In una intervista rilasciata questa settimana al Corriere della Sera e ripresa ieri dal Fatto Quotidiano, il vice presidente del Csm David Ermini ha affermato di essere stato nei mesi scorsi di “ostacolo” ai disegni dei gruppi che avevano contribuito in maniera determinante alla sua elezione nel settembre del 2018. Pur senza mai citarli direttamente, il riferimento è ad Unicost e a Magistratura indipendente, i due gruppi della magistratura associata che tramite Luca Palamara, ex presidente dell’Anm e consigliere uscente del Csm, e Cosimo Ferri, allora parlamentare del Pd ora Iv, decisero di puntare sull’ex responsabile giustizia dei dem. Ermini, a sorpresa, superò le candidature in quel periodo più gettonate per succedere a Giovanni Legnini: quella del professore milanese Alessio Lanzi, in quota Forza Italia, e quella di Alberto Maria Benedetti, professore a Genova e scelto dal M5s. Su quest’ultimo nome ci sarebbe stata anche la convergenza delle toghe di sinistra di Area che avevano “scaricato” il parlamentare dem. Una decisione che aveva “rammaricato” Ermini.

Tornando, comunque, al contenuto dell’intervista, il vice presidente ha sottolineato con forza questo aspetto, ribadendo di non essere stato mai “eterodiretto” e di ricoprire l’incarico di vice del capo dello Stato in “autonomia al servizio dell’istituzione consiliare”. Per rafforzare la tesi, ha riportato nell’intervista una conversazione intercettata lo scorso maggio con il trojan inoculato nel telefono di Palamara in cui alcuni esponenti delle due correnti sembrano lamentarsi del suo comportamento al Csm. Dalla lettura delle chat depositate nell’indagine di Perugia emerge, però, uno scenario leggermente diverso. Almeno fino a maggio. Ferri e Palamara, infatti, sono molto contenti di aver scelto Ermini. Il 23 gennaio 2019 Ferri scrive a Palamara: «Ermini mitico, ha votato per i magistrati segretari (incarico molto prestigioso al Csm, ndr). Devo dire che tra l’intervista (probabilmente, sfogliando il calendario di quei giorni, si tratta dell’intervista a Lucia Annunziata a Mezz’ora su Rai Tre, ndr) e voto di oggi ha fatto una cosa meglio dell’altra». Palamara risponde: Assolutamente sì!!! Ieri sera abbiamo assestato un grande colpo».

Che i rapporti con Unicost, la corrente di cui Palamara è stato il ras indiscusso per anni pur senza ricoprire nell’ultimo periodo incarichi di vertice nella segreteria nazionale, erano eccellenti, lo dimostra la partecipazione di Ermini al maxi convegno organizzato dalle toghe di centro il 12 aprile successivo a Milano su “Mafia e diritti: prevenzione, repressione ed esecuzione della pena”. Nell’Aula magna del Palazzo di giustizia, alla presenza di tutto lo stato maggiore di Unicost, Ermini era stato l’ospite d’onore. Rileggendo i nomi dei relatori riportati sulla locandina dell’incontro non si può non notare come sia cambiato lo scenario. Luigi Spina, consigliere del Csm, indagato e dimessosi; Riccardo Fuzio, procuratore generale della Corte di Cassazione, indagato e costretto al prepensionamento; Gianluigi Morlini, consigliere del Csm, dimessosi; Francesco Basentini, capo del Dap, dimessosi.

Lasciando un momento da parte il destino di Unicost, i cui attuali esponenti nella giunta Anm, precisamente Angelo Renna e Alessandra Salvadori, sono stati tirati in ballo nelle ultime intercettazioni pubblicate sui giornali, qualcosa nei rapporti con Ermini è cambiato solo ad iniziare da maggio del 2019. Il mese in cui cominciò al Csm la discussione sul nome del nuovo procuratore di Roma. Fino a quel momento, quindi, nessuno strappo.