Tutti vogliono lo Sputnik, anche in Italia. Dopo la notizia della sua efficacia al 91,6% contro il coronavirus, dopo la seconda somministrazione, è tutto un “benvenuto” e un appello a fare presto per ammettere anche il vaccino russo. Considerati anche i ritardi dei farmaci approvati e distribuiti in Europa. Il virologo Roberto Burioni ha twittato “ottima notizia”; l’assessore alla Regione Lazio Alessio D’amato spinge all’autorizzazione per avere “un’arma in più in questa guerra”; stessi toni da parte del membro della segreteria nazionale della Lega Fabio Cantarella che esorta “le autorità italiane ed europee ad acquisire questo prodotto” in particolare per la Sicilia. È arrivato in Ungheria il primo lotto intanto, 40mila dosi per 20mila persone mentre la Germania studia la possibilità di produrre il vaccino.

Lo Sputnik V, secondo uno studio riportato dalla rivista scientifica britannica The Lancet, è efficace infatti al 91,6% e non ha provocato alcun evento avverso grave, salvo lievi reazioni come sintomi simil-influenzali, dolore al sito di iniezione e debolezza. Il vaccino, emerge da una sotto-analisi condotta su duemila persone adulte, over 60, è altrettanto efficace su questo gruppo. I risultati preliminari si basano sull’analisi dei dati di quasi 20mila partecipanti, tre quarti dei quali hanno ricevuto il vaccino e un quarto un placebo. Lo studio “ha mostrato un’elevata efficacia, immunogenicità e un buon profilo di tollerabilità nei partecipanti di età pari o superiore a 18 anni”, ha dichiarato Inna Dolzhikova, coautrice dello studio, del russo Gamaleya National Research Center for Epidemiology and Microbiology.

L’iniezione quindi sembra impedire alle persone di ammalarsi gravemente di Covid-19. La notizia è una spinta per il farmaco che viene sempre più acquistato da Paesi di tutto il mondo. Il primo è stato la stessa Ungheria che oggi ha ricevuto il proprio carico. La velocità con la quale era stato prodotto e lanciato, già nell’estate 2020, era stata criticata per “fretta inopportuna” e “assenza di trasparenza”, hanno riconosciuto scienziati non coinvolti nella ricerca. “Ma il risultato qui riportato è chiaro” hanno scritto gli scienziati britannici Ian Jones e Polly Roy in un commento che accompagna la pubblicazione.

Sputnik V era stato infatti approvato dal governo russo con molto clamore l’11 agosto. Il presidente Vladimir Putin aveva dato personalmente la notizia alla televisione nazionale e aveva aggiunto che una delle sue figlie era già stata vaccinata. Il farmaco era stato testato solo su diverse decine di persone. L’ultimo studio si basa su una ricerca che ha coinvolto circa 20mila persone di età superiore ai 18 anni in 25 ospedali di Mosca tra settembre e novembre, di cui tre quarti hanno ricevuto due dosi del vaccino russo a 21 giorni di distanza e il resto ha ricevuto iniezioni di placebo, come riporta Lapresse. Rari gli effetti collaterali, quattro i decessi, nessuno collegato al vaccino. Lo studio ha incluso più di 2.100 persone di età superiore ai 60 anni: efficacia al 92% su questa fascia. Lo studio è in corso, ma a dicembre il ministero della Sanità russo ha dichiarato che ridurrà la dimensione dello studio dai 40mila previsti a circa 31mila volontari già iscritti. Gli sviluppatori del vaccino hanno citato preoccupazioni etiche sull’uso di dosi di placebo.

Una notizia che è anche una boccata di ossigeno per la Russia: in questi giorni sono scese in piazza migliaia di persone, oltre cinquemila gli arrestati, come non succedeva da anni. A scatenare le proteste l’avvelenamento, l’arresto e l’inchiesta sul “palazzo segreto” di Putin sul Mar Nero di Aleksey Navalny.

Antonio Lamorte

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