«Sarà opportuno fare chiarezza su questa vicenda del tabacco riscaldato», tuona Alessio Villarosa. Il sottosegretario Cinque Stelle è al secondo mandato parlamentare e alla seconda esperienza come sottosegretario al Ministero dell’Economia. Se il suo ufficio è accanto a quello della Vice Ministra Castelli, stesso partito, le posizioni sono qua e là distanti. Lo sono soprattutto sul tabacco riscaldato. Ma anche verso il titolare del Ministero, l’insofferenza di Villarosa è malcelata.

«Con Gualtieri non è il massimo, lo possiamo dire. Ci sono tante cose che mi hanno dato fastidio, e da ultimo segnalo due vicende non da poco: la mancata proroga del superbonus e questa scelta sulle sigarette elettroniche. Mi trovavo meglio con l’ex ministro, Giovanni Tria», ci dice. E non si tratta di incompatibilità con il Pd. «Il mio problema non è contro una forza politica, ma contro qualcuno in particolare».

C’è un metodo Gualtieri che non le piace?
Per noi il superbonus 110% andava prorogato al 2023, era già partito, andava messo adesso in manovra. Invece hanno fatto tutto di fretta per creare un fondo da otto miliardi di euro che ha la delega fiscale dentro e l’assegno unico che partirà il prossimo anno, ma non il superbonus. Non mi si può dire che otto miliardi li devo trovare io, per finanziare le esigenze che ravviso essere prioritarie, quando tu politicamente decidi tutto e disponi per le tue norme.

C’è stato un braccio di ferro tra Pd e M5s?
L’assegno unico è principalmente un tema loro, il superbonus è un tema nostro. E siamo arrivati con una legge di bilancio già scritta, dove guarda caso all’ultimo mancano i soldi per il superbonus.

Tutto cotto e mangiato in una notte, sembra di sentire Renzi sul Recovery Plan. Lei su quello ha avuto modo di intervenire?
Guardi, sul Recovery Plan abbiamo lavorato molto; il M5s ha fatto tante riunioni ed è intervenuto con i tre ministri Patuanelli, Amendola e Gualtieri.

Lei che ruolo ha avuto?
Ho indicato in una lettera a Gualtieri e a Conte i quattro punti fondamentali che secondo me dovevano avere peso. Se poi altri riescono a orientare diversamente le scelte, buon per loro.

Le sigarette elettroniche come sono rientrate nel calderone della manovra?
Io ho difeso dall’inizio l’attività dei piccoli rivenditori indipendenti di e-cig, che è ben diverso dalla storia del tabacco riscaldato. Ho sempre sostenuto che il piccolo commercio e la micro-impresa dovessero godere di un incentivo fiscale. Al contrario, sabato notte alle tre una manina ha rimesso la tassazione per le sigarette elettroniche e ha frenato al massimo sull’aggravio di accise per il tabacco riscaldato. È stata così ripristinata la disparità di trattamento a cui si intendeva porre rimedio.

Anche l’anno scorso lei si attivò in tal senso.
Nella legge di bilancio l’anno scorso c’erano emendamenti che io spingevo, mi sembrava ci fosse un favoritismo nei confronti di Philip Morris. E quest’anno ho lavorato con la collega Vita Martinciglio per un emendamento che riequilibrasse i conti. Si chiedeva di ritornare al 50% della tassazione. Ma ogni anno mi trovo con le stesse ostilità. Il governo ha rimesso le cose come stavano prima.

Scusi ma al governo c’è lei. È sottosegretario. Le faccio io la domanda, se permette: chi è del governo che ha cancellato l’emendamento Martinciglio?
Nel governo come sa ognuno ha le proprie deleghe e cura i propri provvedimenti. Sulla legge di Bilancio i delegati sono per il M5S, Laura Castelli. Per il Pd, Antonio Misiani. E poi Cecilia Guerra. Né io né Baretta abbiamo partecipato alle riunioni, a parte qualche emendamento che abbiamo inviato agli uffici.

Si può ipotizzare sia stata Laura Castelli?
Non mi faccia fare la parte dell’accusatore. Qualcuno nel Governo e in accordo con la maggioranza ha fatto passare quel provvedimento, ma non so chi sia stato. Non posso fare nomi.

Di questa legge di bilancio cosa contesta?
Soprattutto la mancata proroga al 2023 per il superbonus e questo emendamento mancato sul tabacco riscaldato, cui si somma il graffio del tutto inopportuno ai piccoli rivenditori di sigarette elettroniche. Mancano fondi per i ristori verticali di alcuni settori, ma mi impegno a portare avanti la battaglia. Poi ci sono anche novità interessanti. È una legge che ha luce ed ombre.

A proposito di ombre, che ruolo può avere avuto Casaleggio in questa vicenda?
Le dico la verità, io che sono parlamentare al secondo mandato Casaleggio l’ho visto tre volte in tutta la vita. A me personalmente non ha mai detto cosa fare e cosa non fare. Ma parlo a titolo personale, non posso parlare per tutti.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.