Il dibattito
Il centrodestra mandi a casa de Magistris e riparta dai progetti strategici
Non me ne voglia nessuno, ma attribuire al centrodestra la responsabilità del disastroso governo di Luigi de Magistris, mi sembra frutto di ardito funambolismo e comunque un falso storico. De Magistris ha agguantato il potere grazie alla complicità di una sinistra introflessa che lo condusse al ballottaggio a danno del mite Mario Morcone, sacrificato sull’altare delle lotte intestine al Partito democratico. Il resto è l’anomalia di una borghesia autoassolutoria, incline alle novità populiste del demiurgo di turno che a Napoli ha pervicacemente scelto e preferito l’abbraccio con le frange sociali antagoniste piuttosto che provare ad aiutare la costruzione di una proposta moderna, europea e liberale.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una città arretrata sul piano culturale e sociale, priva di infrastrutture degne del terzo millennio, isolata nel panorama regionale e nazionale e anche mondiale nonostante le intemerate, o forse proprio per le intemerate, cheguevariste. Non siamo prossimi al dissesto: siamo ben oltre ogni limite di indebitamento con i servizi (trasporti, scuola, rifiuti e assistenza a chi è rimasto indietro) praticamente inesistenti eppur con le tariffe e le tasse più alte d’Italia. Potrei continuare stilando un elenco infinito di fragilità strutturali, incapacità e inadempienze, peraltro esasperate dalla tragica emergenza Covid. Il tutto mentre i napoletani vivono una contrapposizione tra istituzioni che non ha precedenti: un sindaco che fa il contrario di ciò che fa il presidente della Regione che a sua volta blatera contro il presidente del Consiglio.
Dimenticavo: Conte, De Luca e de Magistris sono tre facce della stessa sinistra parolaia e statalista, priva del dinamismo liberale e soprattutto senza senso delle istituzioni, ma pronti ad accordarsi quando vi è da occupare spazi e poltrone, come nel caso delle elezioni suppletive al Senato che hanno visto la convergenza di tutti e tre. Veniamo al centrodestra che non può avere responsabilità semplicemente perché oggi, sul piano politico, in Campania praticamente non esiste, se escludiamo singolarità abbarbicate a sigle di partito, ma prive del tutto di proiezione ideale, programmatica e men che mai strategica. Insomma dopo la disfatta delle regionali, il centrodestra deve ripartire senza i luoghi comuni del territorio, ma osando e interpretando con progetti di alto respiro l’anelito al cambiamento della nostra città.
Bagnoli, Napoli est, il porto, la città metropolitana, il contesto europeo e mediterraneo sono i temi sui quali le associazioni, i professionisti, le avanguardie, i rappresentanti delle singole municipalità e le forze politiche residuali del centrodestra devono misurarsi per affidare a un condottiero la guida di una campagna elettorale che cancelli le connivenze e titubanze regionali, e anche comunali, degli ultimi anni per invertire una tendenza al declino del centrodestra, al Sud orfano di Forza Italia e senza reali alternative nel fallito tentativo della Lega e della destra di Fratelli d’Italia: ricordo che alle ultime regionali, a Napoli città, il centrodestra non solo è stato “quintuplicato” dalla sinistra di De Luca, ma anche battuto dalla impalpabile Ciarambino con una corsa intorno al 4% di Fdi, Fi e Lega!
Insomma proviamo a mandare a casa de Magistris per quanto il suo destino sia indipendentemente segnato, non festeggiamo per il commissariamento della città, non è quello il segno del riscatto del centrodestra. Piuttosto rimbocchiamoci le maniche per dare fiato e forza alle sensibilità riformiste, moderne e liberali della nostra città.
P.s.: Chiamare in causa Mara Carfagna che, con dedizione e competenza ha rappresentato l’unica voce autorevole di proposta e di contrasto sui temi delle fragilità sociali o su quelli del bilancio, per il suo atto di responsabilità nel consegnare le sue dimissioni, è semplicemente frutto di quel teatrino di veline e veleni che ha contraddistinto il declino del centrodestra. La sostituirà in consiglio comunale Armando Coppola che, ovviamente, avrà entrambi i piedi fieramente collocati nel campo delle opposizioni di centrodestra.
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