Bambini che corrono via, mamme impaurite che si affacciano ai balconi per vedere se va tutto bene, persone che si rifugiano in casa ma, neanche lì, sono al sicuro. “Un signora si è ritrovata un proiettile in camera da letto in piena notte” ci racconta uno dei residenti delle case popolari di via Evangelista Torricelli a Pianura, quartiere alla periferia occidentale di Napoli. Spari in pieno giorno, terrore gratuito, cecchini sui tetti per l’immediata controffensiva e un vero e proprio poligono a cielo aperto, dove un paio di volte a settimana, con una frequenza che va avanti da oltre un anno, sparano i pistoleri appartenenti al gruppo rivale. Si tratta dei muretti presenti lungo via Cannavino e che che affacciano sulle case popolari di via Torricelli.

Da lì, negli ultimi mesi, giovani in scooter si fermano e lasciano partire una raffica di fuoco contro le abitazioni dei nemici e vanno via indisturbati. E poco importa se spesso qualche proiettile finisce contro le case dei poveri residenti, sempre più sconfortati dall’assenza dello Stato e da una escalation malavitosa che non si interrompe neanche dopo le retate delle forze dell’ordine e le recenti collaborazioni con la giustizia di vecchi boss e affiliati del quartiere.

E’ raccapricciante quanto sta accadendo nel quartiere che proprio in questi giorni è in festa per la proclamazione a santo di don Giustino Maria Russolillo, fondatore delle Divine Vocazioni, il cui Vocazionario, presente sempre in via Torricelli, è distante poche centinaia di metri dalla zona delle case popolari dove da tempo si fronteggiano due gruppi malavitosi per conquistare il controllo dello spaccio di droga.

L’ultima ‘stesa panoramica‘, dai muretti di via Cannavino, che si trovano a poca distanza di un bar molto frequentato durante la giornata dai cittadini, si è verificata intorno alle 19 di venerdì 21 maggio. Spari contro l’abitazione di Antonio Carillo, un pregiudicato da mesi rintanato in casa perché il gruppo rivale, che comprende le famiglie Calone-Esposito-Marsicano-Loffredo, continua a inviargli sempre lo stesso messaggio: “A Pianura la droga la vendiamo noi“. Il riferimento sarebbe a una fiorente base di spaccio presente nella zona e controllata, secondo gli investigatori, dal gruppo Carillo-Perfetto, quel che resta del clan Pesce-Marfella che un tempo controllava la zona dei case popolari e anche di via Napoli nonostante gli scontri con i cugini-nemici dei Mele-Romano.

Oggi regna l’anarchia e almeno due volte a settimana dal poligono di via Cannavino viene recapitato sempre lo stesso messaggio di fuoco. Appena quattro giorni fa, il 18 maggio, l’ennesimo agguato ha provocato il ferimento di Mattia Perfetto, 19enne incensurato, figlio di Vitale Perfetto, 42 anni, elemento apicale del clan Pesce-Marfella arrestato per omicidio nel 2017. Perfetto jr è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Napoli intorno alle 23.40 accompagnato in scooter da un’altra persona. Ha riportato una ferita d’arma da fuoco al braccio sinistro: assistito dai sanitari, è stato dimesso poco dopo con una prognosi di 8 giorni.

Alle polizia ha però raccontato una versione assai fantasiosa. “Mi hanno sparato lungo via Cinthia”, una strada che collega i quartieri Pianura e Soccavo con Fuorigrotta, costeggiando anche il Rione Traiano. Insomma un modo per depistare le indagini che però non ha tratto in inganno Squadra Mobile e gli agenti del Commissariato locali guidati dal dirigente Arturo De Leone. Perfetto è stato infatti ferito sempre nella stessa zona, quella compresa tra via Torricelli e via Cannavino.

Da film quanto accaduto invece un mese fa, 14 aprile. Alla polizia segnalano la presenza, poco dopo le 12, di persone armate sui tetti delle case popolari, nel tentativo probabilmente di trovare le giuste contromisure al ‘poligono’ di via Cannavino (dall’alto vedono meglio le scorribande armate dei rivali). Viene attivato un elicottero e scatta il blitz che però non riesce a sorprende in flagrante persone armate con i poliziotti che si devono accontentare solo dei sequestri di armi e droga.

Siamo stanchi, non ne possiamo più, fate qualcosa. Cosa stanno aspettando, che fanno un morto innocente?” ci racconta un altro residente di via Torricelli. A sparare da mesi sarebbe sempre il gruppo dei Calone-Esposito-Marsicano-Loffredo, attivo principalmente tra via Napoli e le traversine che portano fin sotto la collina dei Camaldoli. “Sparano la mattina, il pomeriggio, la sera, la notte: insomma qua dobbiamo sempre vivere nel terrore e rinchiusi in casa?” domanda. E stando alla signora che si è ritrovata un proiettile in camera da letto, anche in casa si rischia grosso.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.