Le indagini a Brescia
Girava in Ferrari con il reddito di cittadinanza: un nuovo campione dell'”abolizione della povertà”
Girava con una Ferrari e percepiva il reddito di cittadinanza. Un altro caso emblematico di quell’“abbiamo abolito la povertà” che l’attuale ministro degli Esteri ed ex vice Primo ministro e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio aveva ventilato dal Balcone di Palazzo Chigi. Ormai sono passati più di due anni, da quell’accordo sul Def e da quell’esultanza emblematica. Era il settembre 2018. E il reddito di cittadinanza, che doveva fornire sussidi e incentivare l’occupazione – riuscendo in parte nel primo punto e fallendo totalmente nel secondo -, continua a sfornare i suoi fenomeni.
La notizia è riportata dall’Ansa. Ed emerge dall’attività della Procura di Brescia che ha iscritto 23 persone nel registro degli indagati con l’accusa di aver indebitamente ottenuto il reddito di cittadinanza. I benefici per i 23 indagati ammontano in totale a 180mila euro di erogazioni. “Un caso emblematico – scrive l’ansa.it – è quello scoperto dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Brescia che, tra i beneficiari della misura di sostegno economico, hanno individuato un consulente fiscale che svolge la propria attività professionale tra la Svizzera e l’Italia”.
Il professionista in questione ha 46 anni, di Brescia, che promuove nei confronti di una clientela abbiente la propria consulenza sui social network- Ha richiesto il reddito di cittadinanza all’Inps, allegando una Dichiarazione Sostitutiva Unica incompleta che ha prodotto un valore Isee falso. In questo modo il consulente ha percepito da maggio 2019 a novembre 2020 un sussidio mensile per totali 14mila euro. Il particolare della Ferrari è quello più accattivante: il professionista è stato fermato alla frontiera con la Svizzera alla guida di una Ferrari 458 cabriolet presa a noleggio. E nel frattempo, proprio mentre percepiva mensilmente il reddito, ha vinto alle scommesse sportive circa 23mila euro.
Il reddito di cittadinanza è stato bocciato dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Al 30 settembre 2020 su 1.369.779 percettori del reddito tenuti a firmare il patto per il lavoro, 352.068 avevano trovato un posto, il 27%. A fine ottobre erano diventati 192.851, perché l’85% aveva firmato contratti a scadenza, come ha analizzato il Corriere della Sera. A questo si aggiunge il pasticcio di oltre 2.600 navigator, che dovevano aiutare lavoro ai percettori, e i cui contratti scadono il 30 aprile.
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