È arrivata a quota 80mila la raccolta firme per un Draghi bis lanciata da Italia Viva. Il leader del partito, ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva già chiarito nei minuti successivi all’apertura della crisi di governo quale fosse la sua posizione. “Draghi ha fatto bene, rispettando le Istituzioni: non si fa finta di nulla dopo il voto di oggi. I grillini hanno fatto male al Paese anche stavolta. Noi lavoriamo per un Draghi-Bis da qui ai prossimi mesi per finire il lavoro su PNRR, legge di Bilancio e situazione ucraina”, aveva detto dopo le dimissioni. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni e invitato Draghi a riferire in Parlamento mercoledì.

“Parliamoci chiaro: il bis si fa se Draghi vuole farlo, alle condizioni che dice Draghi”, dice Renzi in un’intervista a Il Corriere della Sera. Altrimenti meglio il voto subito che un governo che si occupi della Finanziaria e di arrivare alle elezioni. “Dico Draghi bis perché secondo me questa sarebbe la soluzione più efficace per i prossimi dieci mesi. Ma quello che è importante è che Draghi stia a Palazzo Chigi. E che venga in Aula senza fare trattative stile Prima Repubblica o vertici di pentapartito: deve fare un elenco prendere o lasciare. Voglio vedere chi si assume la responsabilità di sfasciare tutto”.

Frecciatina da parte dell’ex segretario al suo ex partito: “Il Pd ancora subalterno di Conte e Grillo? Ma anche basta, dai! Ancora a rincorrere il fortissimo punto di riferimento progressista? Non ci credo, non ci posso credere. E comunque a me basta che alle prossime elezioni noi e i grillini staremo sue due fronti opposti”. Il senatore spara come sempre a pallettoni contro il Movimento 5 Stelle: “Spero che sia chiaro a tutti come la loro presenza abbia inquinato il dibattito civile della politica italiana. Hanno mentito, hanno insultato, hanno aggredito gli avversari. E adesso, preoccupati di tornare a casa, si scindono una volta alla settimana: ma a chi può interessare tutta questa mediocrità?”.

Bersaglio preferito delle critiche di Renzi resta tuttavia Giuseppe Conte, ex Presidente del Consiglio e leader del M5s. “Conte non sta andando fino in fondo, Conte sta più banalmente andando a fondo”, dice Renzi. “Se non sei capace, non sei capace. Punto”, aggiunge. “La fine? Perché, scusi: quando avrebbe iniziato a fare il leader?”, insiste. “Parliamo di politica, non di Conte: politica e Conte sono due concetti totalmente diversi”, chiude il leader di Italia Viva.

Puntuale il riferimento al referendum costituzionale da lui proposto da Presidente del Consiglio e bocciato dal voto. “Questa ennesima crisi di guerra — al netto delle interferenze russe — dimostra che serve prendersi cura della nostra democrazia con la riforma delle regole del gioco. E per fare questa riforma serve un patto costituzionale e istituzionale”. Niente paura del voto tuttavia: “Con il 2% abbiamo mandato a casa lo stagista Conte e portato lo statista Draghi. Saremo decisivi anche nella prossima legislatura”. Domani Renzi consegnerà in Cassazione il quesito referendario sul reddito di cittadinanza.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.