Il vertice della premier con il capo supremo della Cina
G20 di Bali, Meloni prosegue gli incontri: dopo Biden è il turno di Xi ma è gelo con Macron
In un contesto internazionale alle prese da nove mesi con la guerra in Ucraina che rischia di incendiare l’Europa (di ieri i bombardamenti russi su Kiev che hanno agitato il vertice che il ministro Lavrov ha lasciato dopo il primo giorno di lavori) e con vari focolai di crisi a cominciare da Taiwan, la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha sostenuto ben sei bilaterali di altissimo livello tra cui quello di un’ora con il presidente Usa Joe Biden. E, a seguire, con Erdogan. e però Meloni ha dvuto anche guardare cosa facesse tutto il giorno il vicepremier Salvini sui social, l’altro vicepremier Tajani a Bruxelles per il Consiglio degli Affari esteri e i suoi. Ieri il sottosegretario alla Salute Gemmato ha detto di non essere sicuro che “le cose sarebbero andate peggio senza i vaccini”. Peccato che più o meno negli stessi minuti Meloni stesse facendo il suo intervento al G20 sul tema della salute in cui ha sostenuto ovviamente il contrario. Soprattutto Meloni ha dovuto dialogare per il secondo giorno di fila e informalmente con il Quirinale a causa della crisi con la Francia e rimettere in piede una relazione decente con l’Europa sul dossier migrazioni.
Nella hall dell’hotel dove alloggia a Bali Meloni si è intrattenuta per qualche minuto con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, uno scambio di battute e una sigaretta. Rinviati i punti stampa con i cronisti a oggi per la conferenza stampa finale, è arrivata alle 9.20 (le 2.20 del mattino in Italia) all’Hotel Apurva Kempinski, sede del vertice. E’ entrata subito prima del presidente francese Emmanuel Macron ma anche ieri tra i due pare non ci sia stato alcun momento di incontro. Di quarantuno leader seduti al tavolo, solo quattro le donne presenti (von der Leyen Commissione Ue; Kristalina Georgierva del Fondo monetario e Okonjo Wineala direttrice del Wto) e Meloni. Due gli interventi in plenaria dove ha sottolineato il “devastante impatto della guerra sull’ordine mondiale e sulle nostre economie e ancora di più su quelle in via di sviluppo”. Da questa crisi però, è l’auspicio nell’intervento della premier, “può nascere l’opportunità di rendere il mondo più sostenibile e più equilibrato”. Il secondo panel era dedicato alla salute. E qui la missione internazionale del governo ha dovuto confrontarsi con la crisi tutta interna nata dalle parole del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (Fdi): “Non c’è prova che senza vaccini le cose sarebbero andate peggio di come sono andate”. Apriti cielo.
Negli stessi minuti Meloni stava spiegando ai diciannove leader mondiali tra cui il cinese Xi Jinping, che “la vita sta tornando progressivamente alla normalità grazie al lavoro straordinario del personale sanitario, ai vaccini, alla prevenzione e alla responsabilizzazione dei cittadini, ma tali situazioni di pericolo vanno affrontate in modo strutturale, senza mai cedere alla facile tentazione di sacrificare la libertà dei nostri cittadini in nome della tutela della loro salute”. Un concetto rilanciato anche dai social di Palazzo Chigi per cercare di spegnere una polemica che, nonostante le smentite, è invece andata avanti tutto il giorno con il segretario del Pd Enrico Letta che ha chiesto le immediate dimissioni di Gemmato. Nessun contatto ieri tra Meloni e Macron. Segno che lo scontro diplomatico Roma-Parigi sui migranti continua a segnare le relazioni tra i due paesi. E questo nonostante il provvidenziale intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha, appunto, evitato ulteriori escalation della crisi. Così, ieri Mattarella ha rafforzato il suo messaggio del giorno precedente e inaugurando l’università dell’Insubria a Varese, casa della Lega, ha ripetuto un concetto fondamentale: “L’Unione europea va costruita ogni giorno, continuamente, è un percorso da cui non si può tornare indietro malgrado ogni tanto qualcuno faccia affiorare l’illusione che questo sia possibile. Non lo è, perché nessuno si salva da solo e questo i giovani lo sanno benissimo”.
Meloni è costretta ad andare in scia poco dopo sui social: “Oggi e domani sono a Bali per partecipare al G20 e a importanti incontri bilaterali. Di fronte alle sfide del nostro tempo occorre dialogare e lavorare insieme per trovare soluzioni alle crisi globali”. Parole chiave: dialogare e lavorare insieme. Per fortuna Salvini tace, almeno lui. E usa i social solo per dire che ha sbloccato importanti cantieri delle ferrovie per 42 milioni in Lombardia. Al netto di tutto questo, il cuore del G20 sono stati i bilaterali di Meloni con Biden e Erdogan (ieri) e oggi con Xi Jinping. Il bilaterale con Biden a cui hanno partecipato anche il ministro Giorgetti e il sottosegretario Fazzolari è durato quasi un’ora. I comunicati ufficiali sono sempre freddi ma traspare la sintonia tra Washington e Roma. Le ombre russe, i legami della Lega con il partito di Putin, sembrano essere stati derubricati oltre la marginalità. Secondo il comunicato della Casa Bianca le conseguenze della guerra in Ucraina hanno dominato l’incontro: oltre alla crisi climatica, si è parlato “dell’uso dell’energia come arma da parte della Russia”, delle “sfide poste dalla Repubblica Popolare Cinese” (meno angoscianti dopo il bilaterale del disgelo del giorno prima tra Biden e Xi), “dell’impegno a fornire all’Ucraina il sostegno necessario per difendersi e a ritenere la Russia responsabile della sua aggressione”.
Palazzo Chigi è stato più vago. Il colloquio, che ha confermato i legami “profondi e duraturi” di Roma con Washington si è incentrato sulla “solidità dell’alleanza transatlantica e sull’eccellente cooperazione per fare fronte alle sfide globali, dalla crescita economica alla sicurezza comune”. Di sicuro Meloni ha confermato l’invio di armi all’Ucraina. Si fa notare che “60 minuti sono un tempo enorme rispetto alla media dei bilaterali”. Un tempo che Biden avrebbe usato per “conoscere meglio” la nuova premier italiana. E verificare che l’Italia mantenga il suo baricentro spostato a Occidente, nonostante le scelte attualmente congelate, ma ancora in campo, di aprire di più a Oriente con la partecipazione alla nuova Via della Seta. Ma le richieste della Cina all’Italia vanno nella direzione opposta rispetto alle richieste di Washington. L’incontro tra Meloni e Xi è previsto oggi e sarà il gran finale della missione indonesiana.
Intanto ieri, dopo Biden, la premier italiana ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. L’attentato di Istanbul, le prospettive anche energetiche per il Mediterraneo, gli sviluppi della “guerra d’aggressione russa all’Ucraina” i temi sul tavolo. Meloni e Erdogan hanno parlato molto anche di immigrazione, come gestire i flussi e fermare le partenze. Quindi come intervenire in Libia per fermare i trafficanti di essere umani. Unica nota di colore e di relax: la casacca viola in seta balinese che Meloni, come altri leader, ha accettato di indossare per partecipare alla cena di gala. Gentile omaggio del presidente Widodo.
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