“Se c’è qualche detenuto che è stato oggetto di violenza è inaccettabile perché il carcere deve essere un posto sicuro sia per loro che per chi ci lavora”. Matteo Salvini utilizza il condizionale nonostante i video della mattanza diffusi da giorni su social e media. Per il leader della Lega “è stata una mattanza anche la rivolta dei detenuti contro i poliziotti in questo carcere e in altri istituti, con morti, feriti e incendi nelle settimane precedenti a questi episodi” anche se dimentica che a perdere la vita (come nel carcere di Modena) sono stati solo di detenuti.

Nella sua vista solidale agli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), Salvini punta il dito sulle minacce ricevute “anche dai clan di camorra” dopo le torture andate in scena il 6 aprile 2020 che hanno portato nei giorni scorsi all’esecuzione di 52 misure cautelari nei confronti delle guardie carcerarie.  Poi davanti all’evidenza dei video e alle insistenti domande dei cronisti, ammette: “Quando ho visto quel video sono rimasto sconvolto. Lo Stato deve porgere le scuse ai detenuti e ai loro familiari. Violenze, abusi, minacce, insulti, discriminazioni non sono mai accettabili”.

Se c’è un 1% di forze dell’ordine che sbaglia va punito, inaccettabile se c’è stato qualche detenuto oggetto di violenza, le scuse alle famiglie sono sacrosante e dovute”, sottolinea Salvini che  auspica “nuove assunzioni, nuove divise, dotazioni per quelle persone che domani mattina si alzano e fanno servizio a Milano, all’Ucciardone, a Santa Maria, dovendo pure fare gli psicologi”.

“Ho ritenuto opportuno venire qui – ricorda Salvini – a ricordare che chi sbaglia paga anche e soprattutto se indossa una divisa, punto. Questo però non vuol dire infamare e mettere a rischio la vita di 40mila donne e uomini in divisa della penitenziaria che rendono questo paese più sicuro. La giustizia faccia il suo corso e se ci sono stati abusi e violenze con nomi e cognomi vanno puniti però non accetto le minacce di morte che stanno arrivando, gli insulti e gli attacchi anche da parte di clan della camorra. Ringrazio tutte le forze dell’ordine per il loro lavoro”. Salvini ricorda poi che ad aprile 2020 “il ministro Bonafede disse che era tutto regolare“.

Il Sappe: “Situazione sfuggita di mano”

“La situazione è sfuggita di mano come a Bolzaneto“. Parole di Emilio Fattorello, segretario del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, raggiunto dai cronisti all’esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dove poco prima delle 18 è arrivato il segretario della Lega Matteo Salvini che ha annunciato la propria solidarietà ai 52 agenti destinatari di misure cautelari dopo la mattanza del 6 aprile 2020, quando quasi 300 poliziotti, così come emerso nei video diffusi nei giorni scorsi, hanno brutalmente pestato e torturato decine e decine di detenuti ristretti nel reparto Nilo.

Fattorello si scaglia contro la “gogna mediatica senza contraddittorio” che “rischia di strumentalizzare e vanificare il lavoro di 40mila persone (agenti penitenziari, ndr) che ogni giorno salvano centinaia di detenuti dai cappi, dalle impiccagioni e da atti autolesionistici. Sono qui per reagire alla gogna mediatica perché la polizia penitenziaria non è quella che abbiamo visto nei video, da cui noi prendiamo le distanze. La situazione  – ammette – tecnicamente è sfuggita di mano come a Bolzaneto (21 luglio 2001, la caserma delle torture del G8) e in quelle immagini vedo tutta la frustrazione del personale che subisce sempre, tutti i giorni. Perché è sfuggita di mano? Perché non poteva esistere che una operazione del genere si tramutasse in un pestaggio”.

Redazione

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