Gennaro De Tommaso è conosciuto ai più come Genny a’Carogna. È salito agli onori della cronaca nella notte della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina del 2014. Il capo ultràs della Curva A degli azzurri – appartenente al Gruppo Mastiffs – mediò in quell’occasione con dirigenti, forze dell’ordine e calciatori. Era il 3 maggio 2014. Quel pomeriggio il tifoso del Napoli Ciro Esposito venne ferito mortalmente da alcuni colpi di pistola all’esterno dello stadio Olimpico di Roma. La Cassazione, per quell’omicidio, ha condannato a 16 anni l’ultras romanista Daniele De Santis il 25 settembre del 2019. Il giorno della finale, il ferimento di Esposito – che morì dopo oltre 50 giorni in ospedale – causò scontri e tensioni. I tifosi napoletani imposero il silenzio anche dei sostenitori viola come condizione per giocare la partita.

Fecero il giro del mondo le immagini di a’Carogna con la maglietta “Speziale libero” (il tifoso del Catania condannato per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti avvenuto il 2 febbraio 2007 durante gli scontri nel derby con il Palermo) a cavalcioni della balaustra della curva Nord dello Stadio Olimpico. Quando il capitano del Napoli Marek Hamsik gli assicurò che Esposito era in vita, all’ospedale, De Tommaso rispose: “Se menti ti vengo a pigliare”. Dopo quasi un’ora di stop arrivò l’ok per il calcio d’inizio. L’impressione fu che a permettere la finale fosse stato proprio il capo ultràs. In tribuna erano presenti i vertici del calcio italiano e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ai funerali di Ciro Esposito, De Tommaso era a Scampia alla testa dei tifosi. In seguito fu destinatario di un Daspo di 8 anni.

Gennaro De Tommaso è figlio di Ciro De Tommaso, in passato affiliato al clan Misso del Rione Sanità. A’Carogna è stato arrestato e condannato a 20 anni per associazione a delinquere, resistenza a pubblico ufficiale e traffico internazionali di stupefacenti. De Tommaso fu accusato di essere a capo di un traffico internazionale di cocaina tra Napoli, il Sudamerica e Amsterdam. Nel marzo 2019 è diventato collaboratore di giustizia. In Appello ha ricevuto quindi uno sconto di pena a 9 anni con concessione dei domiciliari.

Una notizia che a Forcella, il quartiere del centro storico di cui è originario, non è stata ben accolta. “Disconosco mio figlio. Se era ommo, si faceva la carcerazione per la droga e si stava zitto. Quello che sta dicendo sono tutte palle. Nun sape niente”, disse il padre, citato da Il Corriere della Sera. La famiglia dell’ex capo ultràs continua a vivere nello stesso quartiere di Napoli. Il pentimento di De Tommaso venne criticato anche da alcuni ambienti degli ultras.

Nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 2020 il figlio di Gennaro De Tommaso, Ciro, è stato arrestato. Il 18 è stato sorpreso nell’atto di compiere una rapina da alcuni poliziotti appartenenti al gruppo dei Falchi. Nell’episodio ha perso la vita il 17enne Luigi Caiafa, complice di De Tommaso, ferito mortalmente dai colpi di un’arma da fuoco.

Redazione

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