuovo Pd”, si sfoga una deputata del Nord in bouvette. Raccontano che Elly sia molto indecisa sul da farsi, i parlamentari della ex Base Riformista hanno minacciato di non votare l’ufficio di presidenza, mandando a gambe all’aria la sbandierata retorica sull’unità ritrovata. Insomma volano le sedie al Pd, ma questa davvero non è una novità. Vediamo se domani andrà in scena il quarto rinvio consecutivo.

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Vive a Roma ma è cresciuto a Firenze, è un antico frequentatore di corridoi, ha la passione per Philip Roth e per le melanzane alla parmigiana, predilige il paesaggio della Versilia