Ore decisive per l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi, imprenditore e leader di Forza Italia scomparso il 12 giugno scorso all’età di 86 anni. Secondo quanto riportato dal Corriere.it, che cita ambienti a conoscenza del delicato dossier, il testamento potrebbe essere aperto nella mattinata di mercoledì 5 luglio ma la diffusione del contenuto potrebbe avvenire solo nel tardo pomeriggio (dopo le 17.30) per non influenzare le società del Cavaliere quotate in borsa (a partire da Mediaset).

La notizia è stata poi confermata nel corso della mattinata dalla agenzie: il testamento verrà aperto in giornata. Il notaio Arrigo Roveda, custode del testamento di Silvio Berlusconi, è uscito dallo studio milanese di via Pagano dicendo ai cronisti presenti “e’ inutile stare qua, da me non saprete nulla. Non posso dire niente. Non saprete niente né oggi, né domani, né mai”. Roveda è stato per decenni vicino al Cavaliere e proprio al notaio dello studio Rlcd, Berlusconi aveva deciso di affidare le sue ultime volonta’ pochi mesi prima del ricovero. Nessuna dichiarazione all’uscita dello studio notarile anche da parte di Luca Fossati, legale vicino alla famiglia dell’ex premier che ha seguito diverse trattative legate alle aziende. Non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai giornalisti presenti.

Il 20% di Fininvest

Il cuore del testamento riguarda la società Fininvest (che controlla Mediaset. Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum) e, nello specifico, la quota del 20% di cui Berlusconi poteva disporre per la successione. Il restante 40%, infatti, andrà in automatico ai 5 figli (8% a testa). “Escluderei qualsiasi ripercussione in famiglia e sull’assetto delle aziende controllate o partecipate da Fininvest” ha spiegato Fedele  Confalonieri, presidente di Mfe-Mediaset e amico storico di Berlusconi, ai giornalisti a margine dell’assemblea di Assolombarda di lunedì 3 luglio, aggiunendo che per l’apertura delle ultime volontà del fondatore del Biscione “non c’è una data. Ipotizzo che sarà la prossima settimana, non credo ci saranno sorprese”.

Confalonieri, da un punto di vista manageriale, resta uno dei principali riferimenti per Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi. Così come Gianni Letta è, per ora, il principale consigliere.

L’imponente patrimonio immobiliare: tra ville da vendere e altre da trasformare in musei

La corposa eredità comprenderà oltre ad immobili (case e ville) di grande valore anche molta liquidità, quadri, barche e altri beni sui quali sono in corso diverse perizie. L’imponente patrimonio immobiliare della famiglia Berlusconi potrebbe subire delle variazioni nei prossimi mesi perché ci sono alcuni edifici, come la villa ad Antigua e quella (Blue Horizon) alle Bermuda, che sono poco frequentati dalla famiglia dell’ex premier e, a causa dei costi di gestione, potrebbero essere vendute.

Invendibile invece la residenza di Arcore dove potrebbe continuare a vivere la “quasi moglie” Marta Fascina, l’ultima compagna del Cavaliere nonché parlamentare di Forza Italia. La 33enne di Melito Porto Salvo potrebbe occupare solo una parte della struttura, con una partecipazione anche economica al mantenimento dell’enorme proprietà dei cinque figli del fondatore del Biscione. L’idea da sempre presente in famiglia è che Villa San Martino, dove è presente anche il Mausoleo di famiglia,  possa diventare anche una sorta di ‘museo’ sull’attività imprenditoriale e politica di Berlusconi: tra le coppe vinte dal Milan e il famoso “contratto con gli italiani” firmato nello studio di Porta a Porta, il programma di Bruno Vespa.

Curiosità invece per il figuro di altre maestose ville e strutture: da villa La Lampara, in Costa Azzurra, alla residenza a Roma sull’Appia Antica, a Villa Gernetto, che si trova a Gerno, frazione di Lesmo, in Brianza. Senza dimenticare Villa Certosa in Costa Smeralda.

Cosa lascerà Berlusconi a Marta Fascina?

