Il governo Meloni gioca a guardie e ladri. Doveva rispondere da subito alle emergenze economiche. Invece parte in tutt’altra direzione, calcia in tribuna la riforma Cartabia, se la prende con l’ergastolo ostativo e investe il primo decreto-legge per concentrarsi sui rave party, Ecco la vera piaga del Paese, il problema numero uno. Per i garantisti del Terzo polo è una doccia fredda: l’arrivo di Carlo Nordio al governo sembrava poter aprire a speranze diverse, sul piano dello stato di diritto. L’aumento dei reati e la criminalizzazione di ulteriori attività avvelena definitivamente la giustizia italiana già duramente provata. Matteo Renzi e Carlo Calenda, “complementari”, come si definiscono tra loro, la vedono come la risposta sbagliata a un’esigenza giusta.

«Sono decisamente contrario ai rave illegali, ma una nuova fattispecie di reato si scrive ponderandola bene, non così a cavolo per fare ‘la dura’. È la differenza tra partecipare ad un talk show e stare al Governo», dice su Twitter, Carlo Calenda, leader di Azione. Matteo Renzi plaude all’operazione di sgombero, sospende il giudizio sul resto: «Sull’ordine pubblico, bene lo sgombero del rave party. I fatti di questa settimana meriterebbero una riflessione più approfondita». Tra Azione e Italia Viva c’è una certa differenza di approccio. Se la prima punta a sedurre sempre più gli indecisi del mondo moderato e di centrodestra, la seconda ha nei riformisti insoddisfatti del Pd il suo bacino naturale. La convergenza ci sta, ma la base di consenso diversa impone approcci asimmetrici. “Qualche sfumatura di differenza tra noi c’è”. I toni dei riformisti dem sono più accesi.

«Vedo in controluce l’idea di voler limitare la libertà di espressione, di partecipare a manifestazioni. Scritta come l’abbiamo letta, può avere mille applicazioni. Inutili e pericolose», dice la senatrice di Iv Daniela Sbrollini. Ed è allarmatissimo il segretario di presidenza della Camera – e direttore di Radio Leopolda, emittente di IV – Roberto Giachetti. “Sentivamo proprio il bisogno di un nuovo reato”, ironizza al telefono con Il Riformista. «A destra come a sinistra non sono mancate le occasioni di realizzare nuovi reati. Di errori ne ho visti fare tanti, ma come questo mai: sei anni è una roba fuori dalla grazia di Dio. Come succede spesso, si inventano reati per rispondere a una emergenza mediatica e poi non ci si rende conto delle conseguenze del decreto».

Quali? Tutte le volte che un gruppo di persone si raduna senza autorizzazione, commette un reato? A parte i concerti clandestini, i centri sociali? Le occupazioni a scuola? «Può aprire la strada alla polizia che interrompe un falò notturno in uno stabilimento balenare, una irruzione con arresti durante una occupazione di studenti a scuola. Sono fiducioso in Nordio e colpito che questi primi passi del governo vadano in una direzione tanto smaccatamente securitaria». Eppure. «Mi rifiuto di crederci – insiste Giachettisiccome continuo a ritenere che Nordio sia una persona perbene, voglio vedere che cosa metterà in piedi in tema di depenalizzazione e carcere in generale. Non voglio pensare che sia stato messo lì per fare la foglia di fico».

Enrico Costa, di Azione, rimane in finestra e aspetta il testo del decreto: «Certo sul garantismo di questo governo, l’esultanza dell’Anm è la cartina al tornasole», ci dice. “Temo che il povero Nordio sarà un po’ pressato”. “Norme identitarie, posizioni da governo di destra”, le bolla la deputata di Iv Lucia Annibali. «Meloni si contraddice, quando assicura che non ci saranno le intercettazioni per gli indagati per reato di Invasione. Perché sopra i cinque anni di pena, scattano le intercettazioni», fa notare il responsabile giustizia di IV, Giuseppe Cucca. Che dipinge così la situazione: «Nordio è issato come un vessillo davanti al castello, è una bandiera. Dentro al palazzo però i giustizialisti fanno festa. Come e forse peggio che nel governo gialloverde». Stesse considerazioni da Luciano Nobili, dirigente di IV: «Vuoi provare a fare il governo di alto livello e non ci riesci. Metti dentro solo Nordio e poi che fai? Sospendi la riforma Cartabia e difendi l’ergastolo ostativo? Peggio dei Cinque Stelle. Siamo all’anno zero del garantismo. In linea con la storia giustizialista e manettara di Fratelli d’Italia».

Avatar photo

Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.