È il giorno della verità, finalmente, dopo cinque giorni di attese e trattative e pettegolezzo politico. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi oggi riferirà alle Camere sulla crisi di governo aperta la settimana scorsa. Quello che potrebbe succedere è ancora un enigma. Il premier, tra conferenza stampa e comunicato, era stato piuttosto chiaro, dal tono definitivo. Aveva escluso un governo senza Movimento 5 Stelle e un bis. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha comunque respinto le sue dimissioni e lo ha invitato a comunicare nelle aule del Parlamento.

Crisi extraparlamentare, considerata la fiducia ugualmente incassata al Senato nonostante il non voto dei 5 Stelle, tutta politica dunque. Palazzo Madama oggi potrebbe confermare la fiducia a Draghi. I 5s di Giuseppe Conte potrebbero uscire dalla maggioranza. Una ventina i parlamentari pentastellati che sarebbero orientati a una nuova scissione dopo quella infiammata del ministro degli Esteri Luigi Di Maio del mese scorso. Lega e Forza Italia in bilico, sarebbero tentati dall’appoggio a Draghi. Senza M5s, ovviamente.

La condizione di Berlusconi e Salvini è che si vada a votare a marzo 2023, per non dare troppo al segretario del Partito Democratico Enrico Letta di ri-organizzare la coalizione. Il Carroccio reclama il rimpasto. Sarebbe comunque una nuova ferita nella coalizione e per Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che svetta in tutti i sondaggi e che preme per andare al voto. Avrebbe già assemblato una bozza di squadra di governo. Se Draghi dovesse confermare le dimissioni le ipotesi sono quella di un governo tecnico o di scopo (che appare altamente improbabile) per approvare la Legge di Bilancio e accompagnare il Paese alle elezioni o il voto subito. Prima data utile sarebbe quella del 2 ottobre. Le trattative impazzano. È il giorno della verità.

La diretta

ORE 20:36 – GELMINI: “LASCIO FI, HA CEDUTO A SALVINI” – In serata la ministra lascia Forza Italia: “Questa Forza Italia non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito” che “ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini”.

ORE 20:33 –  MELONI: “STORIA CI HA DATO RAGIONE, SI GOVERNA SOLO CON MAGGIORANZA COESA” – “Dopo un anno, si è visto chi capisce le dinamiche della nostra democrazia. Questo Parlamento, a guida Cinquestelle, finché non lo cambi, non ti risolve i problemi. Qual è la cosa difficile da capire? Avevamo ragione o torto? Ci sono stati tre governi diversi con maggioranza diversa: ce n’è uno che ha funzionato, no? Gli unici governi che funzionano sono quelli che hanno una maggioranza coesa con una visione condivisa. Questo è quello che abbiamo sempre rivendicato e purtroppo la storia ci ha dato ragione”. Così la presidente di FdI, Giorgia Meloni, a margine di ‘Piazza Italia’ a Roma. “Io guardo che cosa accade, ho le mie idee su come vada governata questa nazione. Il tema di chi fa cosa arriva dopo che hai stabilito, ovviamente, anche il perimetro della coalizione con cui ti presenti”, ha aggiunto. A chi le chiedeva se ci fosse una priorità per il Paese, Meloni ha replicato: “Non c’è una prima priorità, oggi ne abbiamo una marea. Credo che il tema economico sia la grande priorità. Il punto di questa nazione è che non ha una strategia industriale, non c’è neanche il Pnrr. O l’Italia cerca di capire dove vuole stare nell’attuale contesto globale oppure, se noi continuiamo a sperperare risorse dando un tantino all’uno e un tantino all’altro, non risolviamo il problema. Penso che sia una priorità abbassare il costo del lavoro. Serve una maggioranza coesa”.

ORE 20:29 – LETTA: “ANDREAMO A ELEZIONI RAPIDAMENTE” – “Gli italiani guardano sgomenti alle loro istituzioni, al Parlamento e al Senato e a forze politiche che hanno anteposto i loro interessi”. Parole del segretario del Pd, Enrico Letta, intervistato dal Tg1. “Credo che andremo alle elezioni rapidamente e gli italiani sceglieranno fra chi ha voluto affossare questa esperienza di governo e chi, al di là dei propri interessi di parte, aveva scelto di portarla vanti”

ORE 20:18 – SENATO APPROVA FIDUCIA – Il Senato approva la fiducia con 95 sì e 38 no, per un totale di appena 133 votanti. Non hanno partecipato al voto il Movimento 5 Stelle, la Lega e Forza Italia. Il numero legale è stato garantito dalla presenza in aula dei senatori cinquestelle, “presenti ma non votanti”

20:10 – LETTA: “GIORNO TRISTE” – “Tre grandi partiti hanno deciso di mettere fine a questa esperienza, in particolare” con “la decisione di Berlusconi e di Salvini di togliere la fiducia, che ha seguito la scelta del M5s di una settimana fa di aprire la crisi. Per noi oggi è un giorno triste e drammatico per l’Italia”.

