Nel Si&No del Riformista spazio al dibattito sulla sospensione del reddito di cittadinanza comunicata ai diretti interessati con un sms. Giusto l’Sms per avvisare i percettori del reddito dello stop alla misura? E’ la domanda posta nell’edizione odierna. Favorevole la giornalista Annarita Digiorgio secondo cui si tratta della “stessa modalità con la quale ogni mese ricevevano l’avviso di accredito” i percettori del sussidio. Contrario invece il giornalista Giulio Pinco Caracciolo. “Servivano una sensibilità e una delicatezza più profonde” il suo commento.

Qui l’opinione di Annarita Digiorgio:

È davvero surreale e pretestuosa la polemica inscenata da Pd e 5 stelle contro l’Sms che l’Inps ha inviato a chi dal mese di agosto non prenderà più il reddito di cittadinanza. Come avrebbero dovuto avvisarli? Con una telefonata della presidente Meloni? O con un comizio come fa Conte per fomentare le piazze? O con un brindisi dal balcone, come fece Di Maio quando abolì la povertà? I percettori, che fossero in grado o meno di lavorare, ogni mese ricevevano dall’Inps l’Sms di avviso per l’accredito. E con la stessa modalità hanno ricevuto quello dello stop alla misura. Il metodo più veloce, sicuro ed efficiente per avvertirli. Ma possibile che parte dell’opposizione si limiti a polemiche così povere e strumentali? Diverso sarebbe stato criticare nel merito la misura, ma a questo punto il Pd avrebbe dovuto rimangiarsi tutta la politica che ha portato avanti fino alla nascita del governo Conte bis.

Il Pd infatti, compatto, votò contro l’istituzione del reddito di cittadinanza. Tutto il Pd, non solo Matteo Renzi. Compreso chi oggi tra i dem lo difende strenuamente. Compreso Andrea Orlando. Compreso Francesco Boccia. Che in una intervista al sole 24 ore il 30 novembre 2018, diceva: “Il reddito di cittadinanza? È una grande sciocchezza: aumenterà solo il lavoro nero, e in Campania ho incontrato cittadini che stanno per divorziare alfine di avere diritto all’assegno. Il tema vero è come creare nuovo lavoro, e come aiutare chi lo ha perso a ritrovarlo”.

E non può neanche nascondersi dietro la disciplina di partito, perché queste cose Boccia le diceva nella piattaforma della sua candidatura a segretario Pd per la corrente Emiliano, contro Zingaretti e Martina. Oggi invece Boccia che guida i senatori Pd per contro di Elly Schlein dice che “si comportano come le multinazionali che senza umanità licenziano via WhatsApp”. Perché quelle cattive per Boccia sono sempre le multinazionali, ree di venire a investire e dare sviluppo e occupazione nel nostro Paese. Più coerenti i 5 Stelle, che fanno di tutto per tenere stretto il loro elettorato, soprattutto al sud, che si erano conquistati proprio grazie al reddito di cittadinanza. E i dati sono lì a confermarlo: di quasi due milioni percettori, 300.613 sono nel Nord, 239.338 nel Centro, e 1.445.908 nel Sud. 208mila in Campania, 133mila a Napoli. Fortino del voto grillino. Ma con il governatore De Luca da sempre contrario al reddito di cittadinanza.

La verità è che tutti sapevano che con il governo Meloni sarebbe stato abolito. Il centrodestra, tutto, si era candidato alle elezioni promettendo che lo avrebbero cancellato. Pd e 5 Stelle dicendo che lo avrebbero mantenuto. Ha finto il centrodestra. E lo ha cancellato con la legge di bilancio a dicembre 2022. Inutile oggi brandire lo spauracchio delle piazze e fomentare una rivolta che non c’è. Gli elettori italiani a grande maggioranza hanno chiesto al parlamento di abolirlo. È la maggioranza silenziosa che porta avanti l’Italia, che lavora, rischia, si fa il mazzo per portare il pane a casa, farsi una famiglia solo quando può mantenerla, e dare il proprio contributo a tutto il Paese.

Nessuno vuole fare la guerra ai poveri, come ha detto l’ex presidente grillino dell’Inps Pasquale Tridico (su cui sta indagando la corte dei conti). È una questione educativa, oltre che finanziaria. Se un cittadino è occupabile, non può essere sussidiato per stare senza far niente. O per lavorare in nero. Per il momento il governo Meloni ha fatto bene a ristabilire questo principio, costituzionale: una Repubblica fondata sul lavoro. Il ruolo dell’opposizione ora deve essere quello di controllare non gli sms, ma che la cassa integrazione straordinaria non diventi il reddito di cittadinanza col doppio del sussidio. E che i corsi di formazione non diventino il reddito di cittadinanza dei formatori e il divano di migliaia di sussidiati iscritti ai corsi per fare il pizzaiolo o l’allevatore di cozze, per poi restare senza lavoro. Servono corsi di formazione giusti per incrociare la domanda di lavoro.