Le misure di contenimento si stringono, con il divieto (sotto forma di ordinanza, che ampia l’ultimo decreto) che chiude parchi e ville, vietando anche le attività sportive all’aperto e lo spostamento verso le seconde case. Un compromesso tra sensibilità divese, perché diverse sono le posizioni dei partiti. L’epidemia divide la politica in tre partiti: chi vuole stringere ulteriormente il lockdown, chi trova adeguate le misure in corso, magari con aggiustamenti senza decretazione, e chi ritiene invece che si stia già esagerando. I governatori del Nord tirano la volata del primo schieramento. E ieri il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha provato a fare l’arrembaggio: «Chiudiamo tutti i negozi nel fine settimana, vietiamo lo sport all’aperto», ha detto, subito rimbeccato da Roma, con il governo che ricorda la necessità di mantenere aperti i supermercati.

«Ridurre gli orari di apertura, mandare l’esercito in tutte le strade a controllare chi si sposta», fa eco il presidente della Regione Lombardia, Fontana. Matteo Salvini, che pure non ha dato il buon esempio con la sua passeggiata romana, detta la linea. E appare in un video con la mascherina: «Se il governo non lo impone, la Lega chiede a sindaci e governatori di farlo». E lancia l’hashatg #chiuderetutto. La sensazione è però che si tratti più di una tattica comunicativa, piuttosto che di strategia politica. Infatti se si guarda dentro al #chiuderetutto, e si chiede a Salvini cosa dovrebbe fare il Parlamento, dice subito il contrario.

«Le cassiere sono al supermercato? Sì. I farmacisti tengono aperte le farmacie? Sì. I parlamentari possono fare i parlamentari». Il Pd lo impallina con una nota. «Chiudere tutto, come dice Salvini, vuol dire creare anche enormi problemi alla filiera dell’approvvigionamento alimentare per le famiglie italiane. Autogrill e altre stazioni di servizio indispensabili per l’autotrasporto non possono chiudere in alcun modo. O forse Salvini pensa di creare il caos e lasciare gli scaffali vuoti nei supermercati?».

Anche Matteo Renzi si fa sentire e con una diretta Fb dove invita l’esecutivo a rafforzare le misure per le partite iva e rilancia il piano Shock, senza dimenticare le carceri dove il virus rischia di contagiare tanto i detenuti quanto gli agenti della penitenziaria. Ma «stringere gli orari di apertura dei supermercati è sbagliatissimo. Faciliterebbe addirittura il contagio. Non sono giorni facili. Serve molta lucidità. Invito coloro che hanno responsabilità a decidere senza rincorrere gli umori ma seguendo il buon senso». Il politologo Luigi Di Gregorio, sullo stesso canale social, sottolinea il diverso approccio di Giorgia Meloni, che alle dichiarazioni urlate preferisce il lavoro in sordina, raccoglie donazioni dal gruppo FdI per i medici e consegna 500mila euro all’Azienda Socio Sanitaria di Bergamo. «Ha capito che fare opposizione come se fossimo in tempi normali (cioè facendo caciara) non serve».

Anche se poi la stessa Meloni, davanti alla possibilità che lunedì Gualtieri firmi l’adesione al Mes, sale di un’ottava: «Siamo pronti a scatenare l’inferno, se l’Italia accede al Fondo salvastati». Il meccanismo, a sentire Meloni, comporterebbe «la svendita di asset strategici e commissariamento in cambio di denari che noi stessi abbiamo versato. Soltanto esprimere pubblicamente la volontà di essere commissariati dalla Troika accendendo al Mes espone l’Italia alla speculazione finanziaria». Ma Forza Italia non è d’accordo e si schiera con la maggioranza.

«Noi di FI fin dall’inizio abbiamo detto che in Europa bisognava usare tutti i bazooka disponibili: da quelli della Bce in misura straordinaria e illimitata a quello del famigerato Mes, il fondo salvastati che per primi abbiamo ridefinito fondo “salva Europa” senza condizionalita’ per interventi specifici legati alla pandemia in tutti gli Stati dell’Unione», dichiarano in una nota congiunta Giorgio Mulé, deputato e responsabile dipartimenti di Forza Italia e Renato Brunetta, deputato e responsabile economico del movimento azzurro. Gelo da parte del M5S, spiazzato.

«Circa il ricorso al Mes senza condizionalità e senza vincoli purtroppo non ci credo», fa sapere a Conte il capo politico del M5s Vito Crimi, ribadendo la contrarietà del Movimento. Sulla stessa linea è LeU. «È un grave errore per l’Italia invocare il Mes – dice il deputato Stefano Fassina. A troncare di netto ogni polemica, in serata, l’intervento di Ursula von der Leyen: nella giornata in cui il Fmi rivede al ribasso le stime per l’Italia, la presidente delle Commissione apre ai “coronabond” e annuncia la sospensione del Patto di Stabilità.

«Questo vuol dire che i governi nazionali possono pompare nell’economia quanto serve. Stiamo allentando le regole per consentire loro di farlo», dichiara la Presidente dell’Ue. «Una notizia importante da Commissione: stop a Patto di Stabilità, grazie a Paolo Gentiloni. L’Ue c’è. Nuove regole per aiuti di stato e fondi strutturali, sospensione infrazioni. Uniti per superare l’emergenza, a qualunque costo», twitta il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.