ORE 19:20 – A RISCHIO IL NUMERO LEGALE NEL VOTO DEL SENATO – Con l’uscita dall’Aula del Senato di Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle si corre il rischio della mancanza del numero legale, stimato intorno ai 140 presenti. Da regolamento si dovrebbe aggiornare la convocazione per un’altra votazione.

A prenderne atto è stata anche la presidente del Senato, Elisabetta Casellati: “Se non partecipano al voto mancherà il numero legale”, ha detto a microfono aperto e udibile parlando col segretario generale di palazzo Madama e riferendosi in particolare alla decisione dei 5 Stelle di non partecipare al voto.

ORE 19:10 – ANCHE IL MOVIMENTO 5 STELLE NON PARTECIPA AL VOTO SU RISOLUZIONE CASINI – “Noi oggi non partecipiamo al voto sulla risoluzione”. Anche il Movimento 5 Stelle, con le parole della capogruppo Maria Domenica Castellone, annuncia lo strappo con la maggioranza non partecipando al voto sulla risoluzione Casini.

Un discorso che è un continuo affondo contro il premier. “Un governo di alto profilo non dovrebbe schierarsi nettamente contro una forza politica come invece è stato fatto, in questi 18 mesi sono state smantellate tutte le nostre misure”, le accuse di Castellone.

“Abbiamo lavorato in maniera costruttiva per migliorare il decreto aiuti ma nessuna delle nostre proposte è stata accolta. Non abbiamo votato contro, non abbiamo votato” ha aggiunto ricordando che anche Italia viva non ha votato la riforma della giustizia del ministro Cartabia. “La legittimità democratica che lei invoca e la generosità che lei chiede – spiega Castellone rivolgendosi al premier – deve anche passare per il riconoscimento dei meriti e del contributo che ciascuna forza politica ha dato in questi mesi. Questa generosità al mio gruppo non è mai mancata”.

“Chiedere a quest’aula una sorta di delega in bianco mortifica il nostro ruolo e quello della democrazia parlamentare. Siamo obbligati a prendere atto che il problema siamo noi, noi togliamo il disturbo signor presidente, ma ci saremo sempre quando si trattera’ di discutere e approvare provvedimenti utili. Continueremo le nostre battaglie qui e nel Paese”, le parole usate dalla capogruppo per chiudere l’esperienza di governo dei 5 Stelle con Draghi.

ORE 18:55 – IL DISCORSO DI CANDIANI CHE ROMPE CON DRAGHI, LEGA NON PARTECIPA AL VOTO – È un discorso di rottura, già da campagna elettorale, quello che pronuncia il senatore leghista Stefano Candiani nella sua dichiarazione di voto al Senato. Rivolgendosi al premier Mario Draghi, Candiani ha sottolineato che il Carroccio “si aspettava molto dalla sua breve replica dispiace che non abbia trovato spazio per le partite Iva e i commercianti, dai lavoratori della famiglie e anche quella dei tassisti che non sono quelle canaglie descritte nell’intervento di stamattina”

“Avremmo voluto avere parole di certezza riguardo all’immigrazione incontrollata che continua sulle nostre coste”, ha continuato Candiani. “La ringraziamo anche perche’ ‘Ma chi glielo ha fatto fare?’ Ci sarebbe piaciuto avere in lei una figura che si prendeva cura di tutta la maggioranza, non figli e figliastri”, ha sostenuto il senatore del Carroccio, attaccando nuovamente le figure dei ministri Lamorgese e Speranza, obiettivi del partito già nelle richiesta a Draghi di un bis senza 5 Stelle.

“La lealtà della Lega non è mai venuta meno in alcun giorno del governo. L’azione di questo governo non si può reggere sull’inaffidabilità”, ha continuato Candiani. “Occorre che ci sia una compagine di governo composta da persona serie. Non si può continuare dicendo che niente è successo e ‘Madama la marchesa’”.

