È scattato anche in Italia l’allarme per il coronavirus. Mentre scrivo, infatti, sono in corso accertamenti su un caso sospetto al policlinico di Bari. La donna, a quanto si apprende, sarebbe una cantante italiana di ritorno da un tour in Oriente che ha toccato anche la provincia di Wuhan, città di origine del virus. A maggior ragione dopo questa notizia, c’è una domanda legittima a cui il ministro della Salute deve rispondere in maniera chiara: perché non si sono messi in quarantena i 202 passeggeri arrivati da Wuhan?

Nonostante il blocco dei trasporti disposto dalle autorità cinesi nella giornata di mercoledì, alle 5:00 di giovedì mattina le autorità italiane hanno consentito che 202 passeggeri provenienti da Wuhan in Cina sbarcassero a Roma Fiumicino. Dopo un controllo della temperatura corporea e di eventuali sintomi dell’influenza – questo era il protocollo definito dal ministero della Salute – si è lasciato che i passeggeri provenienti dalla zona più pericolosa della Cina sbarcassero. Inascoltato l’appello del Codacons affinché i passeggeri provenienti dalle zone a rischio fossero messi in quarantena per 48 ore.

Visti i rischi che corriamo ci piacerebbe capire perché il Ministro non ha dato ascolto alle richieste di chi chiedeva più prudenza facendo sbarcare subito quei passeggeri. Si è corso un rischio calcolato in un frangente di estrema incertezza oppure non stiamo correndo alcun pericolo? Vorremmo anche capire perché le autorità italiane abbiano dato retta alle autorità del regime cinese – che nei giorni scorsi ha provato a minimizzare i rischi reali del coronavirus – senza delle contro verifiche opportune a tempo debito. Se il Ministro della Salute, Roberto Speranza, o i responsabili del ministero volessero spiegare le ragioni di questa scelta al nostro giornale, le pagine sono aperte. Però ad una domanda devono rispondere: c’è o non c’è la possibilità – anche minima – che tra le persone atterrate ci sia un portatore della malattia? Sì o no, ministro?

Crediamo – senza inutili allarmismi – che di fronte alla scelta di far atterrare queste persone dalla Cina dopo che la Cina stessa aveva chiuso i trasporti da e per Wuhan, il ministro debba delle spiegazioni a tutti noi. E occorre anche una seria riflessione sulle procedure con cui si fronteggiano rischi di questo genere, visto che il tempismo e le modalità con cui si gestiscono situazioni di questo tipo possono decidere della vita o della morte di molte persone. La tutela della salute pubblica oltre ad essere un “fondamentale diritto dell’individuo” e “della collettività” è un dovere della Repubblica e quindi anche di chi esercita la funzione di governo, scritto all’articolo 32 della Costituzione. L’auspicio è che il ministro e i suoi vice, nel decidere di far sbarcare quelle persone, lo abbiano tenuto in serissima considerazione.