Una foto diventata virale, che racconta- ancora una volta- l’orrore della guerra in Ucraina. Nome, cognome, data di nascita, i contatti da chiamare nel caso fosse rimasta da sola: dati personali che Aleksandra Makoviy ha scritto, a penna, sulla schiena della figlia di poco più di due anni.  

Le mamme ucraine scrivono i contatti dei parenti sui corpi dei loro figli nel caso in cui vengano uccise e il bambino sopravviva. E l’Europa sta ancora discutendo del gas russo” è stato il commento della giornalista del Kyiv Independent Anastasiia Lapatina, tra i primi a condividere l’immagine su Twitter, ottenendo migliaia di retweet.

“Non trovavo la forza per pubblicare la foto”

La foto originale, con la bimba di spalle che indossa soltanto un pannolino, è stata condivisa dalla mamma della piccola su Instagram, insieme a una seconda immagine che mostra le stesse informazioni riportate su un biglietto. “Nella foto Vera è tornata dal suo primo giorno di guerra. Questo che ho scritto l’ho firmato con le mani che mi tremavano moltissimo” si legge nella didascalia. “Ma perché dirtelo? Sai già cosa vuol dire svegliarsi con i suoni assordanti e potenti delle esplosioni che si sentono per decine di chilometri. Tremavo nelle prime ore della guerra, come te”.

Nel post Aleksandra Makoviy spiega che ha cercato per cinque minuti il tasto ‘Pubblica’. “Pensieri e sentimenti si accumulavano, non trovavo la forza per pubblicare la foto. Ma dobbiamo parlare. Prima di tutto a me stessa. Ma quanto fa male scorrere la galleria fotografica e rivedere quelle immagini della vita meravigliosa che abbiamo avuto”. Se fosse successo qualcosa a lei, grazie a quelle informazioni qualcuno avrebbe potuto almeno salvare sua figlia: un modo per proteggerla. “Un pensiero folle allora mi è saltato in mente: perché non l’ho tatuata con queste informazioni?” confessa.

In merito alla seconda immagine, la donna scrive: “Ancora non riesco a convincermi a mettere questo foglio strapazzato nella tasca della tuta. Anche se adesso siamo in un posto sicuro”. Lei e la figlia sono infatti riuscite a scappare da Kiev e a raggiungere la Francia, passando per la Polonia. Sono state accolte da alcuni volontari, che hanno fornito loro un alloggio, racconta in un post pubblicato poche ore fa sempre su Instagram, quattro giorni dopo la foto diventata virale. “Ho ricevuto decine di messaggi in cui la gente ci ha offerto assistenza. Non riesco a capire come nel mondo possa esserci allo stesso tempo così tanto bene e il male che ha invaso le nostre città” scrive mamma Aleksandra.

L’immagine, questa volta, mostra Vera che indossa un vestitino rosa, accanto a un vaso con dei bellissimi fiori gialli: “Un vestito che era tra le cose che i genitori francesi hanno preparato con cura per i nostri figli ucraini” sottolinea la donna. Ora lontana dal rumore assordante delle bombe.

Vittime innocenti anche tra i bambini

L’Ufficio del procuratore generale ucraino ha reso noto oggi, 5 aprile, che 165 bambini sono morti e 266 sono rimasti feriti in Ucraina a seguito dell’invasione della Russia. “Il maggior numero delle vittime si concentra nella città di Mariupol, in alcune aree delle regioni di Kiev, Chernihiv e Luhansk”.”I bombardamenti – aggiunge la nota – hanno danneggiato 869 scuole, 83 delle quali sono state completamente distrutte.”

Mentre Lyudmila Denisova, commissaria del parlamento di Kiev per i diritti umani, ha comunicato su Telegram che casi di torture di massa sui civili sono stati registrati nei territori dell’Ucraina liberati dai russi: sono stati coinvolti anche dei bimbi. “A Irpin sono stati trovati bambini di 10 anni con segni di stupro e torture – ha spiegato -, nella regione di Kiev al ‘campo per bambini’ di Prolisok, dove per tre settimane ha fatto base l’esercito russo, sono stati rinvenuti nel seminterrato cinque corpi di uomini con le mani legate dietro alla schiena. Sono stati torturati e uccisi a sangue freddo. Uno aveva il cranio schiacciato”.

Atrocità che vanno avanti da 41 giorni.

Roberta Davi

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