Un’ora circa. Tanto è durata la visita della delegazione di parlamentari e consiglieri regionali nel carcere di Poggioreale. Un’ora di sguardi attenti, di pensieri fatti in silenzio. Anche di stupore, quello stupore che si può provare di fronte a qualcosa che non si immaginava così brutto, così triste, così opprimente. Un’esperienza che colpisce. Dovrebbero farla più spesso, i politici, e chi è chiamato ad occuparsi della cosa pubblica, incluse le carceri. Perché parliamo di un pezzo di mondo che si tende spesso a non considerare come si dovrebbe, come si trattasse di un contenitore in cui mettere tutto quello che alla società non fa comodo vedere. Che il cambiamento parta proprio da Poggioreale? Chissà. Ci sarebbe da augurarsi che dopo la visita di ieri nel grande penitenziario cittadino, la politica cominci ad occuparsi di più e meglio del mondo penitenziario perché, lo abbiamo detto tante volte, è anche da qui che si costruisce una società più umana, più giusta e più sicura. Per il momento la realtà nelle carceri è la cronaca di drammi frequenti.

A Poggioreale, per esempio, il quadro è questo: celle senza un bagno, un educatore ogni 231 detenuti, 69 tentativi di suicidi e 5 suicidi, 12 milioni di euro fermi da cinque anni e destinati alla ristrutturazione di quattro o cinque padiglioni. È il quadro che traccia Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania, guidando la delegazione di politici che ieri è entrata nella casa circondariale di Napoli. Il garante, da tempo, sollecita deputati, senatori, canditati, consiglieri regionali ad entrare nel carcere di Poggioreale per riportare al centro del dibattito politico l’emergenza carceri. Un appello che si lega a un’iniziativa di tutti i garanti d’Italia affinché nell’agenda politica entri il tema delle carceri e della giustizia. Insieme a Ciambriello, all’iniziativa di ieri hanno preso parte anche Pietro Ioia, garante di Napoli, ed Emanuela Belcuore, garante di Caserta. Di carcere, proprio l’altro giorno, ha parlato anche il Santo Padre provando a scuotere qualche coscienza e rompere il silenzio dell’indifferenza che circonda questo argomento. «Il problema, come dice il mio leader papa Francesco, è che nemmeno in questo periodo i politici parlano dei suicidi avvenuti nelle carceri».

A tour concluso nel carcere di Poggioreale, Ciambriello racconta: «I parlamentari e i consiglieri sono rimasti sconvolti delle celle fatiscenti senza bagno, senza niente, dai ritardi, ammessi dallo stesso direttore, sui dodici milioni che ci sono e che dovrebbero servire per ristrutturare almeno quattro padiglioni, e dal fatto che qui dentro c’è un educatore ogni 231 detenuti». E poi? Cosa hanno fatto durante la visita in carcere i dieci politici in delegazione? «Hanno ascoltato storie relative a magistrati che non rispondono a lettere da sei mesi». I soliti ritardi, le attese, gli affanni, l’indifferenza. «C’è una responsabilità collettiva sul carcere – dice il garante -. Abbiamo incontrato persone con problemi psichiatrici: a Poggioreale, dove sono reclusi più di duemila detenuti, ci sono due psichiatri, mentre c’è una legge regionale che dice ogni 500 dovrebbero esserci cinque psichiatri». Le storie dei detenuti tracciano molto spesso percorsi di sofferenza e indifferenza sociale e molti generano veri e propri drammi. Solo nel 2021, in Campania, si sono contati nelle carceri 69 tentativi di suicidio e 5 suicidi. Non a caso tra le voci più alte che si sono sentite fuori dal carcere di Poggioreale, dove c’è stato un sit-in di volontari, associazioni e familiari di detenuti, c’è stata la voce che chiedeva «basta suicidi». Della delegazione hanno fatto parte Paola Nugnes, coordinatrice della componente ManifestA al Senato; Raffaele Bruno M5S, Paolo Siani del Pd Doriana Sarli e Cinzia Leone di Insieme per il futuro, i consiglieri regionali Diego Venanzoni e Loredana Raia. Presenti, all’esterno del carcere, Dario Vassallo per M5S e Francesco Amodeo, Italexit. L’augurio di chi crede in uno Stato di diritto è che da qui si possa scrivere una nuova pagina, di politica e di giustizia. Staremo a vedere.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).