L’incertezza su risultati e conseguenze del doppio appuntamento elettorale italiano potrebbe portare sui mercati finanziari «una certa volatilità» che gli investitori farebbero bene a considerare come «un’occasione per comprare», perché «anche nel caso di un esito sfavorevole alla compagine di governo, probabilmente non si andrebbe a elezioni politiche anticipate»: è l’analisi di Lorenzo Codogno fondatore e capo-economista di Lc Macro Advisors. Il Riformista Economia lo ha raggiunto per telefono nella sede di Lc a Londra.

C’è apprensione nella City per un eventuale choc politico in Italia?
«Un po’ di nervosismo in giro c’è. Non ci sono però aspettative di grave instabilità, perché anche nel caso in cui le forze di governo dovessero subire una forte sconfitta, difficilmente si arriverebbe a una crisi dell’esecutivo. Anzi, aumenterebbe l’incentivo a serrare i ranghi e andare avanti, forse con nuovi accordi o un rimpasto».

Quindi anche se vincesse il no e il centrodestra si prendesse tutte le regioni, non ci si aspetta che il governo cada?
«Secondo me, no. Difficilmente Mattarella consentirebbe elezioni anticipate, anche se per l’attuale maggioranza andasse tutto male alle urne, il Presidente della Repubblica potrebbe piuttosto volere un governo di transizione, di natura istituzionale, per fare alcune riforme e poi andare alle elezioni: ciò potrebbe portare a uno slittamento di un paio d’anni. Sappiamo che c’è Draghi, di riserva…»

In tal caso gli investitori non penalizzerebbero i nostri titoli di Stato. Parlava di nervosismo: sui mercati si traduce in volatilità che può essere un’occasione per vendere o comprare titoli. Lei cosa consiglia?
«È un occasione per comprare. Perché stiamo parlando di maretta mentre sta passando un transatlantico, rappresentato delle banche centrali che comprano a man bassa titoli di Stato. E poi c’è il pacchetto europeo di supporto all’economia. Sono grandi tendenze di fondo che tengono gli spread compressi ed eviteranno tensioni. In questo momento agiscono forze ben maggiori delle scaramucce politiche italiane. Nel peggiore dei casi il differenziale tra i rendimenti dei Btp e dei Bund tedeschi potrebbe allargarsi di 20-30 centesimi, non di più».

L’economia italiana sta reagendo meglio di altre alla pandemia, a giudicare almeno dall’andamento sul lato dell’offerta. Continuerà così?
«Il problema è quanto può continuare a crescere l’offerta se la domanda non riparte. E la domanda stenterà a ripartire. Sarà penalizzante il momento di vuoto in attesa del pacchetto Ue. Mi aspetto un forte rimbalzo del Pil nel terzo trimestre, pari a un 7-8% sul trimestre precedente. Poi però questa crescita comincerà a venir meno, prima che arrivino i quattrini europei a darle nuovamente fiato».