“Avevamo presentato una risoluzione competa che offre prova del nostro impegno a risolvere i problemi dell’Italia: spiace che non sia stata scelta e che questo ci metta nelle condizioni di non partecipare al voto”, ha quindi concluso Candiani.

ORE 18:48 – FORZA ITALIA NON PARTECIPA AL VOTO SU RISOLUZIONE CASINI – La presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini, intervenendo nel corso delle dichiarazioni di voto sulle comunicazioni del premier Mario Draghi al Senato, ha annunciato che il gruppo parlamentare “non parteciperà al voto di fiducia posta dal governo sulla risoluzione del senatore Casini”.

ORE 18:40 – IL PALLOTTOLIERE DEL SENATO, SENZA 5 STELLE MENO DI 100 VOTI PER RISOLUZIONE CASINI – Potrebbe essere approvata con meno di cento di voti la risoluzione a firma di Pier Ferdinando Casini, su cui il governo ha posto la questione di fiducia dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi. Sulla carta, senza considerare i senatori a vita e le assenze – il testo può contare sul sostegno dei componenti del Pd (39), Italia Viva (15), Insieme per il futuro (11), Insieme per le Autonomie (8) e almeno 22 del Gruppo misto (Italia al Centro 9, Leu 6, +Europa/Azione 4, Maie-Coraggio Italia 3), per un totale di 95 sì. Se a favore dovesse esprimersi anche il Movimento 5 Stelle, con i suoi 61 senatori, i voti di fiducia salirebbero a 156.

ORE 18:35 – SALVINI CONFERMA: “NON VOTIAMO RISOLUZIONE CASINI” – “Non la votiamo. La risoluzione di Casini? Certo che non la votiamo”. A dirlo è Matteo Salvini in una pausa dei lavori al Senato rispondendo ad una domanda sulla fiducia posta sulla risoluzione di Casini, confermando così di persona la posizione del partito.

ORE 18:20 – Volano parole grosse in Forza Italia tra l’anima ‘draghista’ di Gelmini e quella vicina alla Lega di Ronzulli: sullo sfondo la posizione del partito sulla crisi e sul Draghi bis, che rischia di far cadere il governo

ORE 18:05 – RENZI: “CRISI GROTTESCA VOLUTA DA CONTE” – Duro l’intervento al Senato di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva sottolinea nelle sue parole come la “crisi grottesca” di questi giorni è stata “voluta da Conte e M5s cade in un momento ricco di problemi”. L’ex premier rinfaccia ai pentastellati la “posizione assurda di chi vuole la crisi, ma non ha il coraggio di far dimettere i ministri”.

Confermando la fiducia a Draghi, Renzi tira in ballo anche gli ex compagni del Partito Democratico: “Nulla sarà più come prima: io non so come qualcuno di voi, amici e compagni del Pd, possa pensare dopo questo disastro di allearsi con il M5s e sappiate che comunque noi saremo da un’altra parte”. Da Renzi quindi anche quello che appare come un messaggio agli elettori, in particolare quelli moderati del centrodestra: “Se oggi qualcuno ritirerà la fiducia dopo che altri hanno aperto la crisi, sarà chiaro che a quel popolo che chiede a Draghi di proseguire, che chiede riformismo e non populismo, noi daremo una casa e daremo un tetto”.

ORE 17:52 – CINQUE STELLE ANCORA IN STALLO, RABBIA NELLE CHAT – Chat interne bollenti quelle dei 5 Stelle dopo la replica di Draghi al Senato, in particolare per il pesante affondo sul Superbonus. Secondo l’Adnkronos, che ha visionato i messaggi, si legge tra le altre cose: “Dopo una replica così, che ca… dobbiamo dirgli?”.

Nonostante la rabbia, al momento non sarebbe arrivata una indicazione ufficiale da parte dei vertici del Movimento, in primo luogo Giuseppe Conte, sul voto di fiducia.

ORE 17:45 – SALVINI NON PARLA IN SENATO, AL SUO POSTO CANDIANI – Clamorosa marcia indietro di Matteo Salvini. Il segretario della Lega, iscritto in un primo tempo a parlare al Senato per la dichiarazione di voto del gruppo del Carroccio, sarà sostituito dal senatore Stefano Candiani.

