Continuano i bombardamenti russi al nord e al sudest dell’Ucraina. Tra gli obiettivi anche un convoglio di cinque autobus con volontari civili vicino a Chernihiv, nel nord di Kiev. Sono finiti sotto il fuoco russo ieri quando hanno cercato di entrare nella città assediata per evacuare civili. Grande preoccupazione attorno alla notizia che le forze russe hanno sì cominciato a ritirarsi dal sito nucleare di Chernobyl, di cui avevano preso il controllo nei primi giorni dell’invasione dell’Ucraina, ma molti militari sarebbero stati ricoverati in un ospedale bielorusso specializzato nella cura di malattie dovute all’esposizione a radiazioni nucleari.

La notizia della ritirata da Chernobyl è stata data dall’agenzia nucleare di Kiev Energoatom, secondo la quale «due colonne» sarebbero partite verso la frontiera tra Ucraina e Bielorussia e sul posto non resterebbe che resta che «un piccolo gruppo» di soldati russi. Diverse agenzie di stampa internazionali hanno rilanciato notizie su un possibile ricovero di soldati provenienti dall’area della centrale. L’agenzia russa Ria Novosti fa sapere che Vladimir Putin ha firmato un decreto sulla coscrizione primaverile per effettuare dal 1 aprile al 15 luglio 2022, la coscrizione di cittadini russi di età compresa tra 18 e 27 anni che non sono nella riserva per un totale di 134.500 persone. Notizie contrastanti sui movimenti delle forze russe. Secondo l’ammiraglio Tony Radakin, capo di Stato maggiore della Difesa del Regno Unito, ci sarebbero segnali di una ritirata. Sostiene il contrario il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Oggi ci sarà un proseguimento delle trattative mediate da Ankara, i negoziatori si parleranno in videoconferenza. Ma i segnali diplomatici non sono ottimi. La buona notizia è che il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, è da ieri in India dove incontrerà il primo ministro Narendra Modi che tenterà di avviare una mediazione.
In attesa del vertice tra Unione europea e Cina, dall’Europarlamento sono arrivate varie richieste indirette alla Cina affinché «non aiuti la Russia ad aggirare le sanzioni» e «utilizzi invece tutta la sua influenza su Mosca per arrivare a un cessate il fuoco immediato e all’evacuazione in sicurezza dei civili».

Per il resto ieri ci sono stati vari irrigidimenti: Mosca ha annunciato che vieterà l’ingresso in Russia a rappresentanti dell’Unione europea in risposta alle sanzioni. Il ministero degli Esteri russo ha fatto sapere che «le restrizioni si applicano ai vertici dell’Unione europea, inclusi numerosi commissari e capi delle strutture militari dell’Ue, nonché la stragrande maggioranza dei membri del Parlamento europeo che promuovono politiche anti-russe». E gli Stati Uniti hanno deciso nuove sanzioni contro 21 industrie russe del settore tecnologico inclusa la più grande produttrice di chip.

Grande confusione nella guerra del gas. Il presidente russo ha firmato un decreto sul pagamento in rubli delle forniture di gas ai cosiddetti «Paesi ostili» e ha esortato i Paesi occidentali ad aprire conti in rubli nelle banche russe per pagare il gas da domani. «I contratti esistenti per la fornitura di gas saranno interrotti se gli acquirenti provenienti da Paesi ostili non adempiranno ai nuovi termini di pagamento». Non è chiaro cosa concretamente esso comporti perché non è chiaro quanto la misura sia in realtà aggirabile. Francia e Germania hanno in ogni caso già detto: non se ne parla nemmeno.