«Le tragedie famigliari che hanno segnato la sua vita, hanno plasmato Joe Biden come persona prim’ancora che come politico. Lo hanno reso più forte, più attento al dramma dell’America più debole e indifesa, soprattutto sul piano sociale e sanitario. Il tempo dirà se sarà un buon presidente, sempre che i risultati finali confermino la sua vittoria, di certo sarà un presidente “umano”». A “psicoanalizzare” Joe Biden è una profonda conoscitrice dell’America oltre che della professione: Carole Beebe Tarantelli, psicanalista, già docente associata all’Università La Sapienza e parlamentare per tre legislature.

Joe Biden sembra essere a un passo dalla Casa Bianca. A sbarrargli l’accesso è l’attuale inquilino, Donald Trump, che ha annunciato, a spoglio dei voti ancora in corso, una raffica di ricorsi, e denunciato brogli. Quella di The Donald è solo una pistola caricata a salve?
I termini dei ricorsi che lui può fare, sono minacce ma non sono attuali. Perché c’è un termine di legge che fissa la presentazione di ricorsi solo dopo la fine del conteggio dei voti ed entro un numero definito di giorni. Per quanto riguarda poi i brogli, è la solita tattica che Trump usa per seminare confusione, perché non c’è nessunissima indicazione che vi siano stati brogli. Agendo in questo modo, Trump non si comporta da presidente responsabile ma da un facinoroso agit-prop che, per calcolo personale, ricatta il Paese e tiene in ostaggio la democrazia.

Anche se, come tutto lascerebbe intendere, Joe Biden sarà il 46mo presidente degli Stati Uniti, il voto racconta di un’America comunque lacerata, radicalizzata, incattivita. Trump sarà pure sconfitto, ma il 47% degli americani, nonostante i suoi fallimenti, le sue menzogne, una gestione pessima della crisi pandemica, si riconosce ancora in lui. Cosa significa? È una ipoteca sull’unità del Paese?
Anzitutto va detto che al momento in cui parliamo, non è possibile prevedere con certezza che Biden abbia vinto. Premesso questo, aggiungo che molto dipenderà dalla strada che deciderà di intraprendere il Partito repubblicano. Se loro pensano di proseguire nella direzione antidemocratica di Trump, come vorrebbero gli ultra trumpisti, allora faranno di tutto per far sì che non si faccia niente, che non si facciano le leggi. Come peraltro ha fatto Mitch McConnell, lo speaker repubblicano del Senato quando fu eletto, per il suo primo mandato, Barack Obama. McConnell affermò pubblicamente, comportandosi di conseguenza, che il suo unico scopo, durante la presidenza Obama, sarebbe stato quello di impedire un suo secondo mandato. Loro hanno questa possibilità se i dati definitivi confermeranno che i Repubblicani hanno mantenuto la maggioranza al Senato. Ma possono anche pensare che non gli convenga il muro contro muro, anche per il futuro, perché il Paese sta diventando sempre più diverso. Se non vogliono diventare dei dinosauri, gli può anche convenire di venire a più moderati consigli. A quel punto si comincerebbe a fare qualcosa, e la prima cosa sarà varare un pacchetto di aiuti per fronteggiare la tragedia del Covid-19, cosa che non hanno fatto prima delle elezioni. Staremo a vedere. Se i Repubblicani prendono la seconda strada, quella più democratica, di rafforzamento della democrazia e delle sue istituzioni, allora penso che le cose si acquieteranno. Perché la ferocia che ha pervaso tutte e due i campi è per il modo in cui Trump agisce. Le sue bugie, i suoi insulti, la sua mancanza di rispetto per le competenze, l’incapacità, perché Trump si è rivelato un presidente incapace. Non ha gestito il Covid perché non è in grado, non lo sa fare. Ciò che gli riesce meglio è essere una star del reality. E quello ha fatto, ma non sa governare.

Per Obama, lo slogan vincente, quello che resta impresso nella memoria, non solo degli americani, è “Yes, we can”. Per Trump, “America First”. Biden ha lanciato lo slogan delle tre “B”: Build Back Better”. Come, a suo avviso, dovrebbe essere tradotto questo slogan da Biden presidente?
Questo dipenderà molto, come ho detto in precedenza, da come si comporteranno i Repubblicani se, come sembra, avranno la maggioranza in Senato. Se si mettono di traverso, per Biden sarà molto complicato portare avanti le sue proposte. Che ci sia bisogno, per venire allo slogan citato, di costruire e costruire meglio, questo è sicuro.

Partendo da cosa?
Necessariamente dalle misure per gli aiuti e, più in generale, per una risposta al Covid. Perché Biden ha fatto un programma che in parte dipende dalle leggi, e dunque dal Congresso, ma in parte anche dalle azioni che può fare lui come presidente. Ha detto che chiamerà tutti i governatori per vedere se si riescono ad avere delle politiche comuni, in modo che ci sia una direzione univoca di risposta alla pandemia. Se questo si rivelerà possibile, se finalmente faranno delle chiusure intelligenti, allora il tema cruciale sarà come utilizzare gli aiuti del Governo federale per ricostruire l’economia.

Che peso potrebbe avere nella “nuova” Casa Bianca una vice presidente come Kamala Harris?
È difficile dirlo, perché molte volte, e questo ha riguardato sia presidenti repubblicani sia quelli democratici, i presidenti ignorano i loro vice. Si è detto e scritto che Reagan non abbia mai invitato George Bush padre, quando era suo vice presidente, a nessuna cena di Stato. Io penso che Biden debba dare alla Harris un ruolo molto importante, perché è molto improbabile che lui possa correre per un secondo mandato. E allora deve essere lei.

Se dovesse, anche da psicanalista, definire o tratteggiare la personalità di Joe Biden, come lo racconterebbe?
Joe Biden è un uomo che è stato forgiato dalla tragedia. Appena eletto al Senato per la prima volta, era giovanissimo, un guidatore ubriaco ha investito la macchina dove c’erano la moglie e i suoi tre figli. La moglie è morta e anche la bambina più piccola. Sono rimasti due figli. Sono rimasti due figli. Uno dei due, Hunter, è venuto su abbastanza male, cercando poi di coinvolgerlo in tutte le cose più losche del mondo. Sicuramente era instabile, ha avuto problemi di droga, tutto questo non è gossip, è noto. L’altro figlio, Beau, era una persona seria, idealista. Il padre era molto attaccato a tutti e due, e quando Beau è tornato dall’Iraq, dove era stato soldato, ha avuto un gliobastoma, che è un tipo di tumore al cervello da cui non si guarisce. Quella di Beau è stata una morte tragica, molto dolorosa. La perdita di un figlio, e prima ancora della moglie e della bambina, sono le cose più terribili che possano succedere a una persona. Biden è diventato, come dire, più epico. È entrato nella corsa alla presidenza dopo la manifestazione neonazista in Virginia. Prima era incerto. Ma dopo quella manifestazione di suprematisti bianchi, di odiatori seriali, ha cambiato idea ed ha deciso di scendere in campo.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.