ORE 17:40 – IN AULA SI VOTA SOLO LA RISOLUZIONE CASINI – Le dichiarazioni di voto sulla fiducia, che sarà votata solo sulla risoluzione presentata da Pier Ferdinando Casini, avranno luogo a partire dalle 17.30 e a seguire si terrà il voto di fiducia sulla risoluzione che approva le comunicazioni del Presidente del Consiglio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo del Senato

ORE 17:33 – CENTRODESTRA CONFERMA IL ‘NO’ ALLA RISOLUZIONE CASINI – Il centrodestra di governo, riferiscono fonti parlamentari, conferma la sua linea: il si’ e’ solo sulla risoluzione del centrodestra, non su quella presentata dal senatore Casini e sulla quale il governo ha posto la questione di fiducia.

ORE 17:20 – COSA DICE LA RISOLUZIONE CASINI – La risoluzione presentata da Pier Ferdinando Casini, su cui il governo ha posto la fiducia, recita testualmente: “Il Senato, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, le approva”.

ORE 17:10 – PRESIDENTE DEL SENATO CASELLATI CONVOCA CONFERENZA CAPIGRUPPO – Il presidente del Senato Elisabetta Casellati ha convocato la conferenza dei capigruppo dopo che il presidente del Consiglio Mario Draghi, ha posto in Aula la questione di fiducia sulla risoluzione presentata da Pierferdinando Casini, che prevede l’approvazione delle comunicazioni tenute questa mattina dal premier.

ORE 17:00 – LA REPLICA DI DRAGHI: “MAI CHIESTI PIENI POTERI”, AFFONDI CONTRO 5 STELLE E CENTRODESTRA – È un Draghi visibilmente risentito, quasi arrabbiato, quello che prende nuovamente la parola al Senato nella replica alla discussione generale del Senato. Diversi infatti gli affondi del premier, il primo contro Giorgia Meloni (ma non solo) e il suo evocare una presunta richiesta di “pieni poteri” del presidente del Consiglio. “Il sostegno che ho visto nel paese, mi ha indotto a riproporre un patto di coalizione e sottoporlo a vostro voto, voi decidete. Niente richieste di pieni poteri”

Quindi la replica alle parole di Licheri, ex capogruppo 5 Stelle, che aveva parlato in Aula dopo il suo intervento. Dal premier ‘puntualizzazioni’ alle dichiarazioni del fedelissimo di Conte su Reddito di cittadinanza, Superbonus e salario minimo. “Il Reddito di cittadinanza è una cosa buona, ma se non funziona è cattiva”, le parole di Draghi, mentre sul Superbonus “il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti”. “Ora bisogna riparare al malfatto e tirare fuori dai guai quelle migliaia di imprese”, ha aggiunto Draghi.

Stoccate anche al centrodestra, rispondendo alle critiche sul ruolo dell’esecutivo nel dibattito su temi ‘politici’ come Ius Scholae, ddl Zan o cannabis. “Il governo ha deciso di non intervenire per la sua natura di governo fondato su un’ampia coalizione, su temi di origine parlamentare”.

Quindi l’intervento si è concluso con la richiesta di fiducia sula risoluzione presentata da Pier Ferdinando Casini.

ORE 16:45 – SALVINI RIBADISCE: “CENTRODESTRA UNITO” – “Il centrodestra unito per il bene del Paese”. Sono le parole alle telecamere di Matteo Salvini di ritorno al Senato dopo il vertice di Villa Grande con Silvio Berlusconi.

ORE 16:20 – LEGA E FORZA ITALIA VOTERANNO SOLO LA LORO RISOLUZIONE – “I senatori del centrodestra di governo voteranno soltanto la propria risoluzione, che chiede un “patto” per un nuovo governo, profondamente rinnovato, guidato ancora da Mario Draghi e senza il Movimento 5 Stelle”. Con una nota Lega e Forza Italia ribadiscono la posizione del centrodestra di governo in questa crisi: per Salvini e Berlusconi c’è dunque spazio solo per un Draghi bis senza pentastellati, ipotesi non percorribile però per il premier.

ORE 16:10 – IL RETROSCENA DA PALAZZO CHIGI: “NO A DRAGHI BIS” – Nessuna possibilità di un Draghi bis, ovvero di un sì del premier alla richiesta della Lega di un governo guidato dall’ex numero uno della Bce ma senza il Movimento 5 Stelle. E’ questa la posizione del presidente del Consiglio, spiegano fonti di Palazzo Chigi.

