Maledetti pipistrelli cinesi! Untori nonché da anni argomento di studi nei laboratori di Wuhan, dove tutto è cominciato. Ora che, come nel Trecento, abbiamo due Papi e una “epidemia”, è difficile orientarsi tra epidemiche autopromozioni a rango d’esperti infettivologi mezzo social, quarantene razziste, fascioleghismo, buonismo, manzoniani “assalti ai forni” e complottismo. Insomma, da dove proviene questo virus che ha sconvolto l’Italia, depresso le borse, impennato il prezzo dell’oro e fatto precipitare quello del petrolio? Sappiamo come il Coronavirus sia un prodotto Made in China che, inserito nel giro della globalizzazione, è anch’esso diventato un segno dei tempi moderni.

Già a metà di questo maledetto mese il nostro Istituto Superiore di Sanità diffondeva un tecnico (così come deve essere) comunicato in cui spiegava come il Coronavirus «sembra originato da pipistrelli». Seguono una mezza facciata di calcoli e percentuali e una parte dedicata all’unico mammifero (notturno) in grado di volare e dormire a testa all’ingiù. Sono loro i colpevoli: «Nel 2003 i pipistrelli furono indicati come i serbatoi del coronavirus della Sars, in quanto vennero identificati nei pipistrelli diversi coronavirus geneticamente molto simili al virus Sars-CoV isolato dai casi umani». Sono volatili «considerati i principali serbatoi dei coronavirus, ne mantengono la circolazione nell’ambiente e ne aumentano la variabilità genetica. I coronavirus nei pipistrelli non sembra causino infezioni gravi, probabilmente grazie ad un adattamento evolutivo avvenuto in milioni di anni di interazione tra coronavirus e pipistrelli». Ecco che il pipistrello sembra essere il maggiore indiziato. Ciò giustifica una grande attenzione dei vari laboratori di virologia all’analisi dei comportamenti degli uccelli con le grandi orecchie.

Il più importante centro di ricerche di virologia cinese si trova a Wuhan, la città focolaio del Coronavirus. Come il Riformista ha già riportato, il Wuhan Institute of Virology è stato fondato nel 1950 e conta più di un migliaio di dipendenti. Tra i vari laboratori presenti segnaliamo quello di Biosafety, che vanta un livello di protezione quattro: tra i più importanti. È logico che dopo la Sars, la cui origine, come abbiamo visto, viene attribuita ai soliti pipistrelli, alcuni studi si siano concentrati sui vari coronavirus di cui l’animale può essere involontariamente portatore e la loro trasmissibilità all’uomo. A inizio novembre del 2015 l’importante rivista scientifica Nature Medicine pubblica un articolo e lancia un monito: «Il nostro lavoro suggerisce un potenziale rischio di riemersione di Sars-CoV da virus attualmente circolanti nelle popolazioni di pipistrelli». Una coincidenza, ma da poche settimane l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di chiamare il “nostro” nuovo Coronavirus Sars-CoV2: una classificazione molto vicina a quella citata nell’articolo.

Lo studio pubblicato su Nature Medicine è stato firmato da alcuni ricercatori dell’Università statunitense del Nord Carolina e da due scienziati del Wuhan Institute of Virology. E sono gli stessi studiosi cinesi che, dopo la recente esplosione del Coronavirus a Wuhan, troviamo come autori di articoli scientifici dove sottolineano la «potenziale origine del virus dai pipistrelli». In Cina da anni all’interno del Wuhan Institute of Virology si studiano e si sperimentano vari tipi di Coronavirus. Tali monitoraggi hanno prodotto alcune pubblicazioni scientifiche – ne abbiamo riportata solo una – che testimoniano l’importanza delle ricerche effettuate. Naturalmente ciò non vuole dire che da tale laboratorio possa essere scappato qualche virus, ma, come già detto, sarebbe utile per tutti avere qualche informazione più approfondita riguardante il Coronavirus, i pipistrelli e gli esperimenti eseguiti nel laboratori di Wuhan.