Quasi certa la sua presenza nel testamento. Secondo alcune fonti alla deputata potrebbe andare un assegno di 100 milioni di euro. Incognite anche sull’eredità relativa al futuro di Forza Italia con Fascina che potrebbe aver ricevuto indicazioni dal Cavaliere sulla gestione del partito azzurro.

Le società in vendita

Oltre a Monza, la squadra di calcio che con Berlusconi è ritornata in Serie A dalla serie C e che ora sembra destinata ad essere venduta, ci sono anche altre società che i figli di Berlusconi potrebbero decidere di mettere sul mercato. “Mediaset non è contendibile. Piersilvio e Marina hanno tutta l’intenzione di tenere l’azienda”, ha detto nelle scorse settimane Urbano Cairo che qualcuno aveva ipotizzato fosse interessato al dossier, che a detta degli analisti vede tra i candidati possibili Vivendi (rimasta nell’azionariato del Biscione con circa il 23% delle quote, il 18,5% lasciato alla fiduciaria Simon e il 4,4% detenuto direttamente). I francesi sono considerati tra coloro che potrebbero integrare le loro televisioni con quelle del Biscione, aggiungendo la Francia alla presenza di Mfe-Mediaset in Italia e Spagna, oltre alla partecipazione da azionista di maggioranza nella tedesca Prosieben.

Le parole di Pier Silvio Berlusconi che smentiscono alcune ipotesi

Il lascito più grande di Silvio Berlusconi “è l’amore: mio padre ha amato tutte le persone che ha incontrato. È stato un padre impegnato ma presente e anche buono, tendente all’iperpermissivo”, ricorda Pier Silvio Berlusconi in occasione della presentazione dei nuovi palinsesti di Mediast. Infine ricorda l’ultimo consiglio:  “Quando gli ho chiesto l’ultimo consiglio mi ha risposto: ma tu chiedi a me? Ormai Mediaset è molto più tua che mia, quello che decidi per me va bene”.

Parole che portano Pier Silvio a rilanciare e allo stesso tempo coccolare la creatura voluta dal papà: Mediaset non è in vendita. “In famiglia non ne abbiamo parlato. Mi ha dato fastidio che con la morte di mio padre ci siano state simili ipotesi, ma è normale”.

“Il nostro obiettivo – aggiunge – è costruire un player paneuropeo, è una sfida complicata ma se c’è qualcuno che può portarla a termine è Mediaset. Il lavoro da fare è tanto, abbiamo ancora tanto tanto lavoro davanti ma è fondamentale per Mediaset ma anche per tutto il sistema dell’editoria italiana e industriale del Paese – ha detto – Noi siamo orgogliosi che per una volta, e oggi ci credono anche i mercati, sia una azienda italiana motore di una crescita internazionale e non pezzi di Italia conquistati da aziende straniere”. “Mi sento di dirvi di fare tutti insieme il tifo per Mfe – ha concluso – noi siamo italiani, siamo partiti e questo è solo l’inizio”.

Smentito l’interesse di Urbano Cairo, patron, tra gli altri, del Corriere della Sera e di La7. “Urbano Cairo? Sono un suo fan, ho un bellissimo rapporto, l’ho conosciuto da ragazzino, è bravo, simpatico e capace. Lui ha sempre smentito. Non c’è assolutamente niente ad oggi. Semmai ci fosse, Rcs con Mediaset mi sembra un incastro spericolato”. E come valori in campo “in una fusione ci mangeremmo Rcs…”. Cairo “la chiama fantatelevisione, io la chiamo fantaeditoria”, ha spiegato nella conferenza stampa dei palinsesti per la nuova stagione.

Con i fratelli, Marina, Barbara, Eleonora e Luigi, “la compattezza è assoluta”. E con la famiglia, Confalonieri, Letta, “la tradizione dei pranzi del lunedì ad Arcore, che da poco erano diventati del martedì, continuerà, ce lo siamo detti”. Per questo motivo “è un’ipotesi inventata” l’idea che Villa San Martino possa diventare un museo.

Redazione

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