Il percorso dunque, salvo ulteriori colpi di scena, è quella del voto delle risoluzioni al Senato.

ORE 16:00 – DUE LE RISOLUZIONI DEPOSITATE, QUELLE DELLA LEGA E DI CASINI – Al momento sono state depositate due risoluzioni: una della Lega, che chiede discontinuità con l’uscita del Movimento 5 Stelle e l’altra da Pier Ferdinando Casini, che approva le comunicazioni rese in Senato da Draghi.

ORE 15:50 – MATTARELLA, COLLOQUI CON SALVINI E BERLUSCONI – Il presidente della Repubblica entra nella partita della crisi. Sergio Mattarella, è emerso in questi minuti, ha avuto contatti telefonici con i leader dei partiti. In particolare un confronto è avvenuto con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, i due leader del centrodestra di governo che hanno posto un aut aut al premier chiedendo un nuovo governo e una nuova maggioranza senza i 5 Stelle.

ORE 15:35 – DRAGHI LASCIA IL SENATO, SI VA VERSO VOTO DELLE RISOLUZIONI – Prima della sua replica, il presidente del Consiglio Mario Draghi è uscito da Palazzo Madama e si è fermato a salutare alcuni turisti.

ORE 15:25 – SEDUTA SOSPESA FINO ALLE 16:45 SU RICHIESTA DELLA MAGGIORANZA – Su richiesta della maggioranza, la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha sospeso i lavori in Aula per un’ora e mezza.

Intanto fonti di governo fanno sapere che il premier “attende le posizioni dei partiti, nel rispetto del dettato costituzionale”: niente dimissioni o contatti col Quirinale dunque, ma si va verso il voto delle risoluzioni che verranno presentate dalle forze politiche in Senato sulle comunicazioni di Draghi.

ORE 15:15 – LICHERI (M5S): “NON FAREMO CADERE UN GOVERNO PER CONVENIENZA” – “Non troverete mai un Movimento 5 stelle che per una convenienza elettorale faccia cadere un governo”, ha detto Ettore Antonio Licheri, senatore M5s, nel dibattito di Palazzo Madama. “Abbiamo sempre mantenuto una linea di assoluta responsabilità, una posizione chiara, sincera”.

ORE 15:30 – MIRABELI (PD): “NOI CON DRAGHI PIU’ CONVINTI DI PRIMA”  – Serve un governo autorevole e credibile per affrontare i passaggi che abbiamo di fronte in Europa. Noi la sosterremo perché vogliamo completare il Pnrr e le riforme necessarie che sono ancora diverse. Siamo d’accordo al patto che ci ha proposto e siamo ancora più convinti di prima”, ha detto il vice presidente dei senatori del Pd Franco Mirabelli, intervenendo in Aula. “Tutti dovrebbero fare lo stesso, dire con chiarezza se si condivide o no questa proposta. Non è serio inventare soluzioni alternative”.

ORE 14:30 – DOCUMENTO CENTRODESTRA: “NUOVO GOVERNO SENZA 5 STELLE E CON CON DISCONTINUITA'” – Un documento per la risoluzione da votare in Senato dove vengono indicati i punti principali chiesti dal centrodestra al premier Mario Draghi. E’ quanto riferiscono fonti informate all’agenzia Agi. Un nuovo patto di governo che segni discontinuità e che preveda alcuni punti tra cui l’esclusione del Movimento 5 stelle e un’agenda rinnovata. A chi chiedeva se Silvio Berlusconi appoggerà la richiesta leghista di un “nuovo governo Draghi”, un alto dirigente di Forza Italia ha risposto che gli ex lumbard hanno l’appoggio degli azzurri nella richiesta di “sedersi tutti insieme attorno a un tavolo per definire un nuovo patto con alcuni punti di discontinuità”. “Non si tratta di persone, infatti Romeo non ha citato alcun ministro”, ha aggiunto.

ORE 14:00 – DRAGHI ESCE DALL’AULA DOPO INTERVENTO ROMEO – Il premier Mario Draghi ha lasciato l’aula del Senato dopo l’intervento del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo. Parole che pongono di fatto il premier di fronte ad un ultimatum, l’ennesimo di questa crisi: o  Draghi vara un nuovo governo senza 5 Stelle con un programma diverso, più ‘compatibile’ con le istanza del centrodestra, o può restare dimissionario.

