Telecom Italia, come si chiamava ai tempi della privatizzazione avvenuta ormai nel secolo scorso, sarebbe pronta a un nuovo cambio di azionisti. Si è fatto avanti un investitore di rango come Kkr, quello che le cronache definiscono un investitore istituzionale di primo livello. Tanto per avere un’idea è l’attuale primo azionista di Springer, il maggiore editore tedesco che recentemente ha acquistato ‘Politico’, il sito americano più autorevole per un miliardo. Complessivamente, di miliardi, ne amministra circa 400.

Un ennesimo investitore estero quindi starebbe bussando alla porta dell’azienda presieduta da Salvatore Rossi e guidata da Luigi Gubitosi, con una sostanziale differenza rispetto al passato però: il governo ora dispone di speciali prerogative in caso di acquisizione di società o pezzi di società ritenute strategiche per il Paese, e ha tutte le intenzioni di farle valere.

A cominciare da quella che è oggi forse l’infrastruttura tecnologica più prestigiosa del paese: la rete telefonica. Kkr sembrerebbe disposta a rispettare questi paletti, ma se Vivendi dovesse organizzare con un altro fondo (Cvc) una controcordata, difficile dire se i francesi abbiano voglia di privarsi dell’attivo più importante.

La società Sparkle, controllata di Telecom Italia, gestisce e possiede i cavi che permettono a molti Paesi di essere connessi al web ed è la quinta infrastruttura Internet al mondo con 600 mila chilometri di fibra sparsa per il mondo.

Sono stati giocati ancora pochi minuti di questa partita ma il punto resta quello legato al fatto che il governo possa far rispettare le proprie prerogative. Il premier Mario Draghi ha già esercitato il ‘golden power’ bloccando la vendita di un’azienda di semiconduttori ai cinesi.

Ma in questo caso i giochi si complicherebbero ancor di più tanto che Palazzo Chigi sarebbe pronto a varare una sorta di supercomitato di ministri e esperti (sono usciti i nomi di Franco, Giorgetti, Colao, Gabrielli, Giavazzi, Garofoli, Chiné) per esaminare la possibilità.

Il Paese è a uno snodo decisivo. Il flusso di investimenti che inizia a indirizzarsi verso l’Italia è considerevole. La stessa offerta di Kkr è indice di un rinnovato interesse. Ma proprio per questo senza ideologie si devono individuare le mosse necessarie a rafforzare settori importanti. È vero che la rete è la parte pregiata dentro Tim. Ma lo slogan ‘piccolo è bello’ ci ha resi ben poco presenti nel settore dei servizi con grandi aziende.

Riccardo Annibali

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