Leggo, non senza stupore, ma con il piacere dell’inveterato garantista, che Antonio Bassolino ha superato indenne ben 19 giudizi penali. Ovviamente nessuno lo ripagherà dell’amarezza e delle opportunità, anche politiche, che gli sono state sottratte. Le vicende si riferiscono ai primi anni 2000 e per lo più sono legate alla stagione dell’emergenza rifiuti. Il due volte sindaco di Napoli e presidente di Regione è riuscito ancora a dimostrare la sua estraneità a vicende penalmente rilevanti e talvolta poco commendevoli. Altra storia è il giudizio politico nei confronti dell’amministratore. Ho presieduto, proprio in quegli anni, la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Durante i lavori ripercorremmo, con un giudizio unanime, tutta la stagione amara e triste dell’emergenza rifiuti in Campania.

Non ci collocammo mai in competizione con le audaci ed attente procure, semmai provammo (la relazione approvata all’unanimità è ancora approfondita in diverse università italiane) ad individuare le criticità e ad offrire soluzioni.
Devo dire che mai nessuno, dalle parti di palazzo Santa Lucia, prese in considerazione le cose che provammo a suggerire con gli atti propri di una commissione parlamentare d’inchiesta: note e relazioni pubblicate. Assistemmo increduli ad un piano velleitario che si basava sulla trasformazione del rifiuto in un Cdr che avrebbe dovuto alimentare i forni degli impianti di termovalorizzazione che intanto, seppur progettati, non venivano mai realizzati. Peraltro nemmeno il Cdr prodotto era a norma: insomma un gran pasticcio contrattuale ed ambientale.

Dobbiamo solo al governo Berlusconi, alla sua tenacia e alla determinazione di Bertolaso, se oggi abbiamo un impianto di trattamento finale dei rifiuti funzionante e che raccoglie il 60 per cento dei rifiuti dell’intera Campania.
La restante parte “vaga” per il Paese, per l’Europa e per il mondo alla ricerca costante di recapiti finali che, a caro prezzo per i cittadini campani, ci garantiscono (accade anche per altre città italiane…) uno smaltimento adeguato.
Bassolino fu indebolito dalla sua stessa maggioranza di governo nazionale che da una parte lo incaricava di risolvere il problema di una gestione industriale e moderna, dall’altra gli negava poteri, strumenti straordinari ed il necessario sostegno politico per scelte che venivano fortemente contestate dagli ambientalisti col Rolex del not in my back yard e dalla camorra.

Ben presto anch’egli si adeguò all’andazzo, consentendo che Napoli (unica città europea) non si dotasse di un sistema impiantistico autonomo; non perse tempo ad alimentare tutte le sacche di emarginazione sociale che guidavano le proteste di piazza, per poi giungere ai famosi consorzi di bacino (Cub) rimpinzati di migliaia di lavoratori abituati più ai cortei che al lavoro in discarica o nelle raccolte. Da una parte migliaia di lavoratori sul groppone pubblico e vari carrozzoni utili a gestire il consenso più che a rendere un servizio (come il progetto Sos ambiente denominato Sirenetta o il call center Pan con i suoi 100 Lsu), dall’altra la camorra interessata ad alimentare quella confusione necessaria perché il vero business, quello dei rifiuti speciali, potesse continuare indisturbato.

Bassolino si lasciò stringere in questa morsa con inutili e talvolta mai lette consulenze milionarie, mentre i rifiuti per strada crescevano con immagini apocalittiche e devastanti per l’intero Paese che raggiungevano ogni parte del pianeta.
Il suo partito colse l’occasione per abbandonarlo (egli era troppo ingombrante e Salerno col suo nuovo rito deluchiano si affacciava prepotentemente alla ribalta regionale) e subito le procure provarono ad azzannarlo.

Il resto è storia di questi giorni: ancora fanno bella mostra di sé 5 milioni di tonnellate di rifiuti imbustati in vari siti della Campania (De Luca in favore di telecamere annuncia ogni due anni la totale rimozione); ogni giorno migliaia di tonnellate di immondizia viene esportata, sì, esportata, come l’olio o il pomodoro San Marzano, con la non irrilevante differenza che per esportare paghiamo. Nessun altro impianto per trattare i rifiuti è stato realizzato negli ultimi 10 anni e… Bassolino è stato assolto.