ORE 13:53 – ROMEO (LEGA): “PER NUOVO PATTO CI SIAMO, MA CON NUOVO GOVERNO E MAGGIORANZA” SENZA 5 STELLE – “Si prenda atto che è nata una nuova maggioranza che è quella del 14 luglio”. È l’intervento del capogruppo al Senato della Lega Massimiliano Romeo, nella risposta alle comunicazioni di Draghi. “Serve ricostruire un nuovo patto come lei ha detto – ha aggiunto rivolgendosi al premier, presente in Aula – noi ci siamo ma con una nuova maggioranza e un nuovo governo”, un esecutivo con alla guida ancora Draghi “perché è autorevole e noi la stimiamo”.

Al vetriolo invece le parole per quelli che sono ancora gli alleati di maggioranza, ovvero Pd e 5 Stelle. “Bisogna capire se l’obiettivo è salvare il paese, e lei con la sua autorevolezza ha tutta la stima della Lega, o l’interesse primario è salvare il campo largo progressista che è finito per qualche errore e come dice Mastella è finito nell’inceneritore”, le parole del capogruppo del Carroccio. Senza Conte e pentastellati il nuovo esecutivo per Romeo dovrebbe avere “obiettivi anche un po’ più ambiziosi”, a cominciare “dal Reddito di cittadinanza che va profondamente revisionato”.

Quindi la conclusione con l’appello a Draghi: “Ci deve essere una grande discontinuità che solo la sua autorevolezza può dare. Quindi a questo punto la scelta spetta a lei”.

ORE 13:35 – ANCHE PER LEGA E FORZA ITALIA UN SOLO INTERVENTO IN AULA – Il centrodestra di governo segue la strategia del Movimento 5 Stelle. Forza Italia e Lega parteciperanno alla discussione in corso al Senato con un solo intervento, avendo annullato tutti gli altri in programma dopo il duro discorso di Draghi contro il Carroccio. A prendere la parola dovrebbero essere Maurizio Gasparri e Massimiliano Romeo.

ORE 13:00 – I messaggi di Draghi a 5 Stelle e Lega, che al Senato apre a un bis senza cedere a ricatti e ultimatum: 36 minuti tra aperture e paletti ai due partiti in rivolta

ORE 12:45 – Centrodestra in tilt, incontro in queste ore tra Salvini e Berlusconi a Villa Grande. Lega colpita dagli affondi di Draghi su scostamento di bilancio, taxi e Ucraina. Meloni chiede il voto.

ORE 12:30 – DEL SENATORE LICHERI L’UNICO INTERVENTO 5 STELLE IN AULA – Sarà il solo senatore Ettore Licheri a intervenire in discussione generale a palazzo Madama sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, mentre saltano gli altri interventi. Per il Movimento risultavano infatti iscritti a parlare anche Vito Crimi e Susy Matrisciano ma, a quanto si apprende, rinunceranno ad intervenire. La capogruppo Mariolina Castellone parlerà invece in dichiarazione di voto

ORE 11:55 – SALVINI A VILLA GRANDE DA BERLUSCONI – Terminata la riunione della Lega a Palazzo Madama, Matteo Salvini si sta recando a Villa Grande, residenza romana di Silvio Berlusconi, per un vertice del centrodestra di governo.

Quanto all’esito della riunione del Carroccio, la senatrice Giulia Bongiorno ha spiegato all’Ansa che sono state fatte “delle riflessioni” che non possono essere anticipate “perché adesso ci sarà una riunione con il centrodestra di governo e decideremo insieme”.

ORE 11:35 – MELONI DURA SU DRAGHI: “PRETENDE PIENI POTERI, ELEZIONI SUBITO” – Durissima la presa di posizione di Giorgia Meloni. Le leader di Fratelli d’Italia, che ovviamente auspica il ritorno al voto a ottobre e la fine della legislatura, su Facebook scrive che Draghi in Senato “pretende pieni poteri, sostenendo che glielo hanno chiesto gli italiani. Ma in una democrazia la volontà popolare si esprime solo con il voto, non sulle piattaforme grilline o con gli appelli del Pd. Sono le autocrazie che rivendicano di rappresentare il popolo senza bisogno di far votare i cittadini, non le democrazie occidentali. Fratelli d’Italia non intende assecondare questa pericolosa deriva. Decidano gli italiani del proprio futuro, non questo Parlamento delegittimato e impaurito. Elezioni subito”.

