La denuncia del collettivo bielorusso Hajun Project
La foto dei ‘macellai’ russi di Bucha in fila per mandare a casa il ‘bottino’ dei saccheggi nelle case dei morti
Televisori, casse audio, vestiti: oggetti saccheggiati a civili ucraini, spediti dai soldati russi ai propri familiari. Hajun Project, il gruppo di volontari bielorussi anonimi contrari alla guerra di Putin, ha condiviso un video che mostra i militari nell’ufficio del corriere russo CDEK a Mazyr, città della Bielorussia, mentre sono impegnati a spedire a casa chili e chili di beni. Tra questi, anche tutto ciò che sono riusciti a razziare nelle case tra Irpin, Bucha e Hostomel, dove sono stati trovati i cadaveri di civili uccisi con le mani legate dietro alla schiena, fosse comuni e altre efferatezze.
Il registro delle razzie
I reparti russi che hanno varcato il confine, arrivando in Bielorussia dopo aver tentato di assediare Kiev per settimane, comprendono anche i soldati che occupavano i territori di Bucha e Hostomel e sono stati accusati di aver commesso veri e propri crimini di guerra. Come racconta Daniele Raineri su Repubblica, davanti alla telecamera dell’ufficio i militari compilano la lista delle loro razzie. Qualche esempio? “Kovalenko Yevgeny Yevgenievich manda 450 chilogrammi di attrezzi, casse audio, un tavolo, una tenda e altro” a casa sua a Rubtsovsk. “Serdtsev Andrei Nikolayevich manda 150 chilogrammi di attrezzi, vestiti e un televisore” nella sua abitazione, sempre a Rubtsovsk. E poi ancora altri pacchi con gadget elettronici, condizionatori, giocattoli, oggetti di vario tipo. In tutto, un elenco di sedici soldati russi, che il collettivo bielorusso ha diffuso con nome, cognome e numero di telefono: colli da 50 a 450 chili, per un totale di 2 tonnellate di beni. Il filmato, risalente allo scorso 2 aprile, dura tre ore: una registrazione in un ufficio qualsiasi, e quindi una scena che potrebbe essere avvenuta anche altrove.
“Dimmi cosa vuoi e te lo trovo”
La prova che le case degli ucraini siano state saccheggiate arriva dalle diverse intercettazioni delle telefonate fatte a casa dai soldati dato che le comunicazioni, in zone di guerra, vengono ascoltate per ragioni militari, si legge su Repubblica. Spesso sono loro stessi a descrivere ciò che hanno rubato. In alcuni casi dicono ai propri familiari: “Dimmi cosa vuoi e te lo trovo”. Orrore su orrore.
Il 4 aprile il vice primo ministro dell’Ucraina, Mykhailo Fedorov, ha pubblicato su Twitter la foto di un ufficiale delle forze speciali: compare anche lui nel video delle spedizioni. “Ha ucciso e derubato civili a Bucha, Irpin e Hostomel. E ora sta inviando tutti gli oggetti rubati alla sua famiglia in uno degli uffici postali della Bielorussia” si legge sul tweet. “Sono migliaia, ma troveremo tutti gli assassini”.
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