La pressione del mondo del tabacco sulla legge di bilancio è forte, prepotente. Si concentra soprattutto sul Mef: il dicastero economico ha avocato a sé la funzione di sintesi dei tanti emendamenti giunti in dirittura d’arrivo. A via XX Settembre gli uffici di Laura Castelli e del sottosegretario Villarosa non sono mai stati tanto operativi: sul tabacco riscaldato la partita riguarda un riallineamento di bilancio da milioni di euro.

Un quadrante di gioco che ha spesso operato a luce fioca e su cui abbiamo contribuito ad accendere i riflettori. Risvegliati dal torpore, tanti parlamentari M5S hanno dato prova di insofferenza rispetto a quelle che oggi sembrano essere state direttive impartite dall’alto del Movimento. Sull’aumento della tassazione per il tabacco riscaldato la deputata Vita Martinciglio in commissione Bilancio è irremovibile, vuole andare a fondo e ha preannunciato di non accettare alcun compromesso: il governo ha chiesto di accantonare tutti gli emendamenti per proporre una sua riformulazione che possa mettere d’accordo tutti, facendo la sintesi tra le posizioni espresse.

Lei, prima firmataria di un testo emendativo che prevede il graduale ritorno alla tassazione al 50% in tre anni, va dritta: “Non ho accettato”, ci dice. E dunque se da parte del governo le manine dovessero rimanere sul tavolo, si andrebbe al braccio di ferro contro gli esponenti della stessa maggioranza decisi a fare muro. “Io non ritiro niente. Al limite si andrà al voto in commissione e si vedrà chi ha vinto”, tuona Martinciglio. Lega, Forza Italia, Partito Democratico – cui ci siamo rivolti – non rispondono in tema di tabacco. Ed è un silenzio eloquente, che la dice lunga.

La pressione dei big player è alta, il governo proporrà un modesto 5% di aggiustamento: l’industria passerebbe dal 25% al 30% di accise. Tanto poco da far dire all’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che “Il privilegio fiscale garantito all’industria del tabacco riscaldato, dominato dalla multinazionale Philip Morris, non ha basi scientifiche, ma priva lo Stato di centinaia di milioni di euro l’anno. L’Aggiustamento del 5% è una misura del tutto irrisoria che pregiudica la possibilità di creare un fondo di assistenza per i pazienti cronici, come proposto dal nostro emendamento, mancando quindi l’obiettivo sociale e di giustizia che ci eravamo prefissati”.

Di compromesso al ribasso parla la deputata di Sel, Rossella Muroni: “Dobbiamo impedire che il lavoro di nove mesi fatto insieme alla società civile venga vanificato da un compromesso al ribasso. La riformulazione in arrivo, stando alle anticipazioni, sarebbe uno schiaffo al mondo delle associazioni e della cittadinanza attiva”. Da Italia Viva, figurarsi: sul piede di guerra con il premier Conte, sono i meno inclini a tirarsi indietro rispetto all’emendamento Rosato. E tra le indiscrezioni dell’ultima ora arriva anche la possibilità che anche i liquidi da inalazione potrebbero vedere ritoccata al rialzo l’imposta di consumo.

Si tratterebbe di un raddoppio dell’imposta sui liquidi senza nicotina, che passerebbero quindi da 50 centesimi a 1 euro ogni 10 millilitri e di un aumento del 50% su quelli con nicotina, che arriverebbe dunque a 1,5 euro ogni 10 millilitri. Si finirebbe per fare cassa a spese dei segmenti meno strutturati e più deboli del comparto. Come d’altronde quello dei cannabinoidi, meno rappresentati sul fronte dei lobbisti. Abbiamo visionato un documento interno dell’ufficio legislativo del M5S che nel giugno 2019 raccomandava “acqua in bocca” sul tema dei cannabinoidi: “Evitate di parlarne, non sostenete pubblicamente posizioni impegnative”, era l’indicazione in tono imperativo data ai parlamentari del Movimento dai vertici.

Nelle quattro pagine a uso interno, il M5S dettava la fatwa sulle droghe leggere: “Argomento assolutamente divisivo, la raccomandazione è di non parlarne”. Chissà cosa direbbero gli elettori e i militanti che affollano le discussioni sull’argomento tra Rousseau e il Blog delle Stelle, se sapessero che in tema di thc dall’alto è stata imposta la museruola. Il sospetto è che gli stessi che stanno dietro alle manine sulla tassazione del tabacco riscaldato stanno dietro al ricarico sulle sigarette elettroniche e fanno muro all’introduzione dei cannabinoidi trattati nel mercato amministrato dai Monopoli. In commissione bilancio si procede a tappe forzate, in notturna fino a sabato. Quando si dovrà dirimere finalmente il fumo.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.