ORE 11:05 – CONTE RIUNITO CON VERTICI 5 STELLE, SEGNALI DI CHIUSURA DAI SENATORI – Dopo aver ascoltato il discorso del premier Draghi al Senato, Giuseppe Conte si è riunito con alcuni dei vertici del Movimento, fra cui i vicepresidenti e la capogruppo a Palazzo Madama Mariolina Castellone. Nel frattempo, in un altro ufficio, è in corso una riunione del gruppo dei senatori del Movimento.

Ma dal Senato, dove il fronte ‘barricadero’ dei 5 Stelle è più forte, i segnali sono negativi di fronte al discorso di Draghi. “Un discorso senza sorprese, con sfumature autoritarie preoccupanti”, lo definisce a LaPresse la senatrice Alessandra Maiorino, mentre il collega Cristiano Anastasi parla di “un discorso attendista che lascia aperte tutte le opzioni. Ha deciso di non decidere e far scegliere alle forze politiche con le quali, probabilmente, sta interloquendo”. Diversi i senatori che parlano di “un intervento generico”, che “non dà risposte precise alle nostre richieste”.

ORE 10:50 – SALVINI RIUNISCE LA LEGA AL SENATO – È in corso una riunione della Lega convocata da Matteo Salvini a Palazzo Madama: presenti parlamentari, ministri e sottosegretari. Il segretario del Carroccio è uscito visibilmente ‘corrucciato’ in volto dopo il discorso di Draghi che ha chiuso al ricorso a scostamenti di bilancio, misura chiesta dal partito.

ORE 10:30 – LE REAZIONI FREDDE AL DISCORSO DI DRAGHI DA 5 STELLE E LEGA – I senatori di Movimento 5 Stelle e Lega non hanno applaudito al termine del discorso tenuto dal presidente del Consiglio Mario Draghi al Senato.

Pentastellati che per l’intera durata del discorso del premier sono stati praticamente immobili: unici ‘sussulti’ sono arrivati quando Draghi ha fatto il punto sull’agenda sociale e quando il premier ha ricordato Borsellino.

ORE 10:25 – SEDUTA SOSPESA FINO ALLE 11, POI IL DIBATTITO – Seduta sospesa fino alle 11 nell’Aula del Senato per consentire al presidente del Consiglio Mario Draghi di consegnare il testo delle sue comunicazioni alla Camera. La discussione si protrarrà fino alle 17 circa, per un massimo di 5 ore e mezzo.

Poi sarà il momento della replica di Draghi, in cui comunicherà le sue intenzioni. Se Draghi si sottoporrà al voto di fiducia, intorno alle 18:30 inizieranno le dichiarazioni di voto e a seguire si procederà con la chiama dei senatori. L’esito del voto è atteso per le 19:30.

ORE 10:10 – DRAGHI: “DA FORZE POLITICHE CRESCENTE DISTINGUO, DA RICOSTRUIRE PATTO DI FIDUCIA” – Il discorso di Draghi si fa più duro quando il premier torna sulle cause che hanno provocato le sue dimissioni. “Con il passare dei mesi, a questa domanda di coesione che arrivava dai cittadini le forze politiche hanno opposto un crescente desiderio di distinguo e divisione”, ha detto Draghi, sottolineando come “le riforme del Consiglio Superiore della Magistratura, del catasto, delle concessioni balneari hanno mostrato un progressivo sfarinamento della maggioranza sull’agenda di modernizzazione del Paese”.

In politica estera invece “abbiamo assistito a tentativi di indebolire il sostegno del Governo verso l’Ucraina, di fiaccare la nostra opposizione al disegno del Presidente Putin”, mentre sul fronte interno economico “le richieste di ulteriore indebitamento si sono fatte più forti proprio quando maggiore era il bisogno di attenzione alla sostenibilità del debito”.

Tornando al mancato voto di fiducia al Dl Aiuti dei 5 Stelle, Draghi ha rimarcato che “non votare la fiducia a un governo di cui si fa parte è un gesto politico chiaro, che ha un significato evidente. Non è possibile ignorarlo, perché equivarrebbe a ignorare il Parlamento. Non è possibile contenerlo, perché vorrebbe dire che chiunque può ripeterlo. Non è possibile minimizzarlo, perché viene dopo mesi di strappi ed ultimatum”.

L’unico strada da percorrere per il premier “se vogliamo ancora restare insieme, è ricostruire da capo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità. A chiederlo sono soprattutto gli italiani”.

ORE 10:00 – DRAGHI: “MOBILITAZIONE PAESE SENZA PRECEDENTI E IMPOSSIBILE DA IGNORARE” – “Ritengo che un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere in Parlamento il sostegno più ampio possibile. Questo presupposto è ancora più importante in un contesto di emergenza, in cui il Governo deve prendere decisioni che incidono profondamente sulla vita degli italiani. L’amplissimo consenso di cui il Governo ha goduto in Parlamento ha permesso di avere quella ‘tempestività’ nelle decisioni che il presidente della Repubblica aveva richiesto. A lungo le forze della hanno saputo mettere da parte le divisioni e convergere con senso dello Stato e generosità verso interventi rapidi ed efficaci, per il bene di tutti i cittadini. L’unica strada è ricostruire il Patto di fiducia, se vogliamo stare insieme. Non si può ignorare l’appello di sindaci e cittadini”.

ORE 9:55 – DRAGHI: “DIMISSIONI SCELTA SOFFERTA QUANTO DOVUTA, VENUTA MENO MAGGIORANZA” – Aprendo il suo discorso al Senato, il premier Draghi ha ricordato che mercoledì scorso ha rassegnato le sue dimissioni al capo dello Stato Mattarella, una decisione “seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il governo dalla sua nascita. Il capo dello Stato le ha respinte e chiesto di informare il Parlamento. Decisione che ho condiviso. Oggi mi permette di spiegare a voi e agli italiani questa decisione tanto sofferta quanto dovuta”.

ORE 9:47 – DRAGHI PRENDE LA PAROLA – Il Presidente del Consiglio comincia il suo discorso in Senato.

ORE 9:35 – “NESSUN CONTATTO TRA DRAGHI E CONTE” – Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ascolterà la comunicazione del Presidente del Consiglio Mario Draghi dagli uffici del gruppo Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama. Secondo quanto riporta AdnKronos nessun contatto si è tenuto al momento tra Draghi e Conte. Nulla esclude che i due possano sentirsi nel corso della giornata, ma tra ieri sera e questa mattina la telefonata -che molti attendevano in ambienti 5Stelle- non ci sarebbe stata.

ORE 8:40 – LA TELEFONATA CON ZELENSKY – Draghi ieri sera ha avuto un colloquio con il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Secondo diversi osservatori è il segno che a questo punto non sarebbe sua intenzione stroncare la sua esperienza al governo in un momento di grandi tensioni internazionali.

ORE 8:35 – DI MAIO CONTRO IL M5S –  “Diciamo la verità, il partito di Conte ha già deciso di non votare la fiducia al governo Draghi. Conte sta scommettendo sul voto anticipato, ma sarebbe un ulteriore crollo nei sondaggi”, osserva infatti il ministro degli Esteri Luigi Di Maio tornando ad attaccare il suo ex Movimento.

ORE 8:30 – L’INCONTRO CON MATTARELLA – Dopo aver visto ieri Letta a palazzo Chigi, Draghi è salito un’altra volta al Quirinale per confrontarsi con il Presidente della Repubblica Mattarella. Nulla trapela sulla eventuale decisione presa dal premier tanto che in serata tutti parlano con timore di un lungo showdown al buio nell’Aula del Senato.

ORE 8:15 – LA FIDUCIA AL BUIO – Il premier farà il suo intervento e attenderà le risposte dagli interventi dei partiti per poi decidere, è una fiducia al buio quella che attende Mario Draghi

ORE 8:00 – LE COMUNICAZIONI – Le comunicazioni in Senato si terranno a partire dalle 9:30 di questa mattina, la fiducia in serata. Giovedì le comunicazioni alla Camera.

ORE 7:30 – INCONTRI CON CDX E PD – Draghi ha incontrato il centrodestra, a Palazzo Chigi. Spiragli di ottimismo su una nuova intesa, scrive l’Ansa. Stesse sensazioni dal centrosinistra: Enrico Letta, segretario del Pd, ha commentato che “sarà una bella giornata”. Per Matteo Renzi l’unico problema rimasto è “se Conte esce dalla maggioranza, tanto ormai tutti sappiamo che Draghi rimarrà”.

Articolo in aggiornamento 

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