La ‘rappresaglia’ Russa contro l’Europa fa un passo in avanti con un atto ostile che ha pochi precedenti. Il Paese guidato dal presidente Vladimir Putin ha infatti introdotto sanzioni per otto cittadini e alti responsabili europei, fra cui il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, il rappresentante politico più elevato dell’Europarlamento.

A riportarlo è l’agenzia di stampa russa Interfax, citando il ministero degli Esteri, spiegando che alle persone sanzionate sarà vietato l’ingresso nel Paese.

Il ministero degli Esteri di Mosca ha spiegato chiaramente che si tratta di una ‘vendetta’ nei confronti di provvedimenti punitivi arrivati nello scorso marzo da parte dell’Unione Europea ai danni di sei cittadini russi. In quell’occasione l’Europa aveva sanzionato esponenti di Cina, Russia, Libia e Corea del Nord per violazioni dei diritti umani: Mosca in particolare era ritenuta colpevole della repressione ai danni dei dissidenti e di esponenti del movimento Lgbt in Cecenia.

Il 2 marzo scorso un altro provvedimento sanzionatorio era stato imposto dal Consiglio europeo nei confronti di quattro funzionari russi, tutti accusati dell’arresto arbitrario e della condanna dell’oppositore russo Alexei Navalny: le sanzioni scattarono nei confronti di Alexander Bastrykin, capo del comitato investigativo della Federazione russa, Igor Krasnov, procuratore generale, Viktor Zolotov, capo della guardia nazionale, e Alexander Kalashnikov, capo dell’amministrazione penitenziaria federale.

Nel comunicato riportato da Interfax si fa riferimento proprio a questa vicenda, in cui si definiscono le sanzioni ai soggetti russi “illegali”, una pratica “contraria alla Carta delle Nazioni Unite e alle norme fondamentali del diritto internazionale” e accompagnata “da isteria anti-russa deliberatamente dispersa nei media occidentali. Non supportato da prove”.

Oltre a Sassoli, le sette persone sanzionate dalla Russia sono: Vera Yurova, vice presidente della Commissione Ue per i valori e la trasparenza; Ivars Abolins, presidente del Consiglio nazionale della Lettonia per i media elettronici; Maris Baltin, direttore del Centro statale per il linguaggio della Lettonia; Jacques Maire, membro della delegazione della Francia all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa; Jörg Raupach, capo della procura di Berlino; Osa Scott, capo del laboratorio di chimica, biologia, radiazioni e sicurezza nucleare dell’istituto di ricerca di difesa della Svezia; Ilmar Tomusk, capo del dipartimento per il linguaggio dell’Estonia.

Immediata la reazione italiana in difesa di Sassoli. “Le sanzioni russe al Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, atto di ostilità senza precedenti. Il Pd tutto reagisce con durezza, a difesa della democrazia europea. E continuiamo a chiedere con ancora più forza la liberazione di Navalny”, scrive in un tweet il segretario del Pd Enrico Letta.

“Solidarietà” a Sassoli e agli altri funzionari europei colpiti dalle sanzioni di Mosca è arrivata anche dal commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni: sanzioni definite “tanto ingiustificate quanto inutili”, ha scritto su Twitter l’ex premier italiano.

Sassoli da parte sua ha ribadito il suo impegno e quello delle istituzioni europee: “Nessuna sanzione o intimidazione fermerà me o l’Europarlamento dalla difesa dei diritti umani, della libertà e della democrazia. Le minacce non ci zittiranno”. Citando Tolstoj ha anche ricordato che “non c’è grandezza dove non c’è verità”. Al Tg1 invece ha detto che l’Europa continuerà “a sostenere che Navalny deve essere liberato”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia