I coordinatori regionali di Fdi, Fi e Lega stanno provando a mettere in campo nomi credibili e strategie elettorali per tentare di vincere il sistema di potere deluchiano più che consolidato in Campania e oggi ancor più forte, come centrosinistra tutto, per l’alleanza ormai strutturale del Pd con il M5s. Poche le vittorie del centrodestra. E quando sono avvenute, è stato per demeriti degli avversari. L’affermazione alla Provincia nel 2009 e alla Regione nel 2010, ad esempio, furono figlie del fallimento del centrosinistra a seguito delle loro pesanti responsabilità per la tremenda emergenza rifiuti dell’epoca.

Uno schieramento politico, quello del centrodestra, che in Campania si comporta più come un comitato elettorale, che si organizza alla bisogna, piuttosto come coalizione che fa politica, quella vera, fatta di opposizione visibile, ma anche di confronto, di discussione, anche sulle sconfitte subite che passano attraverso analisi del voto che da questa parte politica non si sono mai viste. Per le ultime débâcle, la sconfitta di Caldoro alla Regione, 18% contro il 70% di De Luca e di Maresca al Comune di Napoli, 22% contro il 63% di Manfredi, gli elettori e i militanti di centrodestra, infatti, aspettano una spiegazione.