L’emergenza coronavirus sta ormai paralizzando l’Italia. Con l’aumento dei contagiati e dei morti, che sono avvenuti principalmente per patologie pregresse e in seguito risultati positivi al virus Covid-19, sono sempre più le persone che temono il peggio. La psicosi da coronavirus infatti sta creando opinioni e reazioni contrastanti. Supermercati presi d’assalto, mascherine e disinfettanti a ruba, metro e città mezze vuote anche laddove l’allerta non è stata ancora lanciata. In particolar modo il Veneto e la Lombardia sono considerate zone gialle, con particolare attenzione per la zona del lodigiano colpita dalla quarantena, isolando per prevenzione molte persone. Coloro che risentono molto di questa situazione sono sicuramente i fuorisede, divisi tra nostalgia per la loro terra e preoccupazione per la propagazione del virus. Solitudine, nostalgia, tristezza e sentimenti di coraggio e determinazione li portano a tranquillizzare sia loro stessi che i familiari, lontani.  In questi giorni si sono sentite notizie di ragazzi letteralmente scappati dalle zone focolaio per raggiungere i loro affetti. Ha fatto il giro del web il caso dei due fratelli che sono partiti da Codogno per tornare a casa a Lauro, paese in provincia di Avellino ed è subito scattato il panico. Dopo la notizia del 27enne di Montefusco che ha avuto la stessa idea ed è rientrato da Codogno, anche i due, fratello e sorella, giovani docenti fuori sede hanno deciso di fuggire dal lodigiano per rientrare in Irpinia. Lo avrebbero fatto prendendo un treno, al contrario di come ha fatto il 27enne di Montefusco che invece ha viaggiato da solo in auto. Nonostante i due stanno bene, sono scattate de procedure di quarantena a casa che hanno coinvolta anche i condomini della palazzina in cui sono rientrati. In tutto sono state 15 le persone messe sotto controllo sanitario.

A prendere precauzioni e provvedimenti è stata anche Trenitalia che per i clienti che hanno acquistato fino al 23 febbraio 2020 un biglietto per viaggi su Frecce, Intercity, Intercity Notte e Regionale, riconoscerà il rimborso integrale per qualsiasi viaggio e indipendentemente dalla tariffa acquistata, in caso di rinuncia al viaggio per Coronavirus. Più in particolare, i biglietti per viaggi su Frecce, Intercity, Intercity Notte e per viaggi misti Frecce, Intercity, Intercity Notte e Regionale, saranno rimborsati con un bonus elettronico di importo pari al valore del biglietto acquistato, utilizzabile entro un anno dalla data di emissione del bonus stesso.

LA TESTIMONIANZA – Questa situazione ha portato molti ragazzi, suddivisi tra lavoratori e studenti, a lasciare diverse testimonianze sui loro stati d’animo sui social per trovare conforto e consiglio. La pagina Inchiostro di Puglia accoglie molto spesso racconti e sfoghi di ragazzi pugliesi che per motivi disparati si ritrovano a scrivere delle lettere come una sorta di flusso di coscienza, sia per loro che per gli altri. Proprio quest’oggi sulla loro pagina Facebook hanno pubblicato la storia di una ragazza vive e studia a Milano originaria della Puglia. La storia ha colpito molti utenti e soprattutto le persone che, come lei, vivono questi sentimenti discordanti: “Sono una dei tanti ragazzi che ha lasciato la sua bella terra per venire a studiare qui, a Milano. E Milano è dove mi trovo adesso, durante uno dei momenti di maggior tensione che abbia mai vissuto. Avevo comprato un biglietto del treno per tornare a casa. Io neanche ci volevo tornare a casa, ma mio papà insisteva: “Vieni qui che si sta tranquilli, l’aria a Milano si farà pesante per il panico generale”. L’ho ascoltato e ho comprato quel maledetto biglietto. D’altronde, con le università chiuse, i musei chiusi, i cinema chiusi, i bar e i pub chiusi dopo le 18, che mi restava da fare qua? Così ieri pomeriggio sono andata in Stazione Centrale per prendere il mio treno. Tanti treni erano stati cancellati prima del mio, ma lo staff di assistenza mi aveva rassicurata che quello lì sarebbe partito. Arrivato l’orario della partenza mi siedo al mio posto. Una voce nel treno annuncia: “partiremo tra pochi minuti”. Finalmente tiro un sospiro di sollievo. La ragazza seduta di fronte a me mi racconta di essere tornata a Milano il giorno prima, ignara di tutta questa situazione. Poi la sua azienda le ha dato il permesso di lavorare da casa e quindi lei ha subito deciso di ritornare giù. Mi racconta di essere raffreddata e di non volersi soffiare il naso per paura di subire un linciaggio. Poi ad un tratto, mentre siamo intente a chiacchierare, la stessa voce di prima annuncia la cancellazione del treno. Sono incredula. Scendo dal vagone e vedo una calca di gente ammassata sui controllori del treno per chiedere informazioni. La risposta è sempre la stessa: oggi non parte nulla. D’un tratto mi sento sola, abbandonata. I miei genitori entrano nel panico, vogliono venire a prendermi con la macchina. Gli dico che non ce n’è bisogno, posso restare qui, tranquilla, finché la situazione non si sia calmata. Poi faccio l’errore più grande della giornata: apro i social media. La Regione Puglia ha, giustamente, emanato una disposizione in cui invita tutti coloro che rientrano dal Nord ad avvisare il proprio medico di base. Ero pronta a farlo non appena arrivata. D’altronde si tratta di buon senso, nessuno di noi vuole mettere in pericolo la propria famiglia o i propri concittadini. Non fosse che adesso i miei concittadini sono talmente spaventati da scrivere cose orribili online. C’è anche chi dice che sarebbe meglio chiudere i confini della Puglia e non far tornare più nessuno. Che chi torna ed esce di casa deve finire in galera… Leggo queste cose e mi sembra assurdo. Qui a Milano vado in giro senza mascherina, faccio la spesa, prendo i mezzi pubblici (sempre con attenzione all’igiene), sto in compagnia dei miei amici. Perché dovrei tornare in Puglia ed essere trattata come un’appestata? Alla fine sono contenta che quel treno non sia partito. Per favore, siate prudenti ma non perdete la vostra umanità. Io alla fine, come tanti miei compagni, resto qui, dove forse non farò la mia vita di sempre per un bel po’, ma almeno sono più tranquilla. Ci rivediamo a Pasqua, se Dio vuole”.