La corsa alla segreteria del Nazareno
Il voto digitale divide il Pd
Il voto digitale divide il Pd, oggi si riunisce la direzione. L’intendence d’abord, la politique suivra. Si potrebbe rovesciare il motto di Maurras se si guarda alle vicende interne al Pd, dove gli ambasciatori – le intendenze, gli sherpa – sono stati convocati dal segretario Enrico Letta due volte, alle 14 e di nuovo alle 19, per sondare tramite loro i quattro candidati alla segreteria – Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo – alla ricerca di un punto di accordo sul tema del voto per le primarie. E’ quanto riferiscono fonti parlamentari. Schlein chiede che il voto possa essere anche on line, ma non trova il consenso degli altri candidati.
Ribadisce la sua contrarietà all’ipotesi di voto online la candidata Paola De Micheli che si dice certa della piega che prenderà la direzione: “Si voterà di persona nei circoli e di persona, per incontrarci e discutere, ai gazebo per le primarie. Credo ci sarà un nuovo calendario del voto al congresso che dovrebbe sollevare i circoli di Lazio e Lombardia dalla doppia incombenza di una campagna elettorale e congressuale faticose”, aggiunge De Micheli. Un riferimento, quest’ultimo, alla richiesta arrivata da alcuni territori di posticipare il voto per non aggravare il lavoro dei segretari dei circoli locali, alle prese negli stessi giorni di febbraio con la preparazione dei comizi elettorali. Gli esponenti vicini a Schlein, tuttavia, non demordono e sono pronti a contarsi in direzione. “La direzione è sovrana e in mancanza di un accordo a monte, si andrà alla conta”, spiegano. Quello che sembra certo è che il voto online, che ci sia o che non ci sia, è diventato e resterà un tema di battaglia congressuale: “Chi non lo vuole, se ne assumerà la responsabilità”, dicono nel “partito del Sì” al voto da remoto facendo riferimento alle voci che paventano una scarsa affluenza ai